Domenica 22 marzo, primo giorno e inaugurazione del Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati che da anni, ormai, è una delle più importanti manifestazioni di questo settore.
L’edizione 2015, apripista dell’Expo “dove il padiglione vino sarà uno dei racconti principali della potenza e del saper fare Italiano” – ha dichiarato Martina, ministro delle Politiche agricole – è proiettata verso il futuro per affrontare i temi più importanti del settore vitivinicolo e vede la presenza di delegazioni e buyer da cinque continenti.
Alcuni dati: all’evento sono presenti più di 4 mila aziende di 24 paesi, oltre 90 mila metri quadrati di spazi espositivi e operatori specializzati attesi da 120 nazione del mondo.
All’inaugurazione presenti tanti stranieri, soprattutto giapponesi e cinesi sempre più coinvolti nel nostro mercato vitivinicolo.
Tanti, infatti, sono i cinesi che stanno comprando vitigni e che apprezzano sempre più il vino italiano.
Secondo un report dell’Ismea del 2014, a Hong Kong sono stati importati oltre 16 milioni di vino dall’Italia per un volume di affari che supera i 14 milioni di euro.
Tanti anche gli italiani, numerosissime le presenze nel padiglione Piemonte.
Dai produttori, sull’Italia e sul Piemonte, le parole più frequenti sono collaborazione, amore per il territorio, e sviluppo turistico.
“Nel mondo c’è tanta voglia di Italia – ha detto Michela Marenco, una delle tre sorelle della Marenco Vini, azienda di Strevi. – Dobbiamo credere in quello che abbiamo, i nostri vitigni, i nostri prodotti e lavorare tra di noi. Soltanto facendo rete riusciremo a raccontare il territorio, anche attraverso il web”.
Ed è proprio anche attraverso internet che l’azienda Marenco si sta rinnovando e sta raccontando la propria storia e i prodotti. A partire, per esempio, da “Alba rossa”, un vino, una scommessa, figlio di due vitigni tipici piemontesi, Barbera e Nebbiolo. E’ una selezione preziosa, frutto di esperimenti e di studi sulla vinificazione.
Sulla stessa linea di pensiero anche Fabrizio Mazzetti dell’Antica Distilleria di Altavilla, che produce le più famose grappe del Monferrato dal 1846.
“E’ importante saper raccontare il territorio, ma ancora più importante è la passione e l’amore per ciò che si produce. Rispetto a quello del vino, il mercato della grappa è diverso. Certo, ci sono gli appassionati, ma è difficile trovare, per esempio, ristoranti che propongono una carta della grappa. E’ un prodotto più di consumo casalingo”.
E anche per l’Antica Distilleria, il punto forte sono i turisti stranieri: “sono tanti i pullman di stranieri che vengono a visitare il nostro museo della grappa. Sono davvero interessati ai nostri prodotti e alla nostra storia. Il museo raccoglie la tradizione distillatoria del territorio monferrino nei locali storici in tufo e mattoni. I turisti sono il nostro futuro”.
Le bottiglie di grappa vendute all’anno sono tra le 40 e 45 mila, ed è possibile anche ordinare piccole quantità in porto franco.
L’azienda Mazzetti, come l’azienda vitivinicola Marenco, sta lavorando su nuovi prodotti come, ad esempio “Sinfonia d’Autunno”, grappa dalle note di vaniglia e frutti rossi di Brachetto invecchiato sette anni in botti di rovere e ciliegio.
E proprio sul web le aziende vitivinicole stanno puntando. Un esempio è il sito internet di Cascina Garitina del produttore vitivinicolo Gianluca Morino di Nizza Monferrato, con un blog aggiornato che parla di vino, di uomini e di tradizione con un linguaggio nuovo.
E poi, un piccolo vanto per la città di Alessandria.
Nel padiglione del ristorante “Le donne del vino”, due sommelier d’eccezione: Piercarla Negro e Monica Moccagatta, le mitiche ragazze della vineria “Mezzolitro”.
Di queste persone, di queste passioni ci sarebbe molto da raccontare e, nelle prossime uscite, faremo un approfondimento su ognuno di loro.
Queste sono solo alcune delle storie del Vinitaly ma, tra quei padiglioni, in mezzo a tutti quei bicchieri, ci sono storie piemontesi, toscane, campane: storie italiane di passione e bravura, insomma.
Storie di persone che con la terra non solo lavorano, ma che hanno instaurato un legame con essa.
Il vino diventa, così, una storia da raccontare, un percorso da vivere, una sensazione da provare, un gusto, un profumo, un territorio.
Questi sono i produttori vitivinicoli italiani e, il Piemonte, è il re del vino.