«Come il più mediocre scrittore ha i suoi lettori, così il più gran bugiardo ha i suoi creduloni, e spesso accade che se una menzogna viene creduta anche solo per un’ora essa ha già compiuto il suo lavoro e non deve fare altro. Quando gli uomini capiscono di essere stati ingannati è troppo tardi, la storia ha raggiunto il suo risultato»
Jonathan Swift, “L’arte della menzogna politica”
Un Presidente di partito (e che partito!), che adesso si scandalizza del malaffare in cui i suoi colleghi hanno sguazzato per anni.
Un sindaco di una grande città (e che città!), che accusa un inesistente hacker di aver manomesso il permesso per entrare in centro di una semplice Panda rossa.
Un ex-sindaco (della stessa grande città!), che non si è mai reso conto del “valore”, anche economico, dei suoi collaboratori.
Un Presidente di Regione (e che regione!), che si fa due belle risate al telefono con un importante addetto alle relazioni di un’azienda che inquina un pochino.
Un ex-Presidente del Consiglio di un Paese europeo (e che Paese!), che crede di “proteggere” la nipotina di un importante Capo di Stato africano.
E così via.
Facciamoci una domanda, allora: e se fossimo tutti dei bugiardi, piccoli o grandi, a seconda delle occasioni e delle possibilità? Non è forse vero che usiamo la menzogna (che nel nostro caso è sempre “a fin di bene”, vero?) per sfuggire ai piccoli e grandi fastidi quotidiani? Riconoscerlo sarebbe già un bel passo avanti. Più importante dell’ennesima legge contro la corruzione, a stalle aperte e buoi scappati.
Ripartiamo con l’elenco.
Un… ma questo scrivetelo voi, forza.