“E’ stato un incontro molto lungo ma anche molto utile. Ci siamo confrontati e in qualità di presidente della rappresentanza dei sindaci Asl-Al ho avuto modo di raccogliere le varie criticità presenti nei diversi territori presi in esame. Una cosa è certa, questo piano avrà una sua precisa filosofia atto a risolvere una situazione davvero complessa”.
Sono le parole d’esordio del primo cittadino di Alessandria, Rita Rossa, a seguito dell’incontro avvenuto in Comune con i rappresentanti dei sindaci Asl-Al e con l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta in merito all’esame della delibera della Giunta Regionale 1-600 del 19.11.2014 (adeguamento rete ospedaliera agli standard della Legge 135/2012; Patto per la Salute 2104-2016; Linee di indirizzo per lo sviluppo della rete territoriale).
Il nuovo Piano Sanitario Regionale interessa soprattutto, per la provincia di Alessandria, gli ospedali di Acqui e Tortona, nel mirino del declassamento ma forti dell’appoggio dei rispettivi sindaci, Bertero e Bardone, e di molti cittadini, pronti a spalancare le porte dei Tribunali e ricorrere al Tar per difendere i propri nosocomi.
“Il nuovo piano sarà fatto non solo per rispondere alle necessità dei tagli. Quella che emergerà sarà una Sanità organizzata in base alle esigenze dei territori, aumentando aspetti di sicurezza per la salute dei cittadini.” La novità è rappresentata da una nuova dimensione che il sindaco ha chiamato “quadrante”: “l’ospedale che risponde solo al suo territorio non sarà più funzionale. Nel quadrante ci saranno ruoli e funzioni annesse ai vari ospedali. Non si ricercano soluzioni per creare primariati ma per creare servizi di qualità per i cittadini, limitando al massimo i loro spostamenti. La risposta alla domanda di salute non può essere solo ospedaliera, ci vogliono ambulatori, laboratori, assistenza domiciliare e sanitaria per chi non si può muovere, medici di base che lavorino in raccordo con l’ASL. L’ospedale di Alessandria rimarrà struttura nazionale, presidio di eccellenza e da Alessandria partirà la collaborazione con i territori per costruire una vera rete a favore dei cittadini”.
“La nostra sanità è malmessa, con il passare degli anni il Piemonte ha perso parecchi colpi tant’è che, al giorno d’oggi, è la regione del Nord Italia con i conti più in rosso. Basti pensare che solo le spese farmaceutico-ospedaliere sono tra le più care in Italia”, queste le prime parole di Antonio Saitta, assessore regionale alla Sanità, che poi procede: “ecco perché è necessario trovare una soluzione per salvaguardare una sanità pubblica che versa in una situazione davvero critica con zero assunzioni ormai da cinque anni ed una incapacità, ormai cronica, di soddisfare le esigenze dei pazienti”.
Un fattore pare, comunque, essere emerso con forza in seguito all’incontro con i primi cittadini Bertero e Bardone (era presente, fra gli altri, anche l’ex sindaco di Tortona e attuale consigliere regionale, Berutti ndr): “Ed è quello di non voler indebolire affatto questi ospedali, anzi, la nostra volontà è quella che debbano dare risposte sicure ed efficienza ai propri cittadini” ha proseguito Saitta. “Per mercoledì abbiamo già fissato un incontro al Ministero della Salute per sottoporre il problema legato ad Acqui e Tortona con il piano della riforma. Puntiamo, comunque, ad una tempistica di 2-3 anni per il completamento della riorganizzazione sanitaria territoriale. Sappiamo benissimo che i cittadini vogliono delle risposte e la politica deve trovarle. Noi siamo sempre a disposizione”.
“Con quest’incontro e dopo la riunione avvenuta la scorsa settimana con il direttore regionale della Sanità, Fulvio Moirano, potremmo davvero iniziare una nuova fase di relazioni e confronti per mettere in sicurezza il futuro della sanità piemontese. Oggi abbiamo aperto una pagina nuova” il commento finale di Domenico Ravetti, presidente della commissione regionale Sanità.
Lo stesso Moirano oggi (martedì, ndr), farà visita a Tortona e Novi.