La meraviglia incantata del presepe meccanico di Castellazzo [Il gusto del territorio]

Presepe 1di Eleonora Scafaro

 
“Fate conoscere il nostro presepe, ditelo ai vostri amici, pochi lo conoscono”.
Così ha esordito uno dei tanti curatori del presepe meccanico di Castellazzo Bormida, quando sono entrata nella chiesa di Santa Maria della Corte per visitarlo.

E’ una storia di passione di un paese, quello di Castellazzo, ricco di storia, di religione, di chiese e di cultura.

Il presepe meccanico di Castellazzo Bormida ha una lunga storia.
Inizia tutto nel dicembre del 1982, quando alcuni castellazzesi decidono di allestire un presepe nell’oratorio della SS. Pietà, e un altro – vivente – nella parrocchia di Santa Maria della Corte.
L’anno dopo, poi, decisero di ingrandire il presepe: alla fine della festa della SS. Pietà che coincide con la fine di novembre, iniziarono i lavori.
Non più solo statue o presepe vivente. I lavori, questa volta, iniziano prima perché le aspettative sono alte.
Il presepe doveva occupare l’intera chiesa, con un paesaggio vero e proprio, articolato suPresepe 3 tutta l’area della parrocchia, arricchito con montagne, fiumi, laghi, cielo stellato e illuminazioni.
Prima l’animazione era molto semplice, si alternavano il giorno e la notte e qualche lampadina rossa si accendeva sotto i bracieri.

Anno dopo anno, quasi come una magia, il presepe inizia ad animarsi sempre di più: ogni organizzatore porta la propria collaborazione. C’è chi costruisce il panettieri che con una “semplice” rotazione inforna il pane, chi costruisce le anatre che nuotano davvero in un laghetto attraverso un complicato meccanismo di calamite, chi costruisce un perfetto paiolo in rame in miniatura accanto a quale c’è una statuetta che mescola la polenta.
E poi il fabbro, in lontananza un piccolo paese tutto fatto in sughero che in realtà non c’è. Attraverso un bellissimo gioco di specchi, infatti, per sfruttare al meglio gli spazi, il paese è stato collocato in fondo alla chiesa, nascosto dalle montagne, impossibile da vedere.
Grazie a uno specchio, però, ecco il paesino arroccato, con le luci accese e con la neve sui tetti.
Sullo sfondo, a destra dell’altare, le montagne innevate: piccoli fiocchi di neve cadono sulle vette.

Presepe 4Di fronte al paese incantato scorre un fiume. Accanto una statuetta schiaccia un pisolino, un pastore porta le pecore a pascolare e un altro si accende il fuoco per la notte.
Dietro al fiume, il deserto. La sabbia, fatta col truciolato, forma dolci dune su cui passeggiano cammelli e misteriose statuine con cappelli, turbanti e tuniche.
Se si alza lo sguardo, poi, il cielo. Azzurro di giorno, blu di notte con piccoli led a rappresentare le stelle.
Un presepe meccanizzato che tutto sembra, fuorché finto.
I piccoli diamanti che spuntano dal cielo notturno sono davvero stelle. E la signora sulla destra, davvero sta cucinando, le pecore pascolano, il fiume scorre, le anatre nuotano e laggiù, in fondo, dietro alle montagne, un piccolo paesino che si sta preparando alla notte. Di fronte all’entrata la capanna, Gesù bambino, Giuseppe e Maria.

Un presepe bellissimo, emozionante che dimostra quanto amore, quanto lavoro e quantaPresepe 5 bravura c’è in chi organizza ogni anno l’esposizione del presepe.

“Ci vuole un mese per smontarlo tutto, e quasi due mesi per montarlo. Iniziamo a novembre, e quasi tutte le sere veniamo a montare qualche pezzo; meno male che c’è il vin brulè a scaldarci!”.

Vi consiglio di andarlo a visitare ogni anno. Sì, ogni anno, perché tutti i Natali il resede cambia, non è mai uguale da un anno all’altro. E gli organizzatori si sono anche organizzare per una visita multimediale: attraverso un monitor è possibile vedere i presepi dei natali passati. Un po’ “Dickensiano”, insomma.