Alessandria ‘hub’ regionale dell’immigrazione? Niente allarmismi…ma occhi aperti [Controvento]

email alfano - alfano -di Ettore Grassano

 

Le voci cominciano a girare incontrollate mercoledì sera. Un’amica chiama e chiede: “ti risulta che intendano mettere 30 profughi nelle ex scuole del mio paese?” No, non ci risulta e glielo diciamo.

Poi, ieri, un esponente politico alessandrino non di secondo piano rilancia: “qualcuno parla di 40 stranieri destinati ad una casa di riposo in città: ne sai qualcosa?”.

Non mancano infine gli amici che riescono sempre e comunque a seminare ironia: da quello che parla di 120 migranti destinati ad essere ospitati nella sede di una nota associazione culturale alessandrina, ad un altro che dice: “in Cittadella ce ne stanno almeno 20 mila”, chiosando l’ipotesi comparsa ieri sul quotidiano sabaudo, che parla di Alessandria come possibile hub regionale per un maxi centro di prima accoglienza, magari alla Valfrè. Ipotesi a cui starebbero lavorando i pesi massimi del Pd piemontese, Chiamparino e Fassino.

Riccardo Molinari, segretario provinciale alessandrino della Lega Nord e vice di Salvini, evita sciacallaggi: “da Torino non ho conferme: aspetto prima di commentare”.

Noi però, che non abbiamo incarichi politici di sorta, possiamo sbilanciarci un po’. I governi degli ultimi anni, da Monti in poi, hanno gestito la questione immigrazione con assoluta superficialità, spesso anche chiudendo gli occhi su enormi speculazioni portate avanti sulla pelle di questi poveracci.

Personalmente ci fanno inorridire quelli che dicono “questi qui fanno la vita da signori, hanno la paghetta, il vitto, l’alloggio, e pure il wireless”, perchè parliamo sempre e comunque di disperati. E tuttavia ci pare improponibile il modello di ‘buonismo peloso e speculativo’ avallato dai vari governi da Monti in poi: perchè genera appunto masse di disperati, e dalla disperazione alla criminalità il passo è breve.
E perché è una politica sorda (in questo caso, come in altri altrettanto rilevanti) al volere popolare. E questa non è più democrazia.

Ora girano voci propagandistiche sul ruolo che avrà l’Europa: ma è un ruolo tutto da dimostrare nei fatti. E sono voci che fanno il paio con la propaganda di regime sul rilancio dell’economia e sul roseo futuro del Paese, guarda caso fattasi più insistente in vista delle prossime elezioni regionali del 31 maggio.

Ma rimaniamo sul caso Alessandria. Davvero diventeremo l’hub ‘immigrazione’ del Piemonte, la porta della nostra Regione sull’Africa più disperata? Diciamocelo: data la qualità della nostra classe dirigente (politica, e anche imprenditoriale) il fatto non ci stupirebbe.

Non dimentichiamoci, peraltro, che per la prima volta dal 1970 (data di nascita delle Regioni) l’anno scorso il nostro territorio non ha ottenuto rappresentanza in giunta regionale. Ed è lì, non in consiglio o altrove, che si prendono le decisioni vere. Lì, e ai vertici del Partitone della Nazione. Per cui, sul fronte migranti come su quello sanità, o investimenti infrastrutturali per lo sviluppo, non ci stupiremo per niente se continueremo ad essere la Cenerentola del Piemonte. Ci meraviglierebbe, semmai, il contrario.

Voi cosa ne pensate? Torneremo certamente ad occuparcene: ora fari puntati sulla questione Alessandria ‘hub dei migranti”.