Una volta scontata la pena, la mATRICOLA, se ritenuta degna, veniva accolta tra i Goliardi nel corso di una cerimonia detta, appunto, battesimo.
I riti battesimali variavano da Ordine ad Ordine (non è nostra intenzione descriverli tutti neppure superficialmente) ma, cosa comune in quasi tutto il territorio nazionale, solitamente la cerimonia avveniva alla fine di una lauta cena, di un baccanale di una magna Goliardica cagnara.
Il battesimo delle mATRICOLE alessandrine (o le rarissime nomine delle mATRICOLE ad honorem) avveniva seguendo un rito estremamente semplice (per altro ben descritto da Umberto Volpini nel suo libro “La Goliardia. Canti e tradizioni“): il Pontifex Maximus, davanti alla mATRICOLA inginocchiata recitava:
“Nos (useremo il nostro nome) Hildebrandus I Aracnicus, Prinx et Pontifex Maximus Ordini Goliardici Agae Khanis – Supremi Alexandriae, accipimus te, Parvus Caesar vel Caesarinus (non ci sono errori: è un vocativo) (all. a), in Nostro Alexandrino Ordine et maxima cum laetitia nomamus te MATRICULAM AD HONOREM in Nomine Bacci (gli veniva bagnata la testa e la bocca con vino o grappa), Tabacci (gli veniva sbriciolata addosso una Nazionale Semplice), Venerisque (veniva fatto baciare da una gentile donzella).
Nall’all. a possiamo apprezzare la fase della nomina del succitato Cesarino (4) a Matricola ad Honorem in cui viene battezzato con la grappa: officia il sottoscritto (2), assistito dal Cardinale decano del Sacro Collegio Aner Kardinal Prinx (1) e dal Santo Attila il Cruento (3).
In molti Ordini nel corso del battesimo veniva consegnato alla matricola il berrectaculum debitamente sverginato.
Il Berrectaculum
Il simbolo per eccellenza del Goliarda è il berrectaculum (o feluca, o lobbia, o goliardo), l’amico fedele che, dal momwento del battesimo, gli copre la testa fino alla laurea e, spesso, anche dopo.
“Berectaculum, berrectaculum… tu vita nostra es!”, recita un motto Goliardico.
“Tu sei la mia vita”, ed è vero. Una volta che le corna (ovviamentre per chi le ha) sono coperte da questo copricapo, cambia il modo di vedere le cose, cambia lo stile di vita, cambia la personalità: il timido il viso si trasforma in sfrontato culo, il brutto si sente più bello, il debole si sente un leone…
Perché il berrectaculum è la chiave che ti fa entrare in un mondo forse di eterni bambini, ma anche in un mondo di fratellanza, di aiuto e rispetto reciproci, in un mondo in cui “Goliardus Goliardo sacer”, in un mondo in cui non esistono ricchi e poveri, non esistono potenti, non esistono protettori e raccomandati, in un mondo in cui la tessera politica, il credo religioso, la posizione sociale dei genitori non contano un cazzo, in un mondo in cui le stesse gerarchie Goliardiche contano finchè chi sta su ne è degno.
Guai a perdere il berrectaculum, significa perdere questa chiave.
Ma cosa molto più grave è perdere spiritualmente la feluca: la porta della Goliardia resterebbe per lui chiusa per sempre.
Aveva ragione un vecchio Goliarda quando diceva che è più vestito un Goliarda nudo col berrectaculum in testa, che coperto da capo a piedi ma col capo scoperto!
Il “Codice colore” del berrectacula
E’ risaputo che il colore del copricapo Goliardico è in funzione della Facoltà a cui il proprietario è iscritto, ma quali sono le Facoltà abbinate ai vari colori? Lo schema nell’all. b cercherà di rispondere in linea di massima a questa domanda; è uno schema legato agli ani ’60, per cui molte facoltà spuntate in seguito come foruncoli sul deretano mancheranno.
Gli addobbi del Berrectaculum
Il berrectaculom è per lo più adornato di oggetti vari di ogni tipo e di ogni dimensione, in funzione dell’estro, della fantasia e della creatività del proprietario e questi oggetti, con l’andare degli anni tendono ad aumentare finchè la povera lobbia non è più in grado di reggerli: non sono rari gli esempi di Berrectacula rinforzati di stecche metalliche per impedire alla punta di cadere come un pene moscio.
Ma esistono norme che regolano la quantità ed il tipo di ornamenti dei Berrectacula?
In linea di massima ciascun Ordine ha le sue regole e le sue leggi anche in questo campo; quasi tutti però, a livello nazionale, riconoscono alcune prescrizioni base in funzione dell’anzianità Goliardica.
– La feluca delle matricole è completamente nuda, senza alcun ammennicolo.
– I Fagioli non possono portare più di sei o sette oggetti, purchè non pendenti.
– Le Colonne possono riempire il Berrectaculum a volontà, ma gli ammennicoli pendenti non possono essere più di sei o sette.
Ci sarebbero pure regole per Anziani, laureandi, laureati ed iscritti ad una scuola di specializzazione o ad un’altra Facoltà e fuoricorso, ma ben pochi le seguono.
I Capi Ordine, infine, fanno i cazzi che vogliono e, a maggior ragione, anche i Principi dell’Italica Goliardia.
La “verginità del Berrectaculum”
Concludiamo l’argomento “copricapo Goliardico” parlando della sua verginità.
Dato che nel dizionario Goliardico non esiste il termine verginità (la verginità fa venire il cancro, si diceva un tempo), anche il Berrectaculum deve essere sverginato: viene cioè privato della fodera interna (detta imene) e dell’etichetta (perché il peso sulla testa del Goliarda sarebbe eccessivo da sopportare).
Solitamente la deflorazione avviene in concomitanza col “Battesimo” del Goliarda, ma se per caso, dopo questa cerimonia, la feluca mantiene la sua integrità, ogni momento è buono per questa operazione.
Pochi sono i Goliardi che possono vantare il Berrectaculum ancora vergine.
Il canto Goliardico “Il testamento del Goliarda” (all. c e d) cita ripetutamente (nella seconda parte) il berrectaculum e l’amore, anche se denigratorio e dissacrante, che ogni Goliarda prova per esso.
Nell’all. d abbiamo lasciato, anche se non ha nulla a che fare col contesto trattato, la canzone “Se la mamma ti domandasse” per non rovinare l’illustrazione, istoriata su antichi codici degli ani ’60 da monacali manine.