«La mancanza di pensiero − l’incurante superficialità o la confusione senza speranza o la ripetizione compiacente di “verità” diventate vuote e trite − mi sembra tra le principali caratteristiche del nostro tempo»
Hannah Arendt, La condizione umana, 1958
Qualcuno penserà che lo ha fatto perché in fondo non ne ha bisogno (altrimenti, col cavolo…), oppure perché cerca visibilità in vista di futuri appuntamenti elettorali, o chissà che altro ancora. Eppure a me questa volta piace pensare senza tante dietrologie: la decisione di Renzo Penna di devolvere la sua indennità di Consigliere Comunale e Presidente di Commissione, nella sua semplicità mi è piaciuta assai.
In fondo, non è poi così banale aver restituito alla comunità alessandrina più di 4.600 euro legittimamente percepiti, destinandoli a biblioteca e campo scuola. Spesso ci arrabbiamo (giustamente) per lo scadente rapporto qualità-prezzo dei nostri politici, che guadagnano tanto e “rendono” poco; ma quando qualcuno di loro decide di rinunciare volontariamente ad un emolumento, mi sembra giusto sottolinearlo.
Per apprezzare il gesto non credo sia necessario essere politicamente d’accordo con Penna. Chi non lo ha mai votato (il sottoscritto, per esempio) probabilmente non cambierà idea per questo. E non c’è nemmeno bisogno di “santificare” il capogruppo di Sel, ça va sans dire. Penna è un politico di professione, che dalla politica ha certamente ricevuto molto, se non moltissimo. Ma se il suo esempio contaminasse altri suoi ‘colleghi’, probabilmente ne guadagneremmo tutti (non solo economicamente).
Non starei a cavillare sul fatto che i 4.657,04 euro restituiti da Renzo Penna siano pochi o tanti. In certi casi (e in certe epoche), basta veramente il pensiero.
PS: invito tutti a segnalarmi altri gesti ‘modello Penna’ (ci sono sicuramente). Così almeno vediamo chi ‘resta fuori’…