Marcia dei sindaci tortonesi su Torino. Saitta: “Ascolteremo i territori”

Chiamparino Saitta 1Nel primo pomeriggio di martedì l’assessore regionale alla Sanità Saitta ha incontrato, insieme al presidente Chiamparino, i sindaci del tortonese che fin dalla prima mattina erano partiti alla volta del Consiglio Regionale.

Nel corso dell’incontro i sindaci hanno spiegato che la loro presenza era da attribuirsi alla chiusura totale di Chiamparino a seguito della lettera inviata dai sindaci settiman scorsa e alla volontà di portare all’attenzione dell’assessore le problematiche dei territori.
Grazie all’azione congiunta dei sindaci, Saitta ha deciso di mandare il direttore dell’Ages Moirano, che ha curato la stesura del piano sanitario regionale, ad eseguire una verifica delle funzionalità degli ospedali oggetto di riorganizzazione tra cui quello di Tortona.
“Chiediamo di avere almeno due confronti – ha detto Bardone – in uno vi chiediamo diSindaci tortonese torino 3 prendere visione della realtà tortonese e di quella novese. Due aree che non sono funzionali tra loro, due ospedali con caratteristiche diverse in quanto su Tortona si è investito in questi anni anche grazie a risorse private, sull’altro si dovrà investire per portarlo al livello della struttura tortonese. Dimostreremo che la funzionalità di Tortona non è inferiore a quella di Novi, anzi, e gli aspetti correlati alla mobilità verso la Lombardia non possono non essere tenuti in conto. Nel secondo incontro saremo noi a venire a Torino per ascoltare le vostre deduzioni e da questi due incontri trarremo una sintesi, che auspichiamo sia condivisa”.
Chiamparino e Saitta si sono dimostrati disponibili anche se hanno ribadito che in ogni caso non c’è posto per quattro dea di primo livello. Quindi tra Tortona, Novi e Acqui rimarrà soltanto un dea e verrà potenziato il pronto soccorso degli ospedali di territorio con posti letto di terapia intensiva e cardiologia.

“Daremo mandato a Moirano perché faccia un’analisi autonoma, lasciando da parte i primari” ha detto Saitta. La notizia è stata accolta positivamente dai sindaci che hanno già individuato un comitato tecnico locale che accompagnerà Moirano nel sopralluogo. Il comitato è formato da dirigenti medici che non hanno rapporti e vincoli con l’attuale amministrazione della sanità tortonese.

I sopralluoghi e le verifiche verranno effettuate entro febbraio e prima della nomina dei nuovi dirigenti Asl, prevista a marzo, il piano non sarà operativo – così ha riferito il Presidente Chiamparino.

Il sindaco di Tortona e quello di Pontecurone, a nome della delegazione, hanno poi aggiunto che “la nostra battaglia non si fermerà qui, continueremo con la raccolta firme, con le manifestazioni, con i comitati e con il ricorso al TAR se il cattedratico torinese che sta studiando le pratiche ci confermerà, come già sembra, che ci sono gli estremi per farlo”.

Della ‘spedizione’ torinese hanno fatto parte 27 sindaci e numerosi consiglieri comunali di:
Tortona, Pontecurone, Castelnuovo Scrivia, Casasco, Guazzora, Volpedo, Viguzzolo, Isola s. Antonio, Alzano Scrivia, Molino dei Torti, Casalnoceto, Sarezzano, Castellar Guidobono, Cerreto Grue, Volpeglino, Pozzol Groppo, Dernice, S. Sebastiano Curone, Carbonara Scrivia, Spineto, Brignano Frascata, Momperone, Monleale, Berzano, Villalvernia, Garbagna, Carezzano.

La delegazione è arrivata alle ore 9.30 a Torino dove stava iniziando il Consiglio Regionale straordinario con all’odg “Nuova rete ospedaliera”, presentata dai consiglieri Vignale, Bertola, Bono, Andrissi, Campo, Mighetti, Frediani, Batzella, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto, Valetti, Ruffino.

I sindaci hanno potuto ascoltare la seduta come pubblico, al quale non è permesso intervenire anche se durante il discorso tenuto dall’assessore alla Sanità Saitta, più volte, ci sono stati chiari segnali di disapprovazione tanto da indurre il Presidnete del Consiglio a richiamare al silenzio i sindaci.

Sindaci tortonese Torino 2L’intervento di Saitta si è sviluppato nella direzione di una totale difesa del piano sanitario regionale. L’Assessore ha spiegato l’importanza di una riduzione della spesa per beni e servizi che è mancata negli anni di governo della scorsa amministrazione ed ha portato all’attenzione dei presenti il fatto che i piemontesi vadano a curarsi fuori regione a causa della frammentazione dell’offerta ospedaliera. Quanto più l’offerta è frammentata, spiega Saitta, e tanto più le produzioni sono basse e ciò significa che c’ è poca sicurezza poiché essa arriva solo con la pratica costante (fonte di Saitta Agenzia Nazionale Sanità).

L’assessore ha proseguito il suo lungo discorso (oltre mezz’ora) rivolgendosi ai sindaci presenti dicendo che non si può rivendicare qualcosa solo perché lo si ha sempre avuto e ha spiegato che la Giunta ha seguito i parametri indicati nel patto per la salute. Il che ha significato dover assegnare ad ogni ospedale, in base alla classificazione del territorio per numero abitanti, le specialità che devono essere presenti in modo obbligatorio, riservando tutte le altre discipline che possono essere assegnate in funzione di una relazione degli ospedali vicini.

Nel caso di Tortona, ha detto Saitta, pensiamo al confronto con l’ospedale di Novi Ligure e nel caso di Acqui con Alessandria.

L’assessore ha rassicurato i cittadini del Tortonese evidenziando che l’ospedale di territorio, in base alla norma del nuovo piano, non tratta solo lungo degenze,ma mantiene specializzazioni come medicina, chirurgia, ortopedia, ps h24, radiologia, laboratorio, posti osservazione breve e intensiva e può avere anche delle specialità che non sono legate ad un dea di primo livello.

Inoltre, Saitta ha ribadito l’intenzione di rafforzare Il servizio di pronto soccorsglo tramite eli soccorso nel giro di due o tre anni (tempo stimato per l’attuazione del piano)

L’assessore ha affermato che nell’alessandrino erano stati fatti investimenti importanti per ospedali che chiaramente non potranno essere mai degli Hub o ospedali di primo livello. Non è volontà di questa giunta commettere gli stessi errori e non si faranno più investimenti sbagliati, prosegue Saitta.

Per quanto riguarda i temi del piano si è detto determinato ed ha aggiunto che non è pensabile che ad Alessandria ci possano essere quattro Dea.