Più di ventimila lavoratrici e lavoratori delle Province sono nei fatti “esuberi”. Anche se vari ministri continuano a dare finte rassicurazioni e si dice che comunque esiste un accordo sindacale che dovrebbe garantire la mobilità dei lavoratori delle Province verso altre Amministrazioni Pubbliche, la realtà è che, a partire dal prossimo anno non sono stanziate le risorse per pagare gli stipendi di questi lavoratori.
Non sono state assegnate alle Province e tantomeno alle altre Amministrazioni, a partire dalle Regioni e dai Comuni, che teoricamente dovrebbero essere quelle in cui transitano questi lavoratori.
Tutto ciò significa che, allo stato attuale, la prospettiva per più di ventimila lavoratrici e lavoratrici delle Province è la messa in disponibilità che, nel settore pubblico, è l’equivalente della cassa integrazione del settore privato, cioè una copertura salariale per 2 anni all’80% e poi il licenziamento.
Questa situazione è il prodotto, da una parte, dell’impostazione demagogica e populistica del governo Renzi, per cui si decide l’abolizione delle Province per far vedere che si vogliono abbattere i costi della politica, senza occuparsi prioritariamente di dove dislocare le funzioni attualmente svolte dalle stesse. Dall’altra, di un’intenzione punitiva nei confronti dei lavoratori che abbiamo ben visto all’opera con l’abolizione dell’art.18 introdotta nel Jobs Act e che ora si vuole estendere anche ai dipendenti pubblici, partendo dai lavoratori delle Province. per affermare il principio della licenziabilità anche nel settore pubblico.
L’Altra Europa con Tsipras è a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori delle Province e sostiene le lotte e le mobilitazioni che già sono state messe in campo e quelle che dovranno necessariamente seguire. Intendiamo farlo non solo per difendere il loro posto di lavoro e impedire che si producano ulteriori licenziamenti, ma anche per chiedere una svolta profonda nelle scelte di politica economica e in quelle che intervengono sugli Enti locali
Anziché continuare con la logica dei tagli nei loro confronti e con scelte di riassetto istituzionali tanto improvvisate quanto sbagliate, occorre incrementare le risorse pubbliche a disposizione per una politica di rilancio dell’occupazione e di difesa e riqualificazione dello Stato sociale. A partire dalla valorizzazione del lavoro pubblico, che è componente fondamentale per riaffermare il ruolo dei servizi pubblici, iniziando a sbarrare la strada alle scelte sciagurate che passano attraverso il licenziamento dei lavoratori delle Province e, più in generale, di tutti i lavoratori pubblici e privati.
L’Altra Europa con Tsipras