Il TAR del Lazio ha rinviato la tanto attesa decisione relativa all’IMU agricola, attraverso il decreto col quale sono stati stabiliti i criteri per individuare le nuove aree di esenzione. Perciò il pagamento deve essere fatto entro il prossimo 26 gennaio, termine troppo stretto per riuscire a effettuare anche i conteggi.
Riassumendo brevemente la vicenda: una nuova legge ha previsto, a partire dall’anno 2014, una nuova elencazione dei terreni agricoli ricadenti in aree montane o di collina esenti dall’IMU affidando ad un apposito Decreto Interministeriale la definizione dei criteri. Sono state stabilite: esenzione totale oltre i 601 metri, esenzione riservata a coltivatori diretti fra i 201 e 600 metri, nessuno sconto al di sotto, decisioni oggetto di forti critiche da parte della CIA e degli stessi Comuni, riguardo al contenuto e al ristretto termine di versamento, prorogato al prossimo 26 gennaio.
Nel frattempo si attende un intervento del Governo, dalla CIA fortemente sollecitato e richiesto sia dal Parlamento che dall’ANCI, di revisione sostanziale dei criteri adottati per la definizione delle nuove aree di imposizione.
Commenta Gian Piero Ameglio, presidente provinciale CIA AL: “Il quadro normativo e l’atteggiamento del Governo hanno determinato una condizione di incertezza nell’applicazione della norma per cui, in ogni caso, ricorrono chiaramente i presupposti per l’applicazione dei principi di tutela del contribuenti previsti dallo Statuto del Contribuente, il quale stabilisce che le sanzioni non possono essere irrogate quando le violazioni dipendono da obbiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull’ambito di applicazione della norma. La Giunta regionale CIA si sta attivando per eventuali manifestazioni ed, in questa eventualità, una delegazione alessandrina sarà sicuramente presente”.
Spiega Giampiero Piccarolo, responsabile CAF CIA AL: “Siamo amareggiati per l’intera vicenda ed è assurdo costringere le persone e gli uffici ad effettuare i conteggi in così poco tempo. Se si dovrà pagare, e spero che questo non accada, una scadenza congrua di termine non può che essere il 30 aprile”.
Conclude il presidente nazionale CIA Dino Scanavino, con una nota inviata al Ministero: “La situazione è inaccettabile e paradossale. La data del 26 gennaio non è assolutamente praticabile. L’IMU è un prelievo insostenibile per gli agricoltori, che nell’ultimo anno hanno visto i loro redditi crollare dell’11% (contro l’1,7% della media Ue) rispetto al 2013 e i prezzi sui campi diminuire del 5,5% tendenziale. Embargo Russo, maltempo, fitopatie e calo dei consumi interni hanno fatto il resto, facendo crollare le produzioni dell’8,5%. E’ chiaro quindi che le aziende agricole non possono sopportare ulteriori aggravi economici, tanto più nel caso di un provvedimento iniquo sia nei contenuti che nella modalità di attuazione e di prelievo. Chiediamo che il Governo dia seguito a quanto annunciato e sani a livello normativo una condizione che lascia gli agricoltori in balia dell’incertezza. In attesa di una misura correttiva, che auspichiamo tempestiva, abbiamo deciso di invitare i nostri associati a non effettuare alcun versamento”.