Quando si parla di dissesto idrogeologico e dei fiumi che non riescono ancora ad essere messi in sicurezza, la mente torna anche ad un triste ventennale. Allora, proprio in questo periodo, dopo l’onda di piena si lavorava in buona parte dell’alessandrino per rimediare ai danni dell’alluvione. E nei tanti commenti, interventi sui media locali per ricordare quel periodo, si è dimenticato l’imponente aiuto prestato allora dall’Esercito Italiano in Piemonte, sceso in forze per fare quello che in fondo è la garanzia più tangibile del proprio ruolo di tutela del territorio e intervento di assistenza alla popolazione.
Il maresciallo Maurizio Sciaudone, proprio per il suo ruolo di militare e consigliere comunale, si fa carico di ricordare il lavoro di tanti giovani soldati del 21° reggimento “Alfonsine” della brigata “Cremona” di stanza ad Alessandria, con il testo che pubblichiamo integralmente.
“Molti testimoni di quei giorni di novembre-dicembre del 1994 ricorderanno la presenza di tanti soldati, sottufficiali e ufficiali che hanno contribuito con il massimo impegno a liberare dal fango strade, abitazioni, luoghi pubblici e a prestare soccorso ai tanti bisognosi. Sciaudone ricorda che già il 5 novembre al pomeriggio, fu inviata una compagnia in aiuto della città di Asti dove era fuoriuscito il fiume. Ad Alessandria invece i militari del reggimento di stanza alla Valfrè sono intervenuti dalla domenica sera con i mezzi cingolati per il recupero delle persone e animali bloccati dall’acqua agli Orti. Sono intervenuti con uomini e mezzi nell’ospedale civile, nella zona di via della Cappelletta, curando anche la vigilanza nelle zone abbandonate dalla popolazione.
I militari si sono anche prodigati nella preparazione di pasti caldi in varie zone della città con le loro cucine da campo. Hanno fornito assistenza e fornitura di viveri e altri materiali come coperte, medicinali. Hanno curato lo sgombero delle carcasse dei tanti animali periti nelle campagne. Il maresciallo Sciaudone auspica anche che tutto lavoro possa essere ricordato nel tempo con un piccolo gesto come, per esempio, una targa presso il monumento ai caduti della loro caserma in piazza Valfrè che, anche se ora versa in stato di abbandono, si spera presto possa tornare funzionale e viva. Così che il contributo del reggimento Alfonsine in alcuni dei momenti più difficili per Alessandria, possa rimanere nella memoria collettiva.
Non bisogna dimenticare che l’Esercito non ha solo il ruolo di difendere in armi il territorio italiano ma anche difendere la popolazione da qualsiasi evento straordinario come le alluvioni. Alessandria è stata sempre città strategica militarmente per la sua posizione geografica, oggi invece non ricopre più questo ruolo. Quando però, ritorna la paura per un evento che purtroppo si ripete a vent’anni di distanza anche per negligenze e mancanza di comprensione riguardo l’importanza della prevenzione delle calamità, la presenza dei militari sarebbe per la popolazione una sicurezza in più. l’Esercito italiano intervenne nei territori piemontesi alluvionati già a partire dal 6 novembre 1994. L’attività ebbe termine 43 giorni dopo, il 19 dicembre del 1994.
Ecco alcune cifre per capire l’importanza del supporto dei militari in quelle primissime settimane di emergenza. Migliaia di uomini, il cui numero massimo raggiunse le 7.000 unità contemporaneamente, forniti dall’allora Comando Regione Militare Nord, e in particolare dalle Brigate Taurinense e Cremona. Più di 10.000 unità avvicendatesi nel corso dell’intero intervento. 8 ponti Bailey realizzati dalle unità del genio nel primo mese di soccorso, per il ripristino della viabilità (12 in totale). 167 missioni di elicotteri, per un totale di 265 ore di volo. 24 gruppi elettrogeni. 42 cucine campali per complessivi 11.000 pasti caldi a favore degli alluvionati e 58.500 razioni viveri da combattimento cedute. 1.260 posti letto allestiti presso infrastrutture comunali e 980 presso caserme del luogo. 305.000 sacchetti di sabbia posizionati. 19 ambulanze. Più di 1.000 veicoli, di diversa natura, forniti, tra cui 120 macchine movimento terra (escavatori, pale caricatrici, auto-ribaltabili, apripista). Attrezzature varie (idrovore, motopompe, torri per illuminazione, etc.). I dati sono forniti dallo Stato Maggiore dell’Esercito Italiano”.
Maurizio Sciaudone
consigliere comunale Pdl Alessandria