La crisi del Gruppo Mercatone si è manifestata in tutta la sua drammaticità con la presentazione, il 19 gennaio, dell’istanza di pre-concordato al Tribunale di Bologna. Ad oggi è ancora in fase di definizione il piano industriale che dovrà essere approntato entro 60 giorni (19 gennaio – 19 marzo).
“Nelle scorse settimane – è quanto afferma Fabio Favola della FILCAMS CGIL provinciale – è stato reso pubblico a mezzo stampa un bando per la ricerca di nuovi investitori, nel tentativo di operare il salvataggio e il rilancio del gruppo.
Pur in presenza di numerose manifestazioni d’interesse siamo ancora in attesa di conoscere l’esito della procedura.
Quel che abbiamo fatto emergere con forza è che lavoratori e sindacato si opporranno con ogni mezzo ad ipotesi di smembramento della rete vendita e ad operazioni speculative, operate a danno di un marchio storico della distribuzione italiana e con inevitabili ricadute negative su migliaia di lavoratori e delle loro famiglie.”
Il Gruppo Mercatone a livello nazionale conta 79 punti vendita con 3.500 dipendenti.
In Piemonte, nei 13 punti vendita a marchio Mercatone più i negozi Trestelle, distribuiti in tutte le province, sono oltre 400 i lavoratori coinvolti.
A Serravalle Scrivia sono 35 i dipendenti a rischio, a stragrande maggioranza donne.
“Ci sentiamo di dire che è una crisi che parte da lontano e gestita dal gruppo dirigente in maniera pessima – continua Fabio Favola. Da maggio 2011 è stato attivato un contratto di solidarietà, tuttora in corso, per far fronte alle prime negative situazioni di mercato. Una trattativa molto impegnativa che si è sviluppata per definire un programma di riorganizzazione e di riqualificazione del personale. Un percorso importante e anche difficile, dove i lavoratori e il sindacato hanno fatto fino in fondo la loro parte. Nei negozi dove il programma si è attuato efficacemente i risultati si sono visti e oggi si misurano le differenze e, seppur con difficoltà, gli andamenti economici sono migliori.
E’ da sottolineare che dove si registrano gli andamenti più negativi è nei punti vendita nei quali il gruppo dirigente ha manifestato tutta la propria inadeguatezza, in particolare nel definire la distribuzione oraria in modo equo e nell’utilizzo delle competenze professionali.
Stiamo misurando in questo percorso quanto i sacrifici operati da chi lavora, anche in termini di perdita di reddito, rischiano di essere vanificati.”
La crisi di Mercatone 1 di Serravalle Scrivia apre un ulteriore vulnus sul territorio novese, che si aggiunge ai tanti, tantissimi punti di crisi che in questi anni hanno caratterizzato la nostra provincia, mettendo in ginocchio un intero sistema economico e produttivo. Il prezzo che il mondo del lavoro paga per le ricadute occupazionali e sociali è troppo alto.
“Per queste ragioni e per fronteggiare un declino che sembra inarrestabile – conclude Fabio Favola – è necessario che alla mobilitazione dei lavoratori si affianchino le istituzioni pubbliche, le amministrazioni locali, ciascuno per la loro parte.
I prossimi appuntamenti ci vedranno impegnati ai tavoli istituzionali: il 3 marzo presso la Regione Piemonte e il 13 marzo al Ministero dello Sviluppo Economico con presidio nazionale a Roma. A tutti i livelli devono essere messe in campo tutte le azioni per consentire la continuità lavorativa e la difesa occupazionale e rendere disponibili tutti gli strumenti a sostegno del reddito di lavoratrici e lavoratori”.