E’ davvero una forza della natura, Ileana Spriano. Incontrandola ti rendi conto di quanta passione ci mette in quel che fa (da circa quattro anni è la presidente della delegazione alessandrina del FAI: ma nel suo curriculum prima del 2010 c’è una valanga di altre attività, anche avventurose, come il pilota d’aereo), e un po’ anche di quanto sia amareggiata, quando legge (è capitato di recente anche sul nostro magazine) che qualcuno mette in discussione la buona fede e l’efficacia delle attività del Fondo Ambiente Italiano, a casa nostra. Così, dopo averla presentata a tutto tondo in passato in una divertente conversazione tutta da rileggere, siamo tornati a trovarla, per capire un po’ meglio cosa sta succedendo, in particolare, sul fronte della tanto amata (e discussa) Cittadella. Ma anche per farci spiegare a quali nuovi progetti il FAI alessandrino sta lavorando per il 2015, e se Ileana Gatti Spriano non coltivi pure qualche altra ambizione…magari politica?
Presidente Spriano, tutto si può dire, tranne che il FAI alessandrino, sotto la sua presenza, non sia tornato sotto i riflettori…
(seduta alla scrivania, sorride e congiunge le mani, ndr) Ogni tanto me lo chiedo, sa, chi me l’ha fatto fare….corro come una pazza dalle 6,30 del mattino fino a sera, festivi compresi. E pensare che è cominciato tutto assolutamente per caso!
Ci spiega come?
Era l’autunno 2010, e contattai il FAI di Torino per chiedere le modalità per iscrivermi: sono alessandrina doc, ma dopo il liceo in città, al Plana, il lavoro e anche le mie passioni mi hanno sempre portata lontana da qui. Prima ci sono stati gli studi universitari, poi attività di vario tipo, dall’archeologia alla guida di aerei, fino alla gestione di una mia società con sede a Biella che gli aerei, interi e a pezzi (di ricambio) li vendeva: insomma, qui ci tornavo per ragioni affettive, e poco più. Rientrata però in città per scelta di vita, mi è venuta la voglia di un impegno sociale. E gli amici del FAI torinese mi dissero: “hai voglia di far ripartire la delegazione di Alessandria?”. All’epoca era in stand-by, e c’erano da organizzare le giornate FAI del 2011, ormai alle porte. Una sfida da pazzi, che naturalmente accettai subito!
Da allora c’è stata una bella escalation, no? Oggi quanti siete, sul nostro territorio?
In provincia di Alessandria ci sono oltre a noi altre due delegazioni, a Casale Monferrato e a Tortona, con cui esiste grande collaborazione. Noi, come Alessandria, cerchiamo di operare in tutte le aree ‘scoperte’, e abbiamo ad oggi 5 gruppi territoriali (a Castellazzo Bormida, Silvano d’Orba, Mornese, Piovera e Masio), e altri 5 speriamo di aprirli nel corso del 2015. E contiamo circa 800 soci, molti dei quali davvero attivi e impegnati su tanti fronti diversi: dalla valorizzazione del patrimonio culturale alla tutela ambientale, passando per il rapporto con le scuole, che è fondamentale per formare la coscienza delle nuove generazioni. Piccolo, importante dettaglio: il FAI è una fondazione che ha suoi dipendenti a Milano e a Torino, ma qui da noi siamo tutti assolutamente volontari.
Lo dice pensando a qualche polemica di troppo, anche recente, sulla gestione della Cittadella?
Lo dico in generale, perché è giusto sottolinearlo, di questi tempi. I nostri bilanci sono completamente pubblici e trasparenti, e lì emerge chiaramente come utilizziamo le nostre risorse: sempre frutto peraltro di sottoscrizioni e raccolta volontaria. La vicenda della Cittadella certamente è emblematica, e si intreccia con questi miei anni di presidenza: ma mi auguro solo ed esclusivamente in positivo, almeno per quanto riguarda il FAI.
Ripercorriamola allora, rapidamente: lei come scopre la Cittadella?
Non mi vergogno di dire (e sono abituata comunque a dire sempre la verità, quindi…) che, come la gran parte degli alessandrini, per lungo tempo della Cittadella ho sentito parlare in maniera suggestiva, senza mai entrarci, o quasi mai. Feci però in tempo, proprio pochi mesi prima dell’abbattimento del vecchio ponte (agosto 2009, ndr), ad attraversarlo e ad esplorare la fortezza, che quel giorno era aperta. Appena assunsi la presidenza del FAI, mi venne l’idea di aprire i sotterranei della fortezza che sono, come sa chi in questi anni li ha visitati, un luogo assolutamente straordinario e suggestivo. Lo proposi per primo all’allora Prefetto Castaldo, che come prima reazione mi diede della matta. Però ci siamo riusciti, naturalmente in collaborazione con l’amministrazione comunale (era l’epoca della giunta Fabbio, ndr): Claudio Braggio fece girare in Cittadella la fiction Violetta, poi organizzammo le giornate del FAI, e insomma la macchina per la valorizzazione della Fortezza si mise in modo. Con la partecipazione anche di artisti di grande valore e notorietà, come l’attore Massimo Poggio. Fondamentale fu anche il professor Farello, che ci tenne un corso di formazione, aiutandoci a meglio conoscere la storia e le caratteristiche del nostro importante monumento nazionale: e molti dei volontari FAI che frequentarono il corso sono oggi guide in grado di accompagnare i visitatori.
Eccoci alle dolenti note Presidente Spriano: le voci di qualche detrattore, specie on line, le ha ascoltate anche lei, e in qualche caso ha anche già risposto per le rime. Chiedono alcuni: cosa ne fa il FAI del denaro che raccoglie dalle visite guidate?. Perché il FAI ha una sede gratuita in Cittadella, e si comporta come se fosse proprietario della Fortezza? Nemo propheta in patria?
Se vuole le faccio nomi e cognomi dei 3 o 4 detrattori della nostra associazione, e l’elenco delle loro ‘nobili’ motivazioni. Ma per i lettori mi pare più utile analizzare i fatti, e rispondere alle sue domande: il FAI è un’associazione senza fini di lucro, alla delegazione di Alessandria abbiamo circa 800 iscritti e siamo tutti volontari, e le risorse ricavate dalle visite guidate (che sono ad offerta libera) in Cittadella vengono reinvestite nelle attività di recupero della scrittura. Peraltro i nostri bilanci sono pubblici e trasparenti, a disposizione di chiunque voglia esaminarli: e, per dare un altro numero significativo, in questi anni noi volontari abbiamo dedicato alla Cittadella circa 25 mila ore di lavoro certificate!
E la sede presso la Caserma Pasubio? E’ vero che non avete un regolare contratto?
Abbiamo un accordo con il comune, custode della struttura. Al pari di altre realtà associative, come i Bersaglieri che hanno sede in un’altra caserma. Naturalmente nel quadro di una serie di attività che svolgiamo, dalle visite guidate alla pulizia dall’alianto, con i nostri volontari impegnati al fianco dei detenuti del carcere di San Michele, grazie ad un importante ed innovativo progetto di reinserimento sociale, Cittadella senza sbarre, ideato da noi insieme all’amministrazione comunale (in particolare la dottoressa Oria Trifoglio, quando era assessore) e alla direzione del carcere.
Grazie a voi peraltro, e al vostro impegno per la raccolta firme (oltre 54 mila), la Cittadella è stata riconosciuta come Luogo del Cuore nel 2013. Che fine hanno fatto i 50 mila euro del premio?
Sono stati consegnati al Demanio (proprietario della struttura, che il comune di Alessandria ha solo in custodia), che ha affidato ad una ditta specializzata il compito di mettere a punto un progetto di intervento radicale e strutturato per affrontare l’emergenza alianto. Che è davvero un problema gravissimo, anche se non l’unico che sta facendo costantemente deteriorare la Cittadella: stiamo parlando, non dimentichiamolo, di fabbricati che si estendono su un perimetro di ben 74 ettari di terreno!
Lei ha lavorato con due amministrazioni comunali, dottoressa Spriano: Fabbio e Rossa. Un voto ad entrambe? E non è che qualche ambizione politica, sotto sotto, ce l’ha anche lei?
(sorride e ci guarda a lungo, ndr) Ma si figuri se mi metto a dare pagelle ai politici, non ci penso minimamente, così come è lontanissima da me qualsiasi idea di impegno su quel fronte: ho già abbastanza grane e impegni così, mi creda. Il FAI peraltro è associazione completamente apolitica. Noi, da quattro anni, cerchiamo di fare del nostro meglio, impegnandoci al massimo e con spirito assolutamente collaborativo. Certamente, se guardiamo a certi progetti del decennio passato, finanziati da FinPiemonte e dallo Stato anche in maniera cospicua, non possiamo che prendere atto che non hanno portato a nulla. Oggi però non resta che guardare avanti, prendendo però atto del fatto che davvero la struttura è al limite: o si interviene rapidamente, o i danni saranno irreparabili.
Ma ci vogliono risorse davvero rilevanti, ed è necessario il rispetto di non pochi vincoli: non per niente il bando dei mesi scorsi, per l’affidamento in gestione trentennale, alla fine è andato deserto: verrà riproposto?
Per quel che sento dire pare di sì, e anche in tempi rapidi. E auspichiamo che stavolta si faccia avanti qualche soggetto davvero interessato, e affidabile: perché oggi la situazione, questo lo ribadisco, è davvero drammatica.
Intanto però, nelle scorse settimane, è stato costituito il Comitato per la valorizzazione del patrimonio museale alessandrino, presieduto da Gianni Barosini: cosa si aspetta che facciano, anche considerando che Expo è ormai alle porte?
A Gianni auguro davvero di riuscire a smuovere le acque, e a fare qualcosa di concreto. Anche sul fronte del Museo del Cappello e di Marengo: e senza l’ossessione dell’Expo, che è uno stimolo in più, ma alla fine per tante ragioni non credo avrà ricadute eclatanti sul nostro territorio. Sul fronte Cittadella, proprio per i 6 mesi dell’Expo, noi siamo naturalmente disponibili ad ogni forma di volontariato possibile: posto che la questione del bando demaniale di affidamento in gestione non è secondario. Se si concludesse in maniera rapida, è chiaro che il gestore potrebbe avere anche altri progetti, e magari decidere di chiudere temporaneamente tutto, per effettuare lavori che non saranno comunque brevi e facili: non c’è solo l’alianto da estirpare, ma tutti gli impianti elettrici e fognari da rifare, e tutto il resto che si può immaginare.
Naturalmente però non c’è solo la Cittadella: quali altri progetti ha in cantiere il FAI di Alessandria per il 2015?
Intanto incrociamo le dita e attendiamo il responso, ma nel 2014 abbiamo fatto un lavoro davvero importante candidando anche il Museo del Cappello Borsalino come Luogo del Cuore. E per i prossimi mesi abbiamo in cantiere una serie di progetti territoriali, per scoprire e valorizzare (attraverso i 5 gruppi già costituiti, che saranno speriamo 10 entro fine anno) una serie di altre realtà di grande valore, certamente fino ad ora un po’ sottovalutate. Insomma, continueremo nella nostra mission di valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, e davvero non mancheranno le novità!
Ettore Grassano