Non esiste cosa così triste quanto svegliarsi la mattina di Natale e ricordarsi di non essere più un bambino (Erma Bombeck)
Alegher, alegher, ci viene da dire sorridendo un po’ sarcastici, nel leggere lo sfogo dell’amico e filosofo Diogene. Che nell’analisi che segue sintetizza senz’altro uno stato d’animo diffuso. Non solo ad Alessandria, ma specialmente qui. Per cui censurarlo non sarebbe corretto, e significherebbe cercare di camuffare la realtà. Però auguriamo ugualmente un sereno Natale a tutti: ci prendiamo anche noi qualche giorno di pausa (o attività super ridotta), e torneremo a pieno regime lunedì 29 dicembre. Ma attenzione: sarà un ritorno col botto, per cui non perdeteci di vista.
Ettore e Andrea
Buon Natale a chi?
Ai dipendenti delle aziende “partecipate” alessandrine, fallite, intasate, inglobate, ”esuberanti”?
Agli imprenditori falliti, alle aziende chiuse, ai lavoratori in cassa integrazione?
Ai dipendenti delle Province che rischiano di estinguersi come l’ente che più non esiste ma ha ancora un presidente?
Ai piccoli commercianti sempre più odiati e ghettizzati?
Ai grandi gruppi commerciali sempre più potenti & prepotenti?
Alle mense per i poveri straripanti di “nuovi clienti”?
Alle opere pubbliche, ai nuovi faraonici ponti?
Al PISU e alla splendida via Giordano Bruno, attrezzata a nostre spese per ricevere nuovi insediamenti commerciali?
Alle buche sulle strade?
A Corso Roma e Piazzetta ogni giorno più bui, tristi e scalcinati?
All’arredo urbano fatiscente, alle piste di pattinaggio, alle giostrine, all’aria di festa passata ancor prima di cominciare, che questa amministrazione è riuscita a regalare ad Alessandria?
Alle aliquote ai massimi consentiti dalla legge?
Al fronte stazione, sempre più simile ad una zona di guerra post-bombardamento?
Ai degradati e pericolosi giardini pubblici, ex fiore all’occhiello della città?
Agli acconti tasse, iva, tasi, imu, ici prisencolinensinalciusol, tutti da versare a dicembre?
A parole inutili al pari degli slogan elettorali come “concertazione”, ”condivisione”, ”partecipazione”, ”tavoli”, ”piattaforme”?
A tutte le balle che ci siamo sentiti raccontare anche quest’anno a proposito di PIL, debito pubblico, ripresa, uscite dal tunnel?
Diogene in ogni caso vi augura almeno di avere la forza di sopportare questo faticosissimo terzo millennio. Gli unici auguri di buon Natale li rivolgo a tutti coloro che un regalo non hanno potuto farlo né riceverlo, ma possono ancora regalare se stessi. E non è poco, ricordatevelo.
Diogene “il cane”