Gli occhi di Sean Sacco s’illuminano ad ogni domanda, soprattutto quando si toccano temi a lui cari: onestà e coerenza. Chi scrive conosce Sacco dai tempi del liceo, quando insieme facevamo politica dal basso, nelle scuole, fra gli studenti, cercando soprattutto di promuovere la politica tra quelli che erano più reticenti. Sacco è una persona carismatica con un’ottima capacità di farsi capire dal suo interlocutore: non ricerca parole auliche o arabeschi linguistici, i suoi discorsi sono puliti e chiari a tutti e il suo messaggio arriva sempre a chi lo ascolta. È una persona poliedrica, che ama avere gli occhi sul mondo, che ama aprirsi a tematiche differenti; a volte, forse, tende a farsi trasportare dalle sue idee e nelle sue parole ritrovi quella bellissima ingenuità giovanile che è convinta di cambiare il mondo. Sean non è di certo un pompiere. E non è un politico, se per politico intendiamo chi conosce l’arte della mediazione e del compromesso. È invece un politico nel senso classico del termine: chi ha cuore la propria comunità e si batte per migliorarla, con le sue idee, che rivendica sempre, con orgoglio e passione. Penso spesso: “Sean, se solo avessi avuto 20 anni nel 68!”
Sean Sacco, 22 anni, nel Movimento 5 Stelle dal 2012, ad un passo dal Consiglio Regionale nel maggio 2014. Cominciamo proprio dalla fine, la tua candidatura alla Regione.
È stata un’esperienza importante. Anche se non sono stato eletto ho conseguito un risultato che non mi sarei mai aspettato: circa 600 voti partendo da zero. Certo eravamo due candidati di Alessandria, quindi i voti si sono divisi. Poi è passato un ottimo candidato di Acqui Terme (Paolo Mighetti, ndr), dove i voti erano più compatti.
Affrontare una candidatura alla Regione a 22 anni è sfida ambiziosa e difficile: che tipo di adolescente sei stato?
Sono stato un adolescente tranquillo, non ho particolarmente amato il periodo trascorso alle scuole medie; alle superiori ho iniziato invece ad interessarmi di politica: è stato un periodo molto bello, di cui porto con me molte esperienze positive. Non credo di aver mai dato grossi problemi ai miei genitori, che mi hanno sempre lasciato molta libertà, anche quella di sbagliare. Tuttavia non è affatto facile auto-valutarsi perché bisognerebbe chiedere a qualcuno che mi conosce da anni: per quanto mi riguarda, penso di essere stato un normalissimo adolescente, sicuramente molto attivo dal punto di vista della partecipazione.
Che liceo hai frequentato e quali materie ti appassionavano maggiormente?
Ho frequentato l’ITIS Alessandro Volta di Alessandria, sezione Aeronautica ma le mie materie preferite erano italiano, storia e diritto. Ora ti chiederai il motivo per cui ho frequentato il Volta! La verità è che chiedere a un adolescente di 14 anni cosa vuole fare nella vita e vincolarlo per i 5 anni successivi non mi sembra geniale. Eppure ho dovuto scegliere e ho pensato che fosse un buon compromesso nel caso non mi fossi iscritto all’università. Nonostante questo, ho avuto alcuni ottimi professori anche per quanto riguarda le materie che amavo di meno: quasi tutti mi hanno arricchito dal punto di vista umano. C’è chi mi ha insegnato a sudarmi i voti, perchè nella vita reale nessuno ti regala nulla, e mi ha insegnato a riflettere sulle questioni fondamentali.
C’è un episodio che ricordi con particolare gioia?
Ricordo il giorno in cui abbiamo donato il surplus di cassa che avevamo ottenuto alla fine dell’ anno, grazie alla collaborazione dei miei colleghi rappresentanti d’istituto, ad una fondazione per la ricerca per la lotta contro il tumore al seno. Tutti noi abbiamo una mamma che ci ha dato alla luce e abbiamo pensato fosse la soluzione giusta, invece di intascarceli abbiamo preferito dare l’esempio!
Adesso invece che cosa studi?
Studio Diritto e Consulenza del Lavoro all’Università di Torino.
Da quando ti conosco fai politica, e ci siamo conosciuti proprio facendo politica insieme: ti ricordi la tua prima volta alle urne?
Certamente. Erano le regionali del 2010. Io ero emozionatissimo perchè era da pochi mesi che avevo fatto la scelta di schierarmi con una forza politica. Ancora oggi ne sono fiero: sono fiero del fatto di non aver mai votato per emulazione, come fanno in molti seguendo magari le orme dei propri genitori o degli amici. Io avevo la mia idea e al primo comizio ci sono andato da solo! Se un giorno dovessi pentirmene almeno so con chi prendermela.
Qualcuno ti ha cambiato la vita?
No. Ad essere sincero non ci sono state molte persone che mi abbiano cambiato la vita, almeno non una in particolare. Diciamo piuttosto che ho conosciuto determinate persone nel momento giusto, le quali mi hanno reso, nel bene e nel male, la persona che sono oggi.
Cosa ti piace leggere?
Sinceramente sono più amante dei film che dei libri e lo ammetto senza vergogna. Mi piacciono molto i classici ma leggo libri che trattano di economia, marketing, psicologia perchè ritengo che l’offerta formativa che mi viene fornita dall’ università non sia sufficiente! Devo integrare con la lettura che tratta temi attuali! Ultimamente seguo molto la finanza, per parlarne bisogna conoscerla, oggi ‘pesa’ di più dell’economia reale! Chi ama la politica non può ignorarla, sarebbe come fare i conti senza l’oste: altrimenti sarà, come già succede oggi, la finanza a comandare la politica e non viceversa! E, ci tengo a precisare, scrivilo a grassetto se puoi, che io detesto profondamente guardare la televisione.
C’è un personaggio storico o un politico che ti sia d’esempio?
No. Non ho esempi o idoli da seguire. Certo ne ammiro alcuni e penso che ci siano stati personaggi validi nel nostro passato politico. Ovviamente, però, parlo di personaggi che risalgono ad oltre 20 anni fa, non necessariamente con idee affini alle mie. Credo comunque che chiunque affronti la propria vita con onestà e coerenza, nel rispetto degli altri, sia meritevole di essere preso come esempio, indipendentemente dallo schieramento politico. Queste premesse ovviamente restringono notevolmente il campo di scelta, ma non abbastanza da fare un nome: tutti commettono degli errori, nessuno per fortuna è perfetto! Come esempio ho valori, che devo applicare in questo particolare e delicato momento storico! Nel mio piccolo cerco di farlo al meglio! Mi piacerebbe avere un esempio concreto da seguire, ma non l’ho ancora trovato!
Perché hai scelto il M5S?
Vivo in mezzo alla politica sin da bambino. Son cresciuto in ambienti politici, da adolescente ho seguito con interesse il Partito Democratico e anche l’Italia dei Valori, ma nessuno mi ha mai convinto. Poi nel 2009 ho sentito un comizio di Beppe Grillo e ho cominciato ad informarmi; ho conosciuto molti candidati e simpatizzanti. Il progetto del Movimento mi ha subito convinto, in particolare l’idea di cittadinanza attiva.
Che cos’è la politica?
La politica coordina il vivere comune, ogni gesto che compiamo ha una potenzialità politica. Se tutti ci interessassimo di politica, nel senso di azioni per la comunità, forse avremmo una società migliore.
E perché la politica non riesce più ad attrarre i giovani?
Ci sono molti fattori: ciò che li tiene lontani è l’immagine che è stata sporcata negli anni. Poi manca la cultura politica che si forma nell’adolescenza e nel nostro caso (i nati negli anni 90’, ndr) non c’è stata. Abbiamo ricevuto una cattiva educazione dalle generazioni precedenti, non abbiamo avuto esempi che ci abbiano spinto ad abbracciare la politica.
È un caso che ciò coincida con il crollo delle ideologie?
Penso che più che altro sia la fine delle promesse di benessere sociale che i due blocchi ci hanno propinato dal 1945 al crollo del muro. Ma hanno fallito entrambi e con loro sono fallite le ideologie. Ora dobbiamo ricostruire il pensiero politico, riscoprendo valori e identità.
Quali valori dovrebbero essere riportati in auge dalla politica?
Onestà e coerenza soprattutto, che insieme portano alla credibilità. E poi, ovviamente, l’attenzione verso gli ultimi.
Questo è un tema venerabile della sinistra classica, però.
Dai, allora un po’ di sinistra lo siamo.
Ma un’accusa che vi fanno spesso è di essere fascisti.
Saremo anche fascisti ma almeno coinvolgiamo e facciamo votare le persone con trasparenza, prima di agire chiediamo. Certo non abbiamo la presunzione, quella sì tipica dei fascisti.
A proposito del vostro rifiuto di accettare lo spazio politico nella divisione destra-sinistra, come si definisce il Movimento 5 Stelle?
Il Movimento è composto da cittadini che cercano di dare soluzioni ai problemi utilizzando il buon senso al posto dell’ideologia. I tempi cambiano, la società cambia. Anche le ideologie finiscono.
Il cambiamento si riflette anche nel modo di fare politica, in questo modo può essere intesa la democrazia diretta?
È un modo per avvicinare le persone alla politica, fargliela sentire pienamente loro. La critica che più sovente ci viene rivolta è l’impossibilità pratica di applicare la democrazia diretta come ad Atene, per l’evidente ampiezza del suffragio universale. Ma ora c’è la rete: possiamo fare politiche ed eleggere i nostri Parlamentari con un clic, come stanno facendo in America.
Ma in America la rete ha scopo consultivo, non vincola i Parlamentari.
Per il Movimento il deputato è un portavoce, quindi deve essere vincolato. Poi ovviamente abbiamo gruppi tematici, non occorre votare ad ogni consultazione.
La rete però è anarchica: è difficile far conoscere il tuo operato ad un pubblico che non vedi, che non conosci personalmente.
Io mi prodigo quotidianamente, mi muovo e mi informo di ciò che succede e cerco di far conoscere e passare la mia idea e quindi devo essere bravo a spiegare e a convincere il mio interlocutore. È la politica. La coscienza collettiva va aiutata a maturare.
Dall’ “uno vale uno” al “Direttorio”, rischia di non essere più democrazia diretta.
Guarda secondo me il Direttorio è utile perché abbiamo visto che c’è bisogno di un minimo d’organizzazione.
Molti dei vostri fuoriusciti accusano una gerarchizzazione….
Ma è tutto da dimostrare. A volte ci sono situazioni da gestire in tempi ristretti o in situazioni difficili, e a questo serve il Direttorio. Ma i componenti rispondono sempre e comunque ai loro meetup, sono vincolati agli elettori. Noi sottostiamo al volere della base.
Ma allora perché da inizio legislatura molti hanno lasciato il Movimento senza dimettersi dal Parlamento, visto che avete sempre deprecato questo atteggiamento?
Conosco diversi Parlamentari e mi dicono che è difficile restituire cifre elevate quando sarebbero tue per legge, ma la decisione dei nostri Parlamentari di rinunciaci deve essere mantenuta. Chi compete per cariche istituzionali con noi prende un impegno morale con gli elettori, proprio come ho fatto io in occasione delle Regionali. Il rapporto portavoce-elettore deve essere di fedeltà e ci vuole maturità. Consideriamo che siamo ancora un esperimento, siamo da poco in Parlamento e sapevamo che qualcuno avrebbe mollato ma siamo cambiati. Anche il nostro elettorato è cambiato.
Ritornando ai giovani e la politica, il vostro è un caso particolare: pur non avendo la giovanile, siete la forza politica che attrae maggiormente il voto giovanile. Com’è possibile?
Ma perché avere la giovanile non vuol dire saper parlare ai giovani. È inutile avere la giovanile se poi questi giovani si comportano già come i vecchi: per questo il Pd non intercetta il voto giovanile, i suoi giovani non hanno il coraggio di fare politica in un modo nuovo, proponendo nuove strutture e nuovi orizzonti. Per piacere ai giovani bisogna stare con loro, non chiudersi in una stanza a tessere le proprie lodi.
Che cosa piace ai giovani del M5S?
Prima di tutto penso la mancanza di “dinosauri politici”. Siamo dinamici e presentiamo facce nuove e pulite. Per ora possiamo dire che nessuno dei nostri è stato incarcerato o indagato. Come detto in precedenza mettiamo al primo posto onestà e coerenza.
No-Tav, banda larga, green economy e nuovi piani infrastrutturali eco-sostenibili: proponete temi che non hanno grande risonanza nelle agende politiche dei grandi partiti. Eppure vi si cita soprattutto per l’anti-politica e lo stop ai finanziamenti pubblici ai partiti. Avete un’idea d’Italia?
Beh, la nostra coscienza ecologista è un dato di fatto. Io penso sempre che il mondo non sia nostro, ma un prestito che abbiamo dalle generazioni future. Se non cambiamo, i nostri figli pagheranno le conseguenze, come noi paghiamo quelle dei nostri genitori. Non vogliamo svendere il territorio e vediamo che la green economy può far crescere l’Italia. Potremmo avere nuovo sviluppo e maggiore occupazione. Potrebbe essere una nuova rivoluzione industriale. Ovviamente ci vogliono ricerca e innovazione: cominciamo a non far scappare i nostri giovani ricercatori nei think -tank esteri.
E che progetti hai per il tuo futuro?
Io in politica m’impegnerò sempre, sia da eletto sia da cittadino normale. Ora penso a finire gli studi (consulenza del lavoro, ndr) e a occuparmi del mio lavoro. È ancora presto. Ad ogni modo spero di continuare a dare il mio contributo al Movimento e ai suoi valori.
Mettiamo caso che tu stia parlando a una platea di giovani, convincili a fare politica.
L’unico modo per ottenere ciò che si vuole e realizzare i propri sogni è prodigarsi in prima persona. Non si può delegare a qualcuno questo compito. I giovani si devono tirare su le maniche. Soprattutto, se il mondo dovesse prendere una piega sbagliata la colpa non sarà di ciò che abbiamo fatto, ma di ciò che non abbiamo fatto. Il male di questo mondo sono gli ignavi. E infatti Dante li ha messi all’Inferno.
Giovanni Prati