I nuovi ‘tagli’ preannunciati dal Ministero nelle scorse settimane sul budget 2015 non la mettono propriamente di buon umore, ma la professoressa Angela Colombo, da tre anni ‘energico’ direttore del Conservatorio Vivaldi di Alessandria (“ma qui dentro ci ho trascorso la vita intera: prima come studentessa, poi dal 1980 come docente”), non si abbatte di certo, e dopo aver ‘scacciato’ una fastidiosa influenza invernale è prontissima ad affrontate le sfide e, indubbiamente, anche le difficoltà che questo 2015 porterà con sè: “Sa cosa mi fa essere sempre e comunque fiduciosa? L’entusiasmo dei ragazzi e delle ragazze che arrivano qui da ogni dove, innamorati della musica, e all’inseguimento dei loro sogni: finché ci sono loro, non c’è taglio di risorse che ci possa fermare, ce la faremo sempre”. Proviamo, allora, a capire un po’ meglio, da profani del mondo delle sette note, come funziona il Conservatorio Vivaldi, e quali opportunità offre ai suoi studenti, ma anche a tutto il territorio.
Professoressa Colombo, come è cominciato questo 2015?
(sorride, ndr) In salita direi. L’altra settimana ci è stato comunicato che dal fondo ministeriale arriveranno dal 30 al 50% in meno di risorse, senza peraltro quantificare precisamente il taglio. Può immaginare cosa significa, avendo già pianificato una serie di attività tradizionali, e avendo anche altri progetti in rampa di lancio. Ma ce la faremo, come sempre…
Avete anche avuto qualche ‘aggiustamento’ del corpo docente ad anno accademico in pieno svolgimento, è così?
Purtroppo sì: 16 nuovi insegnanti da gennaio, su un corpo docente complessivo di 88 unità. Tutti benvenuti e bravissimi, sia chiaro. Ma il punto naturalmente è: l’assegnamento delle cattedre e del personale sarebbe opportuno farlo in estate, o al massimo entro settembre. Perché ora gli studenti si ritrovano a dove cambiare alcuni professori ad anno accademico in corso, e non è mai bello. Senza contare che alcuni hanno dovuto aspettare gennaio per avere gli insegnanti specifici: prima naturalmente sono stati supportati da altri professori, ma non è la stessa cosa.
Guardiamo il bicchiere mezzo pieno professoressa Colombo: il Conservatorio Vivaldi è sempre più un’eccellenza per il nostro territorio. E un’eccellenza ‘attrattiva’, se si guarda alla provenienza degli iscritti…
Lo è decisamente, per fortuna. Complessivamente abbiamo circa 700 iscritti, che vanno dai bambini della primaria ai corsi per adulti, e la trasformazione del Conservatorio in vero e proprio corso di laurea, diciamo con una 3+2 ossia laurea di primo livello e specialistica, è ormai stata pienamente metabolizzata. E soprattutto, è vero, siamo una struttura fortemente ‘attrattiva’, nel senso che ci sono studenti e studentesse che da tutta Italia, ma anche da mezzo mondo, puntano con decisione sul Vivaldi, perché vogliono seguire determinati corsi, con specifici docenti. E questo è certamente un aspetto molto qualificante, e gratificante.
Qual è l’età giusta per cominciare a suonare?
Da bambini, senza dubbio. Direi che prima si comincia e meglio è, pur naturalmente nella necessità di differenziare rispetto agli strumenti. Peraltro oggi al Conservatorio è cresciuto il tempo dedicato allo studio della teoria musicale, in senso lato, e questo naturalmente implica un impegno molto intenso, perché al contempo non è che si possa ridurre più di tanto lo spazio dell’esercizio con lo strumento: da diplomata e docente di pianoforte, le assicuro che uno studente non può esercitarsi per meno di 6-7 ore al giorno, tutti i giorni. Aggiungiamoci la teoria, e tutto il resto, e si capisce che per intraprendere questo percorso serve una forte predisposizione, e determinazione.
Gli strumenti più studiati quali sono?
Pianoforte e chitarra continuano ad avere un’attrattiva molto forte, e prevalente. Ma esiste per fortuna un’offerta ad ampio spettro, e non va dimenticato che ci sono strumenti apparentemente ‘di nicchia’, che proprio per questo offrono prospettive interessanti, sul fronte occupazionale.
Ecco un aspetto interessante, professoressa: che prospettive lavorative ha oggi un diplomato al Conservatorio?
(sorride, ndr) Certamente la crisi colpisce duro anche nel nostro settore, soprattutto con la chiusura delle orchestre. Uno sbocco è quello dell’insegnamento, pubblico ma oggi soprattutto privato, e non sono pochi i diplomati che si muovono in questa direzione. Poi c’è appunto il percorso concertistico: ma lì è davvero complicato, serve grande talento ma anche una capacità organizzativa e di valorizzare anche commerciale della propria professionalità che certamente non è da tutti. Abbiamo comunque diplomati che si muovono, e girano anche il mondo alla ricerca di opportunità: spesso togliendosi belle soddisfazioni.
Quanto costa frequentare il Vivaldi? Parliamo di cifre simili a quelle dell’Università?
In generale sì, con alcuni percorsi specifici anche più onerosi, perché richiedono da parte nostra investimenti supplementari, non coperti dai fondi ministeriali. Penso ai corsi di jazz, in particolare, che sono da sempre un nostro fiore all’occhiello, grazie alla lungimiranza, negli anni Settanta, del professor Quaranta, in un percorso proseguito poi dal professor Ermirio. Però ci sono anche diverse borse di studio, grazie al 5 per mille, ma anche ai contributi del pubblico che partecipa alla nostra stagione concertistica, e ad un privato particolarmente sensibile, che però mi ha vietato di citarlo!
Dopo non poche polemiche, ad Alessandria si è avviato il percorso del liceo musicale, all’interno del Saluzzo Plana. Esiste qualche rapporto con il Conservatorio?
Assolutamente sì, il liceo può essere avviato solo se esiste un accordo e una stretta collaborazione con il Conservatorio, e abbiamo due docenti che svolgono un importante ruolo di raccordo organizzativo, garantendo che si sviluppi un percorso omogeneo. Peraltro abbiamo anche due collaborazioni già avviate con i licei musicali di Vercelli e Omegna: va però ricordato che non esiste un percorso con passaggio automatico: ossia non basta diplomarsi al liceo musicale per poi accedere in maniera diretta al Conservatorio, inteso come corso di laurea.
Professoressa Colombo, da quando tre anni fa lei ha assunto la direzione del Vivaldi l’impressione è di un Conservatorio molto più ‘visibile’, più aperto alla città e al territorio. E’ una scelta precisa?
Lo è assolutamente, e se merito c’è lo condividiamo volentieri con i nostri partner: dalle istituzioni pubbliche di casa nostra, davvero attente e sensibili, fino a tante strutture private, come il Teatro Parvum, l’Accademia di San Rocco e molte altre.
E quest’anno, in vista dell’Expo milanese, vi apprestate anche ad ‘esportare’ il marchio e l’offerta musicale del Vivaldi in terra lombarda….
Ci teniamo molto: stiamo lavorando ad uno spettacolo, Marcovaldo, che sarà presentato durante i mesi dell’Expo all’interno del Padiglione Italia: e ci saranno anche canzoni di Celentano, Gaber e tanti altri autori della nostra musica leggera.
Insomma, sono lontani i tempi del Conservatorio tempio esclusivamente della musica classica: colta, e magari un po’ noiosa…
Lontanissimi. In un Conservatorio moderno, come il nostro, si studia musica davvero ‘a tutto campo’. Ovviamente con tutto il rigore necessario sul fronte classico, ma anche aprendoci in maniera piena al jazz, al pop. Pochi mesi è stata discussa una tesi di laurea dedicata a Janis Joplin, si figuri un po’…
Ettore Grassano