Giovanni Barosini ha ottenuto da pochi giorni due incarichi importanti (“e completamente gratuiti: di questi tempi, è sempre importante sottolinearlo”), ossia la presidenza del Comitato per la valorizzazione del patrimonio museale alessandrino e quella della commissione permanente dell’Anci per le Politiche Istituzionali e le Riforme, e non nasconde la soddisfazione, “ma soprattutto la voglia di darmi da fare con concretezza, convinto che Alessandria meriti molto di più dell’immagine sbiadita di questi anni: e ce la possiamo, ce la dobbiamo assolutamente fare, tutti insieme”.
Ma il capogruppo Udc a Palazzo Rosso (e anche segretario regionale del suo partito, da alcuni mesi “in viaggio verso il Partito Popolare, che rimane il traguardo a cui tendere e per il quale lavorare”) interviene anche con decisione nella querelle tra il coordinatore provinciale alessandrino dei Moderati Cesare Miraglia e il sindaco di Alessandria Rita Rossa, raccontata nei giorni scorsi dal nostro magazine. Anzi, nella conversazione proprio da lì partiamo. Per poi però farci spiegare bene cosa, concretamente appunto, Barosini intende e potrà fare per valorizzare il complesso di Marengo, la Cittadella, il Museo del Cappello. Ma anche quale scenario politico vede delinearsi, a livello nazionale e locale, e come intende collocarsi ed agire.
Presidente Barosini, per lei fioccano gli incarichi, ma anche qualche critica, sia pur indiretta. Vacanze di Natale agrodolci?
Vacanze serenissime e grintose: mi sento propositivo più che mai, e con tanta voglia di fare. Che poi qualcuno, facendo terrorismo politico (parola forte ma Barosini, interpellato dal cronista sull’opportunità di utilizzarla, la scandisce in sillabe: ter-ro-ri-smo!, ndr) per ottenere propri tornaconti personali e di partito, cerchi di tirarmi in mezzo perché ambisce a qualche incarico ben retribuito, e non riesce a ottenerlo, non è problema mio! Anzi, aggiungo: Rita, per favore manda i mercanti fuori dal tempio!
Oramai tra lei e Miraglia è braccio di ferro Barosini: sembrate quasi due rivali in amore. Anche se naturalmente qui si tratta di politica, e non di sentimenti…
Si tratta di politica, di senso di responsabilità verso Alessandria ma anche di ricerca, da parte di qualcuno, di incarichi ben remunerati per sé, utilizzando il partito. E allora io dico a Miraglia: caro Cesare, gli alessandrini sanno benissimo che grande statista sei stato con le giunte Scagni, e poi Fabbio, e ora Rossa. Ed è pensiero diffuso che tu abbia sempre fatto politica per puro spirito civico, e giammai per lucro personale!
Altra benzina sul fuoco insomma: visto che è partito subito in quarta, rimaniamo sul tema Barosini: non c’è solo Miraglia in verità a sostenere che lei oscilla costantemente tra centro destra e centro sinistra, senza mai scegliere in maniera definitiva. E’ strategia, opportunismo o che altro?
Cerco di spiegarmi bene: ho cominciato a fare politica all’interno del centro destra, e quella è sempre la mia collocazione naturale. Però non posso neppure negare che oggi il centro destra, finita l’epoca dei diktat berlusconiani, sia in una fase di grande debolezza: Lega Nord a parte, il cui populismo demagogico è però lontanissimo dai miei valori, e dal mio modo di concepire la politica con responsabilità, e per costruire. Per questo ritengo che l’Udc, insieme al Nuovo Centro Destra e ad altre forze che via via aderiranno, abbia avviato giustamente e per tempo un percorso che ci deve portare, e spero succeda in tempi rapidi, alla nascita di un forte Partito Popolare. Un partito che, arginato il populismo grillino e quello leghista, si contenda democraticamente con i partiti di ispirazione socialista la guida del Paese. E qui forse sarà Renzi ad un certo punto a dover scegliere, non certo io.
Al momento però Renzi, facendo aderire il Pd al Pse a livello europeo, pare aver già scelto. Ma parliamo di casa nostra, Barosini: lei esclude di aver ricevuto le due presidenze, come sostiene Miraglia, in cambio di un atteggiamento morbido e accondiscendente verso la giunta di centro sinistra, a Palazzo Rosso?
In Comune ad Alessandria io continuo ad essere all’opposizione, e mi pare di essere stato in questi due anni e mezzo tra i più critici sull’operato di Rita Rossa, e tra i pochissimi ad aver chiesto, e a chiedere tuttora, massima trasparenza. Ma dico che questo è il tempo della responsabilità, anche a livello locale, per fare in modo che Alessandria esca finalmente dalle sabbie mobili, e riparta con slancio. Questo è e sarà il senso della mia presidenza sul fronte de Comitato per la valorizzazione del nostro patrimonio museale. L’incarico in Anci invece, delicato e importante, mi è arrivato per designazione e scelta del mio partito: e anche lì già da gennaio ci sarà molto da fare.
Procediamo con ordine Barosini: cosa farà concretamente il Comitato per valorizzare Marengo, Cittadella e Museo del Cappello, anche in vista di Expo, ma soprattutto guardando oltre?
Prima di tutto vorrei evidenziare che durante gli ultimi cinque anni in Provincia, prima come presidente del Consiglio e poi negli ultimi mesi di quest’anno come assessore alla Cultura, ho sempre creduto nella necessità di un simile strumento di coordinamento operativo, caldeggiandone la costituzione con il presidente dell’ente Paolo Filippi. Ritengo molto importante la presenza, non puramente rituale e neppure solo finanziaria, della Fondazione CrAl: il presidente Taverna ha detto chiaramente che sarà lui stesso a far parte del Comitato, e credo sia una scelta importante. La Fondazione ha, al suo interno, una serie di figure indicate dalla politica: è giusto che siano più concretamente presenti, e che il rapporto sia più diretto e trasparente. Così come credo che lavorerò benissimo insieme all’assessore Oneto, che ha idee chiare e grande determinazione.
Benissimo: ma cosa farete, e in che tempi? Partiamo dal Marengo Museum: secondo tanti alessandrini è un emblema dello spreco di denaro pubblico nel corso degli anni, più che un’attrattiva turistica….
Sul passato posso solo dire: io non c’ero, chi c’era ne risponda. Sono anche prontissimo ad aprire una commissione di inchiesta, di indagine, di chiarimento trasparente. Perché, guardi, mi sono stufato anche di questa ‘solfa’ per cui i politici sono tutti uguali, e tutti incompetenti o peggio ladri. Io ho le mani pulite e la coscienza tranquilla, da sempre. Sul complesso di Marengo dobbiamo far presto, e riaprirlo assolutamente entro maggio, quando a Milano partirà Expo, e arriveranno a meno di cento chilometri da qui milioni di turisti stranieri, francesi e non solo. Possibile che Marengo sia una battaglia nota in tutto il mondo, come Waterloo, e che qui le sue potenzialità siano sempre state così snobbate? Ho già parlato con diversi imprenditori del territorio, prontissimi a fare la loro parte: a condizione che la mano pubblica sia però un aiuto nel semplificare le procedure, e non un ostacolo. A Marengo, come per la Cittadella e per il Museo del cappello, la nostra parola d’ordine sarà business etico. Ossia massima trasparenza e correttezza, ma per fare in modo che i privati fatturino, facciano business. Perché Alessandria può ripartire solo così: vogliamo capirlo o no?
Qualche nome?
Ci sono tante realtà ricettive del territorio circostante, dai ristoranti agli agriturismo, alle cascine, che sono prontissimi e interessati. Non faccio l’elenco, in questa fase non sarebbe corretto. Mi lancio in un’eccezione per i Due Buoi, che nella nuova gestione di Andrea Ribaldone, per la sua bravura e notorietà può senz’altro esercitare un richiamo che va ben oltre la dimensione cittadina.
Ma riaprire Marengo con quale personale, gestito da chi?
Da gennaio affronteremo questi aspetti: posso dirle che a mio avviso il Comitato dovrà saper fare da coordinamento per la valorizzazione di una serie di realtà importanti, soprattutto del mondo del volontariato, che sono pronte a fare la loro parte, ma all’interno delle quali è senz’altro opportuno anche fare un po’ d’ordine. E poi credo che un ruolo potrà essere svolto dal personale di Costruire Insieme, che ha al suo interno le professionalità e le competenze necessarie.
Anche per Museo del Cappello e Cittadella stessa logica?
Borsalino è un brand noto in tutto il mondo, e dobbiamo assolutamente valorizzarlo, sempre in ottica Expo: l’assessore Oneto ci sta già lavorando, benissimo e in collaborazione con l’Università.
La Cittadella è una nostra grande bellezza, e risorsa. Il primo passo credo che sia resettare l’esistente, frenando il degrado e facendo in modo che, per Expo, la Cittadella sia aperta e visitabile. Lì le associazioni possono avere un ruolo importante, ma le istituzioni non possono delegare solo al volontariato la gestione di un monumento nazionale così importante. Mi riferisco in particolare al rapporto con il Fai, che va certamente rivisto. Poi, naturalmente, c’è la necessità di guardare al futuro, confrontandoci col Demanio, proprietario della struttura, per decidere il da farsi.
Parliamo anche del suo secondo impegno Barosini: la presidenza della commissione permanente dell’Anci per le Politiche Istituzionali e le Riforme. Di questi tempi, un impegno pieno di spine anche quello….
Sicuramente, ma assolutamente stimolante, e ho accettato per questo. Sul tavolo delle riforme la voce dei comuni italiani non può assolutamente mancare, e anzi deve essere centrale, per far sentire le nostre ragioni, che sono quelle dei territori. Anche su temi che riguardano altri enti locali, come le Province, ma in stretta sinergia con i comuni: abbiamo in agenda di affrontare il tema al prossimo incontro del 15 gennaio. Ma in quell’occasione chiederò massima attenzione anche per i problemi del comune di Alessandria: a cominciare dalla sanzione di quasi 15 milioni di euro legata al mancato rispetto del patto di stabilità 2012. Bisogna fare di tutto perchè si riesca a trovare una soluzione che non ci penalizzi ulteriormente.
Restiamo sulla politica alessandrina: a Palazzo Rosso, salvo eventi clamorosi, si voterà nel 2017. Sta facendo un pensierino alla corsa a sindaco? Ci dica la verità però…
(ci guarda e riflette, ndr) Glielo ribadisco: oggi in comune cerco di fare opposizione ferma e costruttiva, ma la mia cultura politica è di governo, non di opposizione sterile e populista. Per ora dico che sono intenzionato a fare la mia parte fino in fondo. Come, dipenderà dallo scenario che si andrà a definire nei prossimi anni, ad Alessandria ma anche a livello nazionale: e da quale ruolo potrà giocare il nuovo Partito Popolare.
Ettore Grassano