Stop alle vittime dell’aranciata!

Altan futuroLa vita è uno stato permanente di sopportazione: sopportazione del mondo, degli altri, di se stessi; e quando viene meno la nostra capacità di sopportare impazziamo o, più comunemente, muoriamo. (Giovanni Soriano)
E’ trascorso solo un annetto da quando il lungimirante e protettivo ministro della sanità dell’epoca, in piena crisi economica, propose una misura strategica per ridare impulso al PIL: tentò infatti di aumentare la percentuale di succo d’arancia nelle aranciate, passando dall’attuale minimo del 12 al 20%. La misura non passò e l’economia continuò a segnare il passo (con l’IVA invece ce l’hanno fatta e più di una volta: 20..21…22, e prossimamente 25%, meno male!!).

Oggi però un’altra buona notizia e questa volta il PIL statene certi s’impennerà: STOP ALLE OLIERE NEI RISTORANTI.Una misura non solo necessaria ma assolutamente indispensabile per diversi motivi:

1) stop ai rabbocchi (i furbastri tremano)

2) Via alle monodosi (i riccastri gioiscono)

3) Basta con tutto quest’ottimo olio di oliva extravergine prodotto nel nostro Paese, maledetti siano quei piccoli produttori che si ostinano a fare l’olio come una volta,buono e alle volte addirittura ottimo!

4) Il progresso, la globalizzazione, la Cina non possono aspettare: in fondo le monodosi di olio da motoscafo la fanno da padrone già da anni in mezzo mondo. Certo caro Renzi che la sburocratizzazione e lo snellimento di normative promessi vadano a gonfie vele, ne abbiamo prova ogni giorno.E poi su,dobbiamo essere grati a questi governi che tutelano la nostra salute: ricordo ancora le stragi compiute fino agli anni ’70, quando tutto si vendeva “sfuso”, e nelle drogherie non c’era un solo prodotto confezionato.
Farina, zucchero, caramelle, acciughe, tonno, apposita paletta e via nel pacchetto.

Quanti ne sono morti, rischiavamo la vita ogni giorno al punto che prima di uscire dalla bottega,al momento dell’arrivederci, il cliente rispondeva: a Dio piacendo, conscio del rischio che stava correndo. Con tutta quella merce senza confezione e senza data di scadenza, si moriva come mosche….o forse stavamo meglio, o forse si sprecava meno cibo,o forse anche le piccole aziende familiari avevano ancora motivo d’esistere,o forse quel sistema primitivo ci metteva al riparo da intolleranze e allergie (oggi se non ne hai almeno una sei un reietto della società),o forse eravamo così poveri e/o parsimoniosi da acquistare solo il necessario.

Chissà, resta il fatto che a fronte dell’aranciata, al glutammato dei dadi, alle oliere, nessuno pensa ad eliminare i ticket per le prestazioni sanitarie di prevenzione, nessuno pensa a distribuire i farmaci in confezioni ridotte in modo che la terapia abituale prescritta finisca con il prodotto. Anzi chiudiamo gli ospedali e riduciamo i posti letto, così come si moltiplicano autovelox, velo ok, tutor & c, mentre le strade sono prive di segnaletica e ricche di buchi.
Il povero Diogene fatica molto a capirvi, soprattutto fatica a capire quando e se mai finirà la vostra sopportazione.

Diogene “il cane”