La situazione politica in Italia è grave ma non è seria (Ennio Flaiano)
Quanto mi ci vorrà a conoscervi, ad abituarmi alle vostre stranezze? Un grande giornalista/scrittore, tale Indro Montanelli, amava dire: “la sinistra ama talmente i poveri, che quando governa ne crea di nuovi”. E fin qui….ma il grave è che sono anche contenti!
Quel Berlusconi appare un ricordo sbiadito dal tempo, ma è storia di un paio d’anni fa, forse tre: la gente scendeva in piazza, gli studenti scioperavano, alla tv non si parlava d’altro che di quest’uomo che stava conducendo il Paese nel baratro (operazione svolta con successo).
Ma Letta-Monti-Renzi completano l’opera e nessuno si indigna, nessuno si preoccupa, nessuno sciopera, nessun operaio sale sui tetti o sulle gru e nessun lavoratore s’ammazza più (oppure si fa ma non si dice, tipo i cinegiornali Luce di mussoliniana memoria). Ma davvero il senso d’appartenenza ad uno schieramento politico, un’ideologia, sono così potenti da togliere ogni capacità critica al popolo?
Scusatemi, ma arrivo da 2.000 anni fa, ricordo ancora quando Nerone si insediò sul trono di Roma: per un certo periodo il popolo lo acclamò, forse anche perchè arrivato dopo Caligola (facciamo finta si trattasse di un odierno Monti), ma dopo un po’ iniziarono a conoscerlo e infine lo “sistemarono” in un modo non molto democratico e fortunatamente non più consono ai nostri tempi, ma sicuramente efficace. Oggi invece, di fronte al sogno-Renzi che si sta miseramente rivelando un nuovo incubo, si fa finta di nulla, qualunque legge emanata da questo governo viene accettata con rassegnazione, magari qualche borbottio ma di brevissima durata.
Le tasse aumentano, la gente non lavora, la corruzione dilaga eppure……Cosa serve a questo Paese per tirarsi fuori dal pantano, cosa dovrà ancora subire l’italiano medio per sostituire il tasto “fai schifo” a quel “mi piace” che ancora molti per pura ruffianeria o occasionale delirio cliccano sulle facce di politici incapaci, grazie ai social network?
Inizio a pensare che qui da voi mi divertirò parecchio, ma in quanto a resurrezioni economico-sociali ho già perso ogni speranza.
Diogene “il cane”