“Quando sento dire: sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, forze dell’ordine, esercito e protezione civile mi viene da sorridere, e al contempo penso che abbiamo ancora molto da lavorare: perché la protezione civile, appunto, è un sistema, non un corpo. Rappresenta semmai il coordinamento dei vari corpi, ai diversi livelli territoriali”. Dante Paolo Ferraris è il responsabile del settore Protezione Civile della Provincia di Alessandria, e gli abbiamo chiesto di spiegarci un po’ meglio in cosa consiste l’attività della Protezione Civile stessa: ossia quali sono i suoi compiti, sia in momenti di emergenza (alluvioni, calamità naturali di altro tipo, inquinamento industriale e quant’altro), sia in termini di monitoraggio e gestione ordinaria dei rischi, di qualsiasi natura, legati al territorio.
Tra l’altro, proprio dopodomani, sabato 14 marzo, la Protezione Civile alessandrina organizzerà un seminario a porte chiuse tra sindaci del territorio, media locali e alcuni studenti delle scuole superiori e dell’Università, su Piani di Emergenza comunali e informazione ai cittadini: CorriereAl parteciperà con piacere all’evento, e successivamente cercherà di raccontarvi quanto emerso: “si tratta del secondo appuntamento annuale di questo tipo – sottolinea Ferraris – e l’incontro rientra all’interno di un progetto più ampio, che riguarda appunto la comunicazione del rischio alla popolazione, e la sensibilizzazione dei media, oltre che l’utilizzo innovativo dei social network”. Ma andiamo con ordine, e proviamo a farci spiegare da Dante Ferraris come funziona, a casa nostra, il ‘sistema Protezione Civile”.
Dottor Ferraris, noi comuni cittadini siamo abituati a sentire parlare di Protezione Civile in occasione di emergenze e disastri, ambientali e di altro tipo. E ci viene naturale pensare ad un reparto o falange di ‘superuomini’ che, quando il gioco si fa duro, appunto scendono in campo…
Niente di più sbagliato, in effetti. E proprio sugli aspetti legati alla comunicazione c’è ancora assolutamente molto da lavorare: l’appuntamento di sabato va in quella direzione. La Protezione Civile non è un corpo, ma semmai un sistema di coordinamento tra forze, che opera a diversi livelli territoriali. Ed è anche molto altro, e ha avuto un’evoluzione nel tempo.
La Provincia ha il compito del coordinamento territoriale?
Anche qui ci sono stati cambiamenti negli ultimi anni: fino al 2012 la Provincia, e il suo presidente, avevano compiti più ampi, compresa la gestione dell’emergenza, che oggi spetta al Prefetto. I responsabili della Protezione Civile sono i sindaci, che sul nostro territorio sono come noto 190. La Provincia offre loro supporto, sia nella fase di monitoraggio costante e prevenzione, che naturalmente in caso di emergenze.
Ma ora, concretamente, a cosa state lavorando? Il suo ufficio è stracolmo di carte e materiali ovunque….
(sorride, ndr) Sì, qui è sempre così: siamo sommersi dalla documentazione, anche perché questo è un lavoro in cui non puoi improvvisare, o comunicare in maniera approssimativa: quando certifichi determinate situazioni è sempre perché hai verificato e raccolto tutti i dati certi che ti consentono di farlo. Noi lavoriamo costantemente, in termini di monitoraggio e previsione, anche perché le situazioni non sono ovviamente mai statiche. E ciò nonostante l’incertezza che grava sul nostro futuro: fino a poco tempo fa in questo settore eravamo 11, oggi siamo 4. Oltretutto con l’incognita su cosa sarà del nostro futuro (tutto dipende dalla famosa ripartizione delle competenze delle Province, su cui si attendono sempre chiarimenti, ndr), e con risorse assolutamente al lumicino: siamo al riciclaccio fronte/retro della carta, per intenderci…..
Qual è la vostra collaborazione con Arpa?
Strettissima, soprattutto nella fase di monitoraggio della situazione metereologica nelle emergenze, ma non solo. Oggi del resto le tecnologie e la rete ci consentono di operare davvero in tempo reale, e peraltro buona parte delle informazioni sono disponibili on line sul sito dell’Arpa anche per tutti i cittadini. Rispetto a vent’anni fa, quando ci fu la tragica alluvione di Alessandria, un altro mondo….
Lei Ferraris all’epoca si occupava già di Protezione Civile? Che ricordo ha di quei giorni?
Assolutamente sì, già facevo questo lavoro, e passammo giornate e nottate intere in Prefettura. Ricordo perfettamente l’odore dell’acqua stagnante, del fango, del gasolio che galleggiava. Orribile. Oggi comunque, rispetto ad allora, le modalità di allerta si sono radicalmente trasformate, anche grazie alle tecnologie di rete di cui si dispone. Quella era l’epoca dei fax, con tutto quel che poteva conseguirne. Nel 2015 i 190 sindaci del territorio in caso di qualsiasi allerta che riguarda il loro territorio vengono avvisati in tempo reale via telefono cellulare, sms, web e quant’altro. E hanno quindi modo di attivarsi immediatamente, con il coordinamento della Provincia e della Prefettura.
Ma cosa sono i Piani di Emergenza comunali?
Sono lo strumento di cui ogni comune è tenuto a dotarsi (e mi risulta che in Provincia ne siano privi ad oggi solo un paio di comuni del tortonese, ma per ragioni tecniche molto specifiche che non stiamo qui ad affrontare), con cui appunto si evidenzia in che modo, preso atto dell’esistenza di potenziali rischi su quel territorio, si interverrebbe in caso di necessità. Uno snodo critico, e su cui occorre lavorare, è questo: quanto i cittadini sono realmente informati di questi rischi potenziali? E soprattutto sanno cosa fare, come comportarsi in caso di emergenza? Per questo all’incontro di sabato prossimo abbiamo invitato alcuni sindaci di piccoli comuni, per parlare del tema con massima concretezza.
Oggi le alluvioni, e il maltempo in genere, per fortuna si possono in larga parte prevedere, e prevenire. Ma i terremoti?
No, lì non ci siamo ancora arrivati purtroppo. Certo, si possono fare analisi di tipo storico e probabilistico, e si sa che l’area dell’appennino alessandrino, per fare un esempio, è più a rischio della pianura. Ma da qui a stabilire, con ragionevole certezza, se e quando ci sarà un terremoto ce ne corre…..
Qual è l’utilizzo che fate, oggi, della rete e dei social network per comunicare con i cittadini?
E’ un’area in forte sviluppo, a cui ci stiamo dedicando da circa tre anni. Noi non siamo giornalisti, o comunicatori professionisti. Di più: noi non possiamo far circolare informazioni approssimative, basate sul tam tam o sul ‘si dice che’. Mentre un giornale on line, o ancora più un social, possono permetterselo. Però da gennaio 2014, dopo un rigoroso percorso di analisi dei protocolli e delle policy per gli utenti, abbiamo aperto i profili ufficiali della Protezione Civile di Alessandria su facebook, google e twitter. Che, peraltro, si sono rivelati utilissimi, e molto utilizzati, nel corso delle emergenze alluvionali dello scorso autunno. E questo nonostante enormi difficoltà procedurali: basti pensare che noi, in quanto dipendenti della Provincia, non possiamo accedere a facebook o twitter dai pc di lavoro, e abbiamo alla fine ottenuto una postazione specifica, come Protezione Civile. In ogni caso, oggi dobbiamo affrontare un altro aspetto essenziale, che è quello del linguaggio da utilizzare sui social, e sul web in generale: solo testuale, o ricco di immagini e infografica? E lo stile dei messaggi? Ovvio che non può essere biecamente burocratico, e deve invece puntare su semplicità e immediatezza: ma neanche può essere approssimativo, o creare allarmismo. Ecco perché momenti di confronto con i giornali e i giornalisti, come quello che faremo sabato a porte chiuse, per noi sono importanti.
Dottor Ferraris, che la Protezione Civile sia spesso stata, in questo Paese, anche una ‘vacca da mungere’ non è un mistero per nessuno. Del resto l’emergenza, o il grande evento che un singolo territorio non è in grado di fronteggiare da solo, giustifica una procedura rapida, ‘a scavalco’ e in deroga all’iter normativo standard. Il che si traduce spesso in fiumi di denaro che possono essere orientati con una certa disinvoltura….
(sorride, ndr) Ha già detto tutto lei, che posso aggiungere? Sul web è presente l’elenco, più o meno aggiornato, dei cosiddetti grandi eventi. Ognuno può consultarlo, e fare le proprie valutazioni.
Ettore Grassano