Abbiamo già nominato un ballo con questo nome, ma che cosa significa?
«E’ sempre bello vedere ballare le persone!», soleva dire Camillo Golgi, Direttore dell’Istituto di Patologia Generale dell’Università di Pavia e ripeté questa frase nel suo studio “Il ballo di San Vito illuminato dal fuoco di S. Antonio” che gli permise di aggiudicarsi il premio Nobel per la Medicina nel 1906.
“E’ sempre bello vedere ballare le persone!” anche i Goliardi Alessandrini la pensano così e quindi trovano troppo lungo il lasso di tempo che intercorre tra i veglioni, i baccanali, le feste danzanti ufficiali che avvengono sotto le feste di Natale (culminanti con l’elezione della miss il 6 gennaio) e quelli organizzati in occasione del carnevale.
Basta dunque inventarsi un’occasione, una data ed un titolo… così sia detto, così sia fatto… la Goliardia Alessandrina, con l’efficienza del governo Renzi (senza però le puttanate), agisce e così nasce illico et immediate il veglione definito “La fanciulla del 18 gennaio“.
Anche questa volta l’amato giornale “Il Piccolo“, che riceverà dalle nostre pontificali mani, tantissimi ani dopo la massima onorificenza, lo “Urinàri d’òr” (parleremo anche di questo), immortala questa tessera (vedi foto n. “1“) del mosaico Goliardico Alessandrino sulle sue pagine. Nella foto vediamo il momento in cui i Goliardi stanno consegnando i regali alla Miss o, meglio, alla “Fanciulla del 18 gennaio” appena eletta: la bellissima Mariella Bertolotti.
N.P.
Qualcuna o qualcuno, sicuramente più repellenti del deretano mal lavato di un pustoloso novantenne, potrebbe obiettarci che usiamo esageratamente l’aggettivo “bellissima”.
La risposta è una sola: se questi ipovedenti si concentrano, magari con l’ausilio di una lente, sulle foto: ci daranno ragione!
L’immagine di una bella donna ci ha sempre fatto sognare: “Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui lemona…” gioiva l’antesignano dei cuckold, il Ghibellin fuggiasco sulla “Vita nova“, vedendo la sua amata concedersi a tutti tranne che a lui…
Uno dei primi Goliardi, Cecco Angiolieri, vissuto a cavallo tra il ‘200 ed il ‘300, ed osteggiato dall’ex ministressa Elsa Fornero, termina il suo immortale sonetto “S’i fosse foco” coi versi:
“S’i’ fosse Cecco, come sono e fui, / torrei le donne giovani e leggiadre: / e vecchie e laide lasserei altrui.”
Il Dottore della Chiesa Tommaso d’Aquino reputa la bellezza femminile come una delle cinque vie per dimostrare l’esistenza di Dio. Il Doctor Angelicus nella via “Ex variis gradibus perfectionis” afferma che certi “tronci pruni” (tronchi di susina) non possono essersi così conformati da soli e quindi…
Ritornando alla foto n. “1”, possiamo apprezzare (da sinistra): Attila il Cruento, neo Yanez de Gomera in versione Goliardica con la sua immancabile sigaretta, per la cronaca una squisita Stop senza filtro. Sia noi che Attila abbiamo smesso da ani di praticare questa splendida virtù (tutto ciò che dà piacere non è un vizio, ma una virtù), però ricordiamo con nostalgia il rito dell’accensione, la libidine della prima boccata, la sensazione di piacere data dal fumo quando attraversava tutto l’apparato respiratorio, la cinestesica percezione di saturazione al termine della sigaretta… Un distinto Fulvio Fusco ha rubato il microfono ad Attila, il presentatore ufficiale, per illustrare i regali alla Miss. Subito a fianco ecco Ano il Grande, per ora Cardinale dell’Ordine e futuro (mancano poco meno di due anni) Pontifex. A destra della Miss, pronto a consegnarle un ennesimo premio ecco il Pontifex Maximus O.G.A.K. Alarico il Truce, che mostra le terga al popolo che gremisce la sala del Circolo Alessandria.
N.P.
Sicuramente qualche salutista non approverà la nostra apologia alla sigaretta, dicendoci che non possiamo esaltare ciò che tanto sfacelo fisico ci causò, ma numerosi sono i dannati nello “Inferno” di Dante che, nonostante il duro contrappasso, non sono pentiti di quello che hanno commesso, anzi lo rifarebbero con tutto il cuore! Mi rampognino aspramente costoro e mi ripetano pure all’esasperazione il pensiero (espresso nell’opera “Maxims of the law“) di Francesco Bacone: “the cigarette is a cylinder white, whose ends are: a small fire and a jerk!” (la sigaretta è un cilindretto bianco le cui estremità sono: un fuocherello ed un coglione!).
Nella foto n. “2” ecco un Fulvio Fusco in versione “tiratore di rocchi” nei confronti della Miss, mentre fa finta di intervistarla. Tra lui e la bella spicca la gioviale presenza di Luigi Avallone, che, con un sorriso a trentadue denti, sembra la reclame del divertimento o l’immagine del Berlusca quando ci diceva che tutto andava bene! Agli estremi di questo gruppo Attila (sempre sigarettato) che tra poco truciderà Fusco per riprendersi il microfono ed il Pontifex Maximus Alarico il Truce che controlla la situazione.
Nella foto n. “3” possiamo apprezzare Attila (“b“) (nuovamente col microfono), con l’espressione di colui al quale sia stata inserita una supposta delle dimensioni di un Mathusalem di Veuve Clicquot (almeno la marca attutisce il dolore!) ed una parte del senato AGA che fa da cornice alla Miss e, precisamembro: (“a“) Luigi Avallone (non più a trentadue denti), (“c”) Carluccio Lastrucci, (“d”) Giorgio Colonna (Presidente dell’AGA e, esattamente come la nostra pontificale persona, con qualche miliardo di grammi in meno!), (“e“) Roberto Visca.
Le foto nn. “4” e “5” sembra che siano state scattate nell’ambito del governo dopo che è stato deciso un ulteriore aumento della benzina o che è stato varata, per decreto legge, una nuova tassa o una legge ad personam… tutti ridono, tutti sono contenti, tutti se la godono!
Da notare nella foto n. “4” gli sguardi lubrichi di Avallone e di Attila nei confronti della Sig.na Mariella Bertolotti, la Miss… i due si stanno impegnando in una gara di oftalmocoito. Lastrucci, per contro, sta guardando languidamente uno dei due… ah l’amour!
Nella foto “5” possiamo apprezzare i momenti finali della nomina della Miss e concludere con due piccole osservazioni: non c’è stata foto in cui Attila il Cruento non sia stato in compagnia della fedele sigaretta; il titolo di Miss è stato assegnato ex aequo a Mariella Bertolotti e Carluccio Lastrucci!
Abbiamo parlato di oftalmocoito e ci è venuto in mente uno scherzetto innocente che ci ricorda l’incantevole periodo pavese.
Una conquista facile
Nella discreta penombra del localino alcune coppie, appiccicate con l’Attak, stanno ballando un lento limaccioso, la voce di Demis Roussos è più efficace del Viagra: erezioni al massimo della Scala Mercazzi, slinguamenti da formichiere, lettura Braille dal collo alle natiche, scontri pubici continuati.
Seduti ad un tavolo vicino al bar, ragazzi e ragazze se la ridono allegramente, tutti tranne una, una formosa brunetta in minigonna e camicetta tenuta chiusa da un unico bottone che sfida tutte le leggi della fisica.
In silenzio la procace fanciulla continua a fissare intensamente un biondino seduto al banco del bar davanti ad un boccale di birra che, molto timidamente, tenta di ricambiare gli sguardi, grattandosi furiosamente la testa per il nervosismo.
Questo sfigato, questa larvetta umana è noto per essere un grosso secchione, introverso e solitario e per di più da tempo stracotto della ragazza, sua compagna di corso, che ora lo sta fissando in modo inequivocabile.
Ora anche lui ha preso coraggio e fissa la sua interlocutrice senza abbassare mai lo sguardo; col labbro inferiore a penzoloni, i radi capelli arruffati, l’occhio acquoso ed un rossore che, a chiazze, copre tutto il viso, ha veramente un’espressione da voltastomaco, ma, si sa, l’amore è cieco e lei continua a fissarlo sorridendo (meno male che l’oftalmocoito non può ingravidare, altrimenti la tapina avrebbe già nove gemelli in pancia!).
Lo sfigato si è finalmente deciso, si avvicina alla ragazza (rischiando di accecarla con un bottone della patta tesa al massimo) e con un sorriso ebete le chiede di ballare; lei, che non aspettava altro, si alza in silenzio e, mano nella mano, si lascia condurre in pista…
…dove, complici i Procol Harum, sboccia l’amore.
Dopo mezz’ora di pre-coito verticale a suon di musica, lei gli propone una corsa notturna sulla sua cinquecento e lui, ancora privo di patente (solo dopo la laurea i suoi gli permetteranno di andare a scuola guida), accetta con arrapato entusiasmo.
Dopo una veloce corsa nella fresca notte estiva, l’auto si ferma in una viuzza di campagna (non si sa chi abbia avuto l’iniziativa di proporre la sosta), proprio sotto le classiche frasche.
I ribaltabili si abbassano e su questa alcova in sedicesimo minigonna e camicetta scompaiono come per incanto (bella forza, è bastato slacciare un bottone ed abbassare una lampo) ed a lei resta come unico, misero baluardo un ridotto paio di slip rosso vivo, la cui permanenza in situ è di brevissima durata.
Anche lui si spoglia (il suo corpo nudo, illuminato dalle stelle, fa pensare ad un lungo, magro, pallido e flaccido lombrico) e con un gemito le va sopra: finalmente quello che per mesi ha sognato durante violenti giochetti solitari nell’intimità del cesso sta per avverarsi.
– Bravo! Bis! Sei un mago! Continua così che vai forte!
L’auto, illuminata a giorno dal fascio di potenti torce elettriche, è circondata da una quarantina di Goliardi che applaudono il novello latin lover.
Il tapino batte il record mondiale di velocità di caduta della libido!