Mercoledì 1 aprile, alle ore 17.30, sarà presentato al pubblico il sesto e ultimo volume delle “Memorie storiche” del conte Pietro Civalieri, realizzato e portato a termine dall’Archivio di Stato di Alessandria in collaborazione con l’Associazione “Città Nuova” e che viene pubblicato grazie alla collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
Il volume sarà in distribuzione a palazzo del Monferrato, in via San Lorenzo, 21 ad Alessandria, durante un incontro aperto al pubblico, al quale saranno presenti i tre curatori della pubblicazione, Gian Maria Panizza, Roberto Livraghi (nella foto) e Gianluca Ivaldi. Il volume sarà commentato dal dottor Pierangelo Gentile del Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino. L’attore alessandrino Fabio Martinello leggerà una breve antologia di brani.
Questa la dichiarazione del direttore dell’Archivio di Stato di Alessandria, Gian Maria Panizza: “Si chiude con questo volume (sesto in ordine di apparizione e inserito come quinto nella serie cronologica complessiva) l’avventura editoriale dei Diari del conte Pietro Civalieri, iniziata nel 2006 e compiuta lungo l’arco di nove anni. L’edizione complessiva delle Memorie storiche alessandrine viene perciò a constare oggi di sei volumi, per un totale di circa 1500 pagine a stampa, con la fedele trascrizione degli oltre 2200 fogli manoscritti di cui si compone l’opera”.
Roberto Livraghi ha poi sottolineato il fatto che “autorevoli studiosi hanno ormai, senza alcuna esitazione, certificato come si tratti della principale composizione memorialistica che accompagna la storia alessandrina dell’Ottocento. Si vedano soltanto, a questo proposito, le puntuali recensioni apparse su una rivista di prestigio come il bollettino “Studi Piemontesi”. Nessun altro lavoro, in sede locale, ha dimensioni così rilevanti e anche in altre realtà provinciali, abitualmente considerate più ricche della nostra, è difficile rinvenire un corpus inedito di tali dimensioni e di tanta importanza storica”.
“Gli anni narrati nel presente volume – precisa Gianluca Ivaldi – sono quelli che vanno “dal fatale armistizio al Congresso di Parigi”, e cioè quelli dalla primavera del 1849, con lo sfortunato chiudersi dell’avventura militare della prima guerra di indipendenza, fino al 1856, al cuore, cioè, del periodo del famoso “connubio” tra Cavour e Rattazzi. Il lettore vi trova narrata un’Alessandria già molto diversa da quella della appena conclusa età carloalbertina, una temperie ricca di fermenti e di cambiamenti. Come già in altre occasioni cruciali della storia cittadina, il conte Civalieri non solo è testimone presente ai fatti, ma in più di una circostanza si presenta come vero e proprio protagonista di quegli avvenimenti.
In più, per la prima volta da quando si è accinto alla pubblicazione delle Memorie, Pietro Civalieri ci regala qui una straordinaria appendice: si tratta delle biografie di tutti i Consiglieri municipali che furono in carica nel settennio dal 1849 al 1856, una rassegna di ritratti, di vicende personali, di saghe famigliari che ci consentono di farci un’idea dettagliata dell’affermarsi di un nuovo ceto dirigente cittadino, quella borghesia liberale che nel volgere di pochi anni aveva preso il posto dell’antica aristocrazia che si autodefiniva “decurionale” e per secoli aveva amministrato la città”.