“Caro ingegner Lombardi, qual è la sua posizione sulle cave di Spinetta?”

Lombardi 3Lettera aperta all’Ing. Claudio Lombardi da un abitante di Spinetta Marengo

 

Gentile Assessore all’Ambiente – Salute e Protezione Civile del Comune di Alessandria,

come residente del sobborgo di Spinetta Marengo leggendo a pagina 5 del bisettimanale “Il Piccolo” di Venerdi 17 Aprile, un articolo dal titolo “Terzo Valico – Per i rifiuti chieste le nostre cave, subito” ho appreso che giovedì prossimo 23 Aprile 2015, il Comune di Alessandria relazionerà alla Conferenza dei Servizi convocata presso la Regione Piemonte in ordine alla richiesta di utilizzo anticipato da parte del Cociv, di alcune cave spinettesi oltre a quelle situate in zona Aulara al quartiere Cristo, per il conferimento di terre provenienti dagli scavi del terzo valico.

Le cave situate nel concentrico di Spinetta Marengo, come Lei ben saprà, sono ubicate a poche centinaia di metri dal pozzo dell’acquedotto “Molinetto”, ma soprattutto insistono sul Bacino idrico di Alessandria, il terzo del Piemonte, unitamente a quello Padano nonchè di Savigliano.

Tali acquiferi risultano molto ben descritti, in una recente pubblicazione scientifica redatta dalla Regione Piemonte in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche ed il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Torino.

Le acque sotterranee in base ai principi di prevenzione e di precauzione, devono essere protette dal deterioramento e dall’inquinamento chimico non soltanto ai fini della salvaguardia degli ecosistemi da esse dipendenti, ma anche e, soprattutto, ai fini dell’utilizzo per il rifornimento destinato al consumo umano.

Chiedo dunque in prima istanza, in relazione a quanto riportato dal giornale, di conoscere ufficialmente a mezzo stampa la sua posizione in qualità di Assessore all’Ambiente del Comune di Alessandria, ed in subordine anche quella dell’area di riferimento che la sostiene in Giunta, vale a dire il partito Sinistra Ecologia Libertà (SEL), confidando che la risposta sia ovviamente un “no” deciso ed incondizionato alla concessione delle cave alessandrine per lo smaltimento delle terre di scavo, poiché l’impatto ambientale che si verrebbe a creare sarebbe certamente non compatibile con il nostro territorio.

Pertanto auspico una netta presa di posizione, di pari tenore rispetto a quella che Lei aveva già espresso a suo tempo per il progetto della discarica Guarasca, nella speranza che la natura della conferenza dei servizi sia ancora istruttoria e non decisoria.

Leggendo le cronache di questi ultimi tempi, abbiamo capito che nessun comune dell’alessandrino vuole accollarsi l’onere di ricevere il c.d. “smarino”, ossia il materiale estratto con la realizzazione del tunnel da 40 chilometri del Terzo Valico dei Giovi, un milione di metri cubi di terra mista ad altre sostanze in cerca di una precisa e definitiva collocazione.

Ad aumentare la diffidenza dei cittadini, si aggiungono le perplessità che sono emerse dopo le indagini effettuate dalla magistratura sulle terre di scavo relative al nodo fiorentino della TAV, le quali pare abbiano fatto emergere la presenza di sostanze chimiche utilizzate nel processo di perforazione quali, idrocolloidi e tensioattivi, trietilenglicole monobutil etere, sodio alchil etossi solfato, stabilizzanti ed addensanti come la carbossimetil cellulosa e la gomma di guar tanto per citarne alcune, per non parlare poi delle fibre di amianto che pare siano presenti in alcune carotature della tratta da scavare.

Mancano inoltre a noi residenti, tutta una serie di informazioni, prima fra tutte la conoscenza del piano del traffico con precise garanzie in merito all’enorme movimento di terra effettuato dal cantiere di scavo sino alle cave in cui dovrebbe avvenire lo smaltimento, nonché in relazione a chi effettuerà i test di accettabilità dei materiali in arrivo.

A chi le suggerirà che non si può fare nulla per impedire la concessione delle cave, poiché il progetto è inserito nell’ambito della “legge obiettivo” n.443/2001, ricordi a costoro che esistono norme comunitarie le quali sovrastano nelle fonti del diritto quelle nazionali, direttive specificatamente mirate alla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento, peraltro in larga parte già recepite nel nostro ordinamento.

Ultima riflessione, sul sito www.terzovalico.it il proponente dell’opera scrive testualmente “Le attività del Terzo Valico avranno un significativo effetto diretto e indiretto sull’economia locale in termini di servizi aggiuntivi per attività commerciali, servizi, terziario”.

Bene, a questo punto mi domando ingenuamente, per noi Alessandrini in che cosa si concretizzeranno questi vantaggi, quali effetti tangibili ci saranno sull’economia locale?

Passo a Lei la parola, e la ringrazio se in seguito sarà così gentile da informarci puntualmente in merito a quanto è stato eventualmente deciso in quella sede.

Cordiali saluti.

Giancarlo Pozzi