La battaglia è terminata, la pace viene subito sancita e vincitori e vinti, seguendo Gagliaudo e la sua vacca, sfilano per il centro e raggiungono, in piazza Rattazzi, il municipio.
Ed a questo punto, improvviso ed inaspettato come una polluzione notturna, ecco un Nota Pene ad esclusivo uso e consumo dei non Alessandrini.
N.P. Abbiamo citato piazza Rattazzi ma mai in Alessandria è esistita una piazza con questa toponomastica, ma allora perchè viene chiamata così la piazza del Municipio? Per via del monumento a Urbano Rattazzi, parliamo ovviamente del primo risalente al 1883 (vedi foto “1“), smantellato nel 1943 per la merdosa iniziativa di dare metallo alla patria (del secondo, vista la sua bruttezza, non tanto della statua quanto del resto, manco parliamo…).
Lo statista Urbano Rattazzi ci è sempre stato nel cuore per tre motivi.
E’ stato un grande liberale.
Ha avuto, primo ed unico nella storia, l’idea di rimpinguare le vuote casse del neonato regno d’Italia, requisendo tutti i beni della chiesa cattolica. Rattazzi era convinto che in dieci anni i preti si sarebbero rifatti… invece si sbagliò: la chiesa si rifece in soli cinque anni!
Dalla foto “1” si vede il braccio dello statista teso ad indicare qualcosa… seguendo questa direzione si arrivava ad una delle più famose case di tolleranza alessandrine.
Ritorniamo a Gagliaudo e compagnia. I protagonisti della battaglia del borotalco erano accolti in comune dal Sindaco per un simpatico trattenimento.
Ma chi era questo sindaco presente in tutte e le foto di questa settimana?
Si tratta di Nicola Basile (vedi fig. “2“), il Sindaco con la S maiuscola, il Sindaco che ininterrottamente dal 1947 al 1964 resse Alessandria, il Sindaco ancora oggi ricordato come una splendida, grande figura, in confronto della quale gli altri sindaci, specie gli ultimi, sono vere e proprie… ciascuno inserisca il termine più sminuente e repellente che riesca trovare!…
Basile, pur non avendo mai frequentato l’università (era un maestro elementare), è stato un grande Goliarda in pectore ed ha sempre supportato e, per quanto gli sia stato possibile, aiutato l’Ordine Goliardico alessandrino.
La foto “3” mostra il Sindaco che accoglie affettuosamente Gagliaudo, mentre la foto “4“, l’unica ad essere parzialmente “datata” intorno ai primissimi ani ’50, vede un ispirato Gianni Coscia che si cimenta in strepitosi accordi di fisarmonica davanti ad un interessato Nicola Basile. Il Gagliaudo di turno controlla.
La foto “5” descrive un simpatico momento ripetutosi tutti gli anni in cui si è svolta la manifestazione. Ad un certo punto del ricevimento in Comune, Gagliaudo consegnava al Sindaco le chiavi della città con le seguenti parole: «Signor Sindaco, le consegno le chiavi di Alessandria, nuovamente libera!».
La cerimonia finiva con un generoso rinfresco offerto dal Sindaco. La foto “6” immortala la delegazione dei Goliardi alessandrini con tanto di Sacre Mutande.
Nicola Basile è tra l’Imperatore Barbarossa ed un’affascinante (si fa per dire) Imperatrice. Più a sinistra vediamo Gagliaudo con a fianco un armigero armato dell’imponente chiave di Alessandria (che di lì a poco sarà consegnata al Sindaco).
Alla sinistra (per chi guarda) dell’armigero spicca, con la bocca pronta ad inghiottire qualche leccornia, un’importante figura dell’Ordine Goliardico: il prevosto puttanario, responsabile delle cerimonie e delle questue, sempre armato del suo fedele turibolo, che non è altro che un pitale metallico legato a catenelle, in cui si consumano misteriose sostanze che emettono un fumo pestilenziale.
Vedremo ancora la figura di Nicola Basile.