Luca Valentino: “Scatola Sonora, un festival originale e ricco di sorprese”

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Luca Valentino è regista d’opera e di prosa, drammaturgo, saggista e docente di Arte Scenica presso il Conservatorio “Vivaldi” di Alessandria. Lo abbiamo incontrato qualche giorno fa, durante i preparativi della diciottesima edizione di “Scatola Sonora”, Festival internazionale di opera e teatro musicale di piccole dimensioni organizzato dal nostro Conservatorio, che si terrà ad Alessandria, dal 16 al 22 maggio nel Complesso conventuale di San Francesco (ex Ospedale militare) in via XXIV Maggio 5, e il 15 giugno nel cortile di Palazzo Cuttica in via Gagliaudo 2.

Valentino, che cos’è l’Arte Scenica e che cosa ci sta a fare in un Conservatorio?
In termini semplici, l’Arte Scenica è la disciplina che insegna ai cantanti l’altra metà del loro lavoro. Infatti, oltre a cantare, un cantante deve imparare a recitare e a “stare” su un palco. La materia è vastissima, perché affronta tutto quello che riguarda il palcoscenico: il corpo, l’uso dello spazio, la storia del costume, la storia delle scenografie, e tante altre cose ancora. In più, nella materia è compreso anche tutto il lavoro di analisi del libretto e di analisi del personaggio. E’ un percorso che guida gli studenti di canto a entrare nel personaggio, per poterlo interpretare con il canto, con la voce e, soprattutto, con l’intelligenza scenica. Per quel che mi riguarda, negli anni questa materia è cresciuta e si è “allargata”, arrivando a coinvolgere i pianisti accompagnatori, i cantanti jazz e tutti quegli strumentisti che si sono dedicati a esperienze di teatro strumentale.

Molta teoria, dunque?
In realtà, per la mia esperienza teatrale, di prosa prima, di teatro musicale poi, sono convinto che il teatro si impari facendolo. Si può studiare, si possono fare tanti esercizi, ma alla fine è il palcoscenico quello che dà la misura… anche perché il teatro è quella cosa che succede solo quando c’è un pubblico davanti. Una prova, per capirci, non è teatro. Quindi, l’unico modo per insegnare ai miei studenti a fare il teatro è semplicemente farglielo fare. Questa è la lezione che ho appreso più di trent’anni fa dal mio maestro di teatro, Giovanni Moretti, e da allora la perseguo assolutamente.

Locandina-Scatola-SonoraMusica e teatro… è così che arriviamo alla Scatola Sonora?
Facciamo un passo alla volta. Al mio secondo anno di insegnamento qui al Conservatorio, nel 1994, con l’appoggio e la complicità dei colleghi e dell’allora direttore, lanciai l’idea di fare, al posto dei classici saggi, degli spettacoli con il pubblico “vero”. La cosa funzionò, e anche bene. Partimmo, ricordo, con una Cenerentola per bambini… I miei allievi che la fecero vent’anni fa se la ricordano ancora come un passaggio importante nella loro formazione. Poco tempo dopo mi capitò di incontrare ad un festival un direttore di teatro di Barcellona, in Spagna, che mi propose di fare nel suo teatro piccolissimo, che aveva 60 posti e un palco 3 metri per 4 ed era stato ricavato dal sotterraneo di una panetteria, un festival di opera “da tasca”. Da questa sfida nacque un allestimento con due opere: una era “Orfeo vedovo” di Alberto Savinio, l’altra “Hin und zurück” di Paul Hindemith. Le portammo a Barcellona, con un baule pieno di roba, rappresentandole appunto in quello spazio di 3 metri per 4. Fu un grande successo. Il direttore del Conservatorio di Alessandria, Federico Ermirio, nel viaggio di ritorno verso casa, mi chiese di riproporre la stessa formula anche da noi. E così nacque “Scatola Sonora”… una scatola, appunto, di piccole dimensioni ma piena di sorprese, di musica e di idee. “Scatola Sonora”, il titolo di una raccolta di saggi musicali di Alberto Savinio, che è diventato il nostro nume tutelare di questa avventura.

Un’avventura che, partita nel 1997, è arrivata alla diciottesima edizione. Come è stato pensato il programma di quest’anno?
Ogni anno tengo le orecchie bene aperte, ascolto le proposte che arrivano dai colleghi, guardo le mie classi, vedo che cosa succede in giro e cerco poi di costruire un programma. A volte tematico, a volte no. L’offerta è comunque sempre estremamente variegata, nei generi e nelle proposte. La cosa che ci piace è che il nostro pubblico ha imparato assolutamente a fidarsi… chi ci viene a vedere sa che qualcosa di interessante c’è. E questa, mi creda, è una grande soddisfazione!

Foto_FortePiano-2Quali sorprese ci riserva la “Scatola Sonora” versione 2015?
Ogni spettacolo sarà una sorpresa! Penso per esempio a “Suor Angelica” di Puccini, ultimo appuntamento della “Scatola Sonora” in programma lunedì 15 giugno nel cortile del Conservatorio. Ebbene, per questo allestimento ho immaginato di rappresentare l’opera nelle ore in cui l’aveva prevista lo stesso Puccini, seguendo l’arco della serata dal tramonto alla notte. Una unità di tempo e di spazio reale e realizzata, insomma. Ma anche lo spettacolo che sabato 16 maggio aprirà la rassegna, ossia “Fortepiano”, una promenade a quattro mani con figure di Leonardo Brizzi e Claudio Cinelli, è qualcosa da non perdere assolutamente. Tenendo anche presente che per l’occasione torneremo nei locali del Complesso conventuale di San Francesco… un luogo veramente magico per ospitare la nostra “Scatola Sonora”.

Scatola Sonora: il programma completo