Partecipazione Democratica: “Il teleriscaldamento comporterà tariffe più alte per gli alessandrini”

Teleriscaldamento 1di Giovanni Prati

 

Nuovo capitolo, venerdì sera alla ex Taglieria del Pelo di Alessandria, nella  ‘saga’ del teleriscaldamento, che da settimane infiamma il dibattito politico in città, soprattutto all’interno del centro sinistra.

All’incontro pubblico organizzato da Partecipazione Democratica hanno preso la parola i rappresentanti di diverse forze politiche, ovvero Cesare Miraglia, segretario dei Moderati, Ciro Fiorentino dei Comunisti Italiani/Federazione della Sinistra, Filippo Boatti di Sinistra Ecologia e Libertà, Marcello Capone del Partito Socialista Italiano e Massimiliano Olivieri di Scelta Civica.

Scopo dell’iniziativa è di fare chiarezza e far conoscere ai cittadini che cosa sia effettivamente il teleriscaldamento, come funzioni, quali costi comporti, quali benefici e svantaggi arrechi e, soprattutto, quale sarà nel progetto il ruolo, e quindi anche il futuro, del Gruppo Amag.

Ma non solo. In realtà durante la serata sono state manifestate perplessità sull’operato della giunta in merito ad altri temi, come l’affido della gestione di calore ed elettricità degli edifici comunali (citata la delibera del 23 dicembre 2014), la gestione delle discariche, la questione Grande Amag e i recenti aumenti degli stipendi manageriali della partecipata.

Segno che i disaccordi all’interno della coalizione di centro-sinistra esistono, e non riguardano solo il teleriscaldamento, come emerso venerdì sera da palesi e reiterati attacchi al gruppo Pd. Nonostante ciò, almeno ufficialmente, da nessun relatore è stata espressa la volontà di cominciare un cammino politico alternativo e antagonista al Partito Democratico.

Per sgomberare il campo da equivoci, occorre ricordare che il teleriscaldamento, un nuovo sistema di co-generazione di elettricità e calore con un unico impianto, è già in funzione ad Alessandria ma coinvolge solamente le zone del Cristo da Via Gandolfi a Via Bensi, con un investimento di capitali privati di 10 milioni di euro forniti dalla società Egea. Il progetto iniziale era stato avallato da tutta la maggioranza di Palazzo Rosso, che ha visto in esso la possibilità di abbattere costi ed emissioni.

Le divergenze però sono arrivate a seguito della manifestazione di pubblico interesse espressa dalla Giunta per il nuovo progetto presentato da Egea: allargamento della copertura da 4.000 (attuali) ai 27.000 alloggi, investimento di circa 95 milioni di euro, copertura di più del 50% della città escluso il centro storico, messa in regime di una caldaia unica per un impegno di circa 60 anni con un rientro sugli investimenti a partire dal quindicesimo anno.

Ma proprio qui si sono sollevati i dubbi delle forze politiche che si sono riunite in Partecipazione Democratica: il teleriscaldamento è veramente efficiente? Consentirebbe davvero un risparmio del 25-30%? Le emissioni di CO2 e SO2 diminuiranno? Ma soprattutto, quali effetti ci saranno su Amag e sulla sua controllata Alegas che gestisce la rete di distribuzione del calore a metano, con la creazione di un forte competitor privato?

Teleriscaldamento Godio“Cominciamo male” ha esordito Giampiero Godio, responsabile regionale Energia di Legambiente, “per prima cosa è mancata trasparenza visto che sul sito del Comune di Alessandria non era possibile scaricare il testo del progetto di Egea.”
Godio inoltre ammonisce sul revamping: in pratica il sistema di teleriscaldamento necessiterebbe di ricariche in seconda battuta, con il conseguente aumento dei prezzi. Rincara la dose, invece un tecnico della Restiani che afferma che “in tutte le zone in cui è stato implementato il teleriscaldamento, nel medio periodo i prezzi si sono alzati”.

Teleriscaldamento CavalchiniIlluminanti sono poi stati gli esempi riportati da Pier Luigi Cavalchini, di Pro Natura, che ha evidenziato come i costi siano elevati. “A Novara si avviò il teleriscaldamento nel 2003, ma nel biennio successivo i costi globali preventivati si sono alzati per la creazione di allacciamenti e per il rifacimento degli scambiatori. I costi ovviamente non sono andati a carico del gestore ma dei cittadini. Morale? Il progetto è stato bloccato.” Situazione analoga anche ad Alba, “dove addirittura il costo fisso imponibile è aumentato venendo a costare di più dei precedenti impianti e studi analitici non hanno nemmeno dimostrato significative diminuzioni delle emissioni”.

Le preoccupazioni maggiori, però, espresse tramite gli interventi di Felice Borgoglio, Renzo Penna, capogruppo SEL in Consiglio Comunale e di Claudio Lombardi, assessore all’Ambiente, riguardano il futuro di Amag. Il rischio paventato è che il progetto teleriscaldamento favorisca la nascita di un monopolio privato o comunque una divisione del mercato che depauperi Amag.

Borgoglio non nasconde le prTeleriscaldamento Borgogliooprie preoccupazioni: “Il progetto prevede a regime ricavi per il calore di 35 milioni di euro, che a popolazione invariata vuole dire una cosa molto semplice: questo fatturato sarà perso da Amag. Inizialmente i prezzi saranno tenuti bassi e sarà conveniente, ma nel medio e lungo periodo verranno stipulati contratti vincolanti con costi elevati a danno degli utenti”.

Nei fatti nessuna chiusura in toto al teleriscaldamento, ma invito ad una riflessione strategica per il futuro della partecipata comunale, perchè possa diventare più forte e competitiva e non invece indebolirsi, e per il portafoglio dei consumatori alessandrini, che potrebbero trovarsi a pagare di più. Nei fatti da più voci è stato sostenuto che i costi aggiuntivi, là dove c’è il teleriscaldamento, sono stati sostenuti dal consumatore e non dal gestore. Il monopolio privato, poi, è un rischio evidente: per assenza di concorrenza, i prezzi aumenterebbero con maggiore facilità senza la possibilità di affidarsi a fornitori alternativi.

Ha cercato di spegnere i toni polemici Giorgio Abonante, assessore al Bilancio di PalazzoTeleriscaldamento Abonante Rosso che, tra i mormorii e le perplessità di una sala piena, ha sostenuto che “nulla è stato ancora deciso. Egea ha presentato il progetto, peraltro con le dovute condizionalità, e la Giunta ha manifestato il pubblico interesse. Dovremo poi vedere tutti i progetti di gara, vedendo quali siano convenienti, migliorativi e sostenibili.”

Tuttavia, la sensazione che il teleriscaldamento fosse solo uno dei temi oggetto di divergenza con il Partito Democratico ha assunto concretezza tramite l’intervento molto critico di Felice Borgoglio, sindaco di Alessandria dal 1972 al 1979, e poi a lungo parlamentare Psi, che ha toccato i temi di Manutencoop, dell’Aral e della grande Amag. Segno che, partendo da una serie di dibattiti pubblici, Partecipazione Democratica potrebbe aspirare a diventare una realtà più grande: e forse un competitor politico del Partito Democratico.

Il dibattito è appena cominciato e si prospettano nuove tensioni in consiglio comunale. Per ora resta una manifestazione di pubblico interesse da parte dell’amministrazione comunale per il progetto di Egea. E, ufficialmente, Partecipazione Democratica intende proseguire con incontri aperti alla cittadinanza per una maggiore trasparenza, senza intenzione alcuna di porsi come alternativa politica al Pd.