“Chi non è buono per il re non è buono neppure per la regina” recitava un antico adagio coniato tanti anni fa da un monarca gay, che permetteva alla sua regal consorte di sollazzarsi con innumerevoli amanti, purché questi ultimi giacessero anche con lui…
… e noi ne approfittiamo per entrare nel pieno della Battaglia del borotalco.
La brutta foto n. “1” (ma “accontentiamoci di quello che passa il convento”, come diceva Papa Pessario II prima di congiungersi carnalmente con qualche giovine MONAca), tratta dall’archivio Capra, mostra la battaglia (edizione 1955) nel pieno del suo svolgimento in piazza Garibaldi, con intorno un mare di folla, non solo alessandrina.
Avevamo parlato la scorsa settimana dell’uso di catapulte allo scopo di lanciare maggiori quantità di borotalco ed ecco (vedi foto “2“) queste macchine infernali in azione proprio davanti agli spalti della città, assieme a lanciatori manuali (vedi foto “2a“) (la signorina Cinquedita è tutt’altra cosa…) che avrebbero fatto invidia a professionisti del baseball.
Da notare, inoltre, i sacchetti ormai scoppiati, scagliati dai difensori, uno dei quali (indicato dalla freccia) in fase di deflagrazione.
Numerosi erano i balconi gremiti di filistei, spesso e volentieri bersagli di qualche sacchetto di borotalco, mentre molte altre finestre se ne stavano (invano) ermeticamente chiuse per impedire, inutilmente, al talco (notare la nube “atomica” che si sta sollevando) di imbiancare l’interno delle case.
Da apprezzare infine, sul balcone di una casa, lo striscione con la scritta “Il Pungolo“, settimanale indipendente alessandrino di cronaca, sport e umorismo, su cui i Goliardi potevano scrivere a piene mani.
La foto n. “3” mostra l’interno della stazione ferroviaria di Alessandria ed esattamente il marciapiede (ma perchè quando ci sono i Goliardi c’è sempre qualche marciapiede?) del binario 1 affollato da un coacervo di popolo: uomini e bambini (che bello quello col basco, o purillo, in testa!)… ma le donne non si vedono… meglio per loro: una mano morta, come minimo, avrebbe colpito!
Piccola parentesi o, a scelta, piccolo N.P.
Parlando di mano morta e del perchè questa nobile pratica da tram, bus e metropolitana sia stata così chiamata, ci vengono in mente le parole del tutto contrarie a questo lemma “non c’è nulla di più vivo di una mano morta!” del poeta recanatese, storpio ed onanista cronico, Giacomo Leopardi, citate nel suo immortale “Dialogo tra un venditore di sospensori ed un abate cistercense sodomita“:
Chiusa la piccola parentesi o, a scelta, il piccolo N.P.
Nella foto “3”, non sappiamo se scattata prima o dopo lo svolgimento della battaglia del borotalco del 1953, vediamo il Pontifex Maximus Gabriel (piuma bianca sul Berrectaculum e palandrana ornata di ermellino), unitamente a Gagliaudo, con la solita casacca pecorina (cosa pensate porcelle e porcelli? Trattasi di casacca in lana grezza di pecora e non della neanderthaliana posizione ante “ventrale coito”!) ed un folto gruppo di Goliardi che sono andati ad aspettare all’arrivo (o ad accampagnare alla partenza) una delegazione dell’Ordine Goliardico Torinese. Non è escluso che il personaggio vestito da Gianduia sia il Pontifex Maximus di Torino.
Dietro al gruppo campeggia un manifesto pubblicitario del dentifricio Chlorodont ed a questo punto è doveroso un altro N.P.
N.P. Coloro che, al pari di noi, hanno la criniera ornata da qualche filo d’argento, sicuramente si ricorderanno di quell’enorme pezzo di gnocca, della testimonial del dentifricio Chlorodont: Virna Lisi! Lo slogan finale di ogni spot della Lisi era: “Con quella bocca può dire ciò che vuole!”, ma i Goliardi lo trasformarono in “Con quella bocca può fare ciò che vuole!“.
Notizia di questi giorni: anche Massimo D’Alema cita la grande Virna Lisi! In un’intervista su “Il Mattino” il Baffetto nazionale, dopo un’ennesima puttanata profferita dal presidente del consiglio (sempre per esso e per le sue cariche le iniziali minuscole), afferma: “renzi come Virna Lisi: con quella bocca può dire ciò che vuole!”. No! Massimo, questa volta hai toppato! Non è da te, detto all’alessandrina, confondere materiali vili, colliquati e puteolenti con lo squisito zabajone!
La foto n. “4” mostra l’anima della battaglia del borotalco, Bau Bau Chicchirichi / Canegallo, alla fine della manifestazione (ignoriamo l’anno), accanto a Gagliaudo e sotto l’alta protezione spirituale delle Sacre Mutande O.G.A.K.
Siamo sotto le feste, tra poco inizierà un nuovo ano, speriamo per tutti foriero di enormi piaceri biblici (nel senso di “piacevoli conoscenze”) e materiali (tra cui la decollazione di tanti politici…) e, come augurio per tutti voi, amate lettrici e diletti lettori, ecco l’inno internazionale dei Goliardi “Gaudeamus igitur“, un sempiterno invito al godere!
Gaudeamus igitur / iuvenes dum sumus (bis) / post iucundam iuventutem, / post molestam senectutem / non habebit humus. (bis)
Ubi sun qui ante nos / in mundo fuere? (bis) / Transeas ad superos, / abeas ad inferos / quod si vis videre: (bis)
Vita nostra brevis est, / brevis finietur. (bis) / Venit mors velociter / rapit nos atrociter / nemini parcetur. (bis)
Vivat academica, / vivant professores, (bis) / vivat membrum quodlibet, / vivant membra quelibet, / semper sint in flore! (bis)
Vivant omnes virgines, / faciles, formosae; (bis) / vivant et mulieres / tenerae, amabiles, / bonae et laboriosae. (bis)
Vivat et res publica / et qui illam regit, (bis) / vivat nostra civitas, / maecenatum charitas, / quae nos hic protegit. (bis)
Pereat tristitia, / pereant osores, (bis) / pereat diabulus, / quivis antiburschius / atque irrisores. (bis)
Vivant berrectacula / omnium colorum! (bis) / vivant omnia Goliardorum, / apud scholam, apud forum, / in taberna vivant! (bis)
Rallegriamoci pertanto, / finchè siamo giovani (bis); / dopo una spensierata giovinezza, / dopo una fastidiosa vecchiaia, la terra ci avrà (bis). /// Dove sono quelli che prima di noi / furono nel mondo (bis)? / Va verso i cieli, / passa per gli inferi / se vuoi vederli (bis). /// La nostra vita è breve, / in breve finirà (bis). / Arriva la morte velocemente, / ci rapisce credelmente, / non risparmierà nessuno (bis). /// Evviva l’accademia, / evviva i professori (bis), / evviva qualunque membro, / evviva tutti i membri, / siano sempre in pieno vigore (bis). /// Evviva tutte le vergini, / facili, formose (bis), / evviva le donne, / tenere, amabili, / buone, laboriose (bis). /// Evviva la repubblica / e chi la governa (bis), / evviva la nostra civiltà, / la generosità dei mecenati, / che qui ci protegge (bis). /// Muoia la tristezza, / muoia chi ci odia (bis), / muoia il diavolo, / ogni retrivo / ed i denigratori (bis). /// Evviva i cappelli Goliardici / di tutti i colori, / evviva ogni cosa dei Goliardi, / presso la scuola, / presso il foro, nella taverna evviva!
Benedicimus omnes!