Non c’è pace e tranquillità per le imprese dell’alessandrino colpite dall’alluvione del 1994, sottolineo del 1994. Sono passati quasi ventuno anni da quel tragico evento e nulla ancora si è sbloccato in maniera concreta riguardo ai rimborsi.
In realtà nella Legge finanziaria del 2003 veniva prevista una riduzione del 90% delle imposte, dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi alle inprese colpite per un periodo di tre anni, 1995-1996-1997. Questo provvedimento aveva ovviamente offerto qualche speranza alle imprese stesse che nel loro pieno diritto si sono affrettate ad espletare le complicate pratiche burocratiche per accedere ai rimborsi.
Purtroppo è notizia di questi giorni, ed era nell’aria da tempo, che tutto questo potrebbe essere stato inutile in quanto l’Europa sostiene che le imprese non avrebbero il diritto di accedere a tali agevolazioni in quanto dai tecnocrati europei queste vengono considerate aiuti di Stato e quindi non corrispondenti alle incredibili normative europee; in buona sostanza devono essere restituiti. Ancora una volta, se questa situazione paradossale dovesse concludersi in modo negativo per le imprese, viene dimostrato in maniera palese la siderale distanza tra Bruxelles e i cittadini, tra un apparato dominato dalla burocrazia e la realtà quotidiana con la quale devono fare i conti gli imprenditori e i cittadini europei in generale.
Un’Europa che regolamenta il diametro delle vongole che non deve essere superiore ai 2 cm o i tostapane che devono sfornare non più due toast ma uno solo per risparmiare energia. Ma anche un’Europa delle grandi banche,delle grandi transazioni economiche.
Cosa ha fatto il nostro Paese per cercare di contrastare tutto questo difendendo le nostre imprese che vengono ormai acquistate a prezzi di svendita? Nulla, assolutamente nulla. La presidenza del semestre europeo da parte italiana è passata nella totale indifferenza non lasciando alcun segno tangibile di essa. Surreale il discorso del Presidente del Consiglio di fronte ad un’aula parlamentare semideserta dove anche la maggior parte dei parlamentari del PD erano assenti evidentemente occupati in faccende più importanti che ascoltare le farneticazioni del Premier. Di fronte a questo nulla assoluto, a questa inesistente considerazione, non si poteva certo pretendere che qualcuno appartenente alla maggioranza di governo cercasse di inserire l’annosa e al tempo stesso assurda questione dei rimborsi alle nostre imprese nell’agenda delle cose da fare nel corso della presidenza del semestre europeo.
Evidentemente esistevano problematiche ben più importanti delle quali però nessuno ha sentito parlare. Purtroppo in attesa di giugno, periodo in cui l’Unione si pronuncerà sull’argomento, per ottenere qualcosa nella giungla di Bruxelles occorrono molta più autorevolezza, fermezza, volontà, virtù assolutamente assenti nei rappresentanti della maggioranza in Europa.
*Presidente Gruppo Lega Nord