Nel segno della continuità del proseguire nella produzione di documenti, accordi, protocolli, tavoli che hanno come unico scopo il costruire attorno al “Terzo Valico” o alle altre Grandi Opere simili un’aurea di legittimità, regolarità e presunta necessità, apprendiamo della sottoscrizione di un protocollo di intesa tra Regione Piemonte, Cociv e sindacati confederali per l’estensione della L.R. 4/2011 ai territori interessati dall’opera, così come precedentemente fatto per la Val Susa per il TAV Torino-Lione.
Proprio questo precedente e gli effetti pressoché nulli che ne sono derivati per i territori sono la prova che lo scopo reale sia quello di creare una sorta di “santificazione” dell’opera, adottando di volta in volta uno strumento utile a tacitare momentaneamente gli scontenti, promettere lavoro e presunti ritorni per il territorio o rinviare le problematiche al futuro.
Un passaggio significativo, è quello in cui si auspica la possibilità di creare un presidio sanitario nei pressi dei cantieri, a patto che non ci siano oneri aggiuntivi per COCIV.
Con quali risorse si dovrebbe garantire un diritto costituzionale?
Magari tagliando, oltre i tagli già fatti, altri presidi ospedalieri o altre DEA?
Che senso ha questo accordo se le attività di cantiere sono già iniziate e gli appalti assegnati prevalentemente a ditte esterne al territorio, con gestione a dir poco “allegra” di viabilità e stoccaggio dello smarino?
Mentre i territori sono stati gravemente feriti dagli scorsi eventi alluvionali, ma si dà la precedenza alle opere propedeutiche ai cantieri rispetto alla messa in sicurezza del territorio. Come sempre, facendo della trasparenza una semplice parola da usare quando utile, senza però farla seguire dai fatti.
Fatti come il rendere pubblica l’analisi costi benefici per quest’opera, se esiste.
Durante un incontro a Novi Ligure, a precisa domanda in merito il Viceministro Nencini rispose di averne copia sulla scrivania e che l’avrebbe fatta avere in tempi stretti ai richiedenti. Nonostante ripetuti solleciti, dopo due mesi, pare che questo documento, alla base del percorso giustificativo dell’opera, non sia ancora pronto.
Forse lo si sta redigendo in tutta fretta a cantieri aperti per giustificare un impegno economico o una richiesta di finanziamento?
Confidiamo venga reso noto a breve, come promesso, oppure che il Viceministro si smentisca da solo, avendone dichiarato l’esistenza a fine ottobre.
Fatti come il prendere in considerazione le dichiarazioni rese dai rappresentanti di Fercargo, ovvero di chi opera il 30% della trazione merci ferroviaria nazionale, al Consiglio Comunale di Novi Ligure il 6 Ottobre u.s. con le quali ha chiaramente motivato la non utilità dell’opera per i supposti fruitori della stessa.
Fatti come il rilevare dalle recenti dichiarazioni della dirigenza di Ferrovie SpA, che a precisa domanda in Commissione Parlamentare sul numero di motrici politensione (quindi adatte all’AC merci come il Terzo Valico) attualmente in loro possesso ha risposto indicando il numero di dieci e senza previsione di ulteriore investimento, come a dire che si vogliono realizzare le opere ma non ci sono ne ci saranno gli strumenti per utilizzarle.
Parole da un lato, a sostenere un castello di carte. Fatti dall’altro, a dimostrarne l’assurdità e l’inutilità.
Restiamo perplessi dalla scelta fatta dai sindacati confederali di sostenere questo castello di carte, accettando la svendita del territorio con il miraggio di pochi posti di lavoro scadenti e a scadenza, invece di pretendere che le risorse vengano destinate a creare vera occupazione, certa e stabile nel tempo, con quegli interventi utili alla collettività come, solo per restare all’attualità, messa in sicurezza del territorio.
Marco Scibona
Senatore M5S, Segretario VIII Commissione Lavori Pubblici Trasporti e Comunicazioni
Fabrizio Gallo
Consigliere M5S Novi Ligure