Qualsiasi idiota può superare una crisi; è la vita quotidiana che ti logora.
(Anton Cechov)
Un giornalista curioso è uscito dall’ufficio e ha deciso di guardare da vicino la crisi del commercio cittadino passeggiando per le vie della città. Dall’articolo esce un quadro drammatico, le parole descrivono in modo nitido la situazione, Alessandria è al collasso.
La giornata era bella, la primavera rispettava il calendario, il giorno era un lunedi, come ricordano alcuni intervistati un tempo giornata ricca quasi alla pari del sabato che di fatto rappresentava la ciliegina sulla torta, ora tramutatasi in bacca di sambuco.
Ciò che colpisce ancor più delle infinite vetrine vuote con relativi cartelli affittasi è la desolazione che regna in vie storiche come Via Dei Martiri o Corso Roma o Via San Lorenzo. Eppure li si può passeggiare, anzi dalle foto si evince che si potrebbe addirittura strisciare come marines sulla spiaggia dopo uno sbarco. Non c’è nessuno, né pedoni né auto. La favola del centro storico caotico regge solo soltanto più nei palazzi del potere, dove come nello studio di Porta a Porta si presentano plastici di progetti futuri, scordandosi di intervenire sul presente.
Ma per quanto l’articolo ben descriva la situazione nella sua gravità, un dato manca e non si tratta di un dettaglio. Quanti drammi si nascondono dietro quelle vetrine, quanti posti di lavoro sono andati perduti nel silenzio generale? Sono da poco vostro concittadino, ma già abbastanza per aver assistito all’ecatombe, senza che dal mondo politico o sindacale si facesse il minimo cenno al dramma di quei lavoratori,la cui situazione è resa ancora più grave proprio perché dimenticati da tutto e da tutti. Si premiano manager che avrebbero salvato aziende pubbliche facendole fallire, creando semplicemente altre società pubbliche per assorbire in toto lavoratori e problematiche irrisolte, mentre quando un negozio chiude o fallisce non si salva nessuno,a partire dai dipendenti. Strana forma di democrazia la vostra,strano il modo di amministrare. A voler trovare a tutti i costi un dato positivo, uno solo me ne viene in mente: l’agonia volge al termine.
Diogene “il cane”