La Giunta di Casale Monferrato, guidata dal sindaco Titti Palazzetti, ha aderito in questi giorni ad un nuovo progetto per l’accoglienza di ulteriori rifugiati e richiedenti asilo in città (il testo della delibera).
Il capogruppo della Lega Nord Emanuele Capra e il capogruppo di Fratelli d’Italia Federico Riboldi hanno presentato un’interrogazione in Comune, nella quale chiedono delucidazioni sulle modalità di attuazione del progetto.
“Sono a conoscenza il Sindaco e gli Assessori competenti di quale sia realmente la situazione attuale legata al flusso migratorio di rifugiati e richiedenti asilo nel territorio casalese negli ultimi anni e a che punto sia il loro inserimento nel tessuto sociale locale? E, visto il considerevole numero di soggetti già insediati ed il grande momento di difficoltà economica della città, perché aderire ad un ulteriore progetto che prevede l’accoglienza sul territorio di altri rifugiati?”, chiedono i due consiglieri di opposizione.
“Già da tempo Lega Nord e Fratelli d’Italia, anche a livello locale, hanno denunciato l’irresponsabilità di una politica migratoria senza regole e controlli – continuano Capra e Riboldi – evidenziandone le inevitabili conseguenze sul territorio sia a discapito della collettività, già in difficoltà a reperire lavoro, sia a discapito degli stessi rifugiati che, aumentando di numero, incontrerebbero maggiori difficoltà a trovare un’occupazione terminato il periodo di inserimento”. “L’Amministrazione si è tuttavia dimostrata sorda a questi rilievi e, anzi, il sindaco Palazzetti ha sostenuto in un suo intervento del 21.10.2014 su alcune testate locali che gli immigrati “non tolgono lavoro perché non possono essere occupati, non vivono in alcun immobile pubblico ma stanno portando soldi in città per gli affitti, il vitto e l’abbigliamento”.
Secondo i due consiglieri, “poco importa se quei soldi sono comunque soldi dei cittadini italiani o se le persone che sbarcano sono davvero rifugiati o semplici clandestini o, infine, se questi ragazzi avranno la possibilità di integrarsi e di guadagnarsi da vivere una volta terminato il periodo di mantenimento a spese della collettività. Tutto ciò, oltretutto, in un contesto in cui le forze dell’ordine, che già ora faticano a garantire presenza e sicurezza sul territorio, continuano a subire tagli di risorse, in cui la crisi sta decimando i posti di lavoro ancora residui e l’emergenza casa inizia a far sentire i suoi effetti anche nel nostro circondario”.
Capra e Riboldi chiedono dunque al sindaco di Casale e agli assessori competenti quanti rifugiati siano stati accolti nel casalese negli ultimi anni; quanti si siano effettivamente guadagnati lo status di rifugiati e quanti invece si sono dati alla clandestinità; quanti si siano inseriti con successo nel tessuto sociale del territorio e quanti invece hanno fatto perdere le loro tracce; Inoltre, alla luce della recente adesione al nuovo progetto provinciale, quanti ancora l’amministrazione sia disposta ad accoglierne e con quali prospettive per loro.