All’Auditorium Pittaluga è tutto pronto: ancora poche ore, e poi stasera alle 21 via libera alla grande Serata di gala con lode del Conservatorio Vivaldi di Alessandria: alcuni tra i migliori diplomati e laureati del 2013/2014 si esibiranno in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico, di fronte ad un pubblico super qualificato, in un contesto che si preannuncia intenso ed emozionante. Sul palco saliranno Fabio Volpi (pianoforte), Luca Serrapiglio (saxofono), Hyebin Choi (soprano, accompagnata al pianoforte da Heejin Byeon), Marta Marsaglia (pianoforte), Dario Salomone e Lorenzo Guacciolo (voce e chitarra jazz).
Abbiamo rivolto ai ‘magnifici sei’ tre domande, tutte rigorosamente uguali per par condicio. Tra ricordi, aspettative e sogni nel cassetto …. ecco cosa ci hanno risposto questi giovani talenti.
1) Torna indietro nella memoria: cosa ti aspettavi dal Conservatorio quando hai cominciato?
Fabio: Ho iniziato a frequentare il Conservatorio di Alessandria solo dopo il diploma di maturità. Prima ho conseguito alcune licenze in altri conservatori come privatista.
Luca: Devo tornare indietro parecchio. Entrai per il diploma vecchio ordinamento di saxofono nel lontano 1996, avevo 14 anni e quell’anno iniziai il liceo classico e il corso di saxofono. Nel 2003 mi sono diplomato in Sax e nel 2006 in musica Jazz. Quest’anno ho conseguito la laurea biennale in saxofono classico. Entrai ragazzino con la voglia di imparare a suonare, ora è la mia vita e il mio lavoro, nonostante le mille difficoltà. Fuor di retorica, ho avuto tanto da questo posto.
Hyebin: Non mi aspettavo qualcosa di particolare, ero molto contenta di studiare canto lirico in Italia e in un conservatorio italiano. L’ opera italiana è, infatti, tra le più celebri nel panorama della musica lirica nel mondo.
Marta: Ho cominciato a nemmeno dieci anni, in realtà non avevo aspettative precise. Frequentare il conservatorio come scuola è stato un percorso naturale, visto che mia madre ci insegna. Ero di casa lì, anche se non come “allieva vera”.
Dario: Negli anni avevo già intrapreso un mio percorso di studi sia classici che jazzistici, e non solo strumentali, ma desideravo andare oltre, saperne di più, sentivo la necessità di perfezionare le conoscenze tecniche e le competenze specifiche nel canto, in modo da acquisire tutti quegli strumenti che mi potessero permettere un giorno di realizzare concretamente le mie idee artistiche. Inoltre scrutando il piano di studi del Triennio in Canto Jazz, rimasi piacevolmente colpito dalla presenza di alcune materie, diciamo “extra jazzistiche” se così vogliamo chiamarle, come ad esempio Arte Scenica, Storia del Teatro, Storia della musica ecc.. che destarono in me curiosità e stimolarono ulteriormente la mia voglia di conoscere. Decisi così di tentare con tutte le mie forze l’ammissione al Conservatorio, per me era la cosa più importante. Fui ammesso.
Lorenzo: Ricordo di aver fatto domanda d’ammissione per il triennio di chitarra classica, senza aver mai praticato questo strumento (ho sempre suonato la chitarra elettrica) e senza aver la minima idea di quale potesse essere il livello di preparazione richiesto dalla commissione. Infatti, giustamente, non mi hanno ammesso, ma sono stato gentilmente indirizzato al dipartimento jazz perché era quella la musica più vicina a me. Ho iniziato senza alcuna pretesa, per me si trattava di una novità. Il fatto di iniziare un corso di jazz era qualcosa che non avevo minimamente tenuto in considerazione.
2) Come è stata l’esperienza? Cosa ti ha lasciato?
Fabio: Mi aspettavo di poter ampliare le mie conoscenze musicali e migliorare come esecutore. Le mie aspettative sono state esaudite, inoltre mi sono sempre sentito come in famiglia.
Luca: Potrei rispondere solo con una frase: qui dentro ho imparato a suonare il saxofono. Sembra poco, ma non lo è. Poi sono uscito e ho fatto altre esperienze, non basta il Conservatorio, ma cominciar bene è quantomeno fondamentale. Ho avuto grandi maestri ed esperienze importanti, musicali e non. Con Claudio Lugo, innanzitutto, che mi ha insegnato a suonare, e molto altro. Con Luigi Bonafede, che mi mostrò cos’è il jazz. Con Luca Valentino, che mi ha aperto il sipario sul teatro. E molto altro: concerti, esami, lezioni, spettacoli, amicizie, l’incontro con artisti con cui poi ho avuto la fortuna di lavorare fuori dal contesto scolastico. Il Laboratorio di Teatro Strumentale con la Danimarca, la borsa di studio negli Stati Uniti. E’ stato un punto di partenza importante. Mi ha fornito basi solide e stimoli per superarmi e trovare la mia strada in questo mondo. Grazie ovviamente ad alcune figure fondamentali: le istituzioni le fanno le persone, ed io ho incontrato quelle giuste per me. E grazie alla mia famiglia che ha sempre supportato al massimo questo percorso, conta davvero molto.
Hyebin: Pensavo di poter approfondire quello che avevo studiato all’Università in Corea. Ho studiato due anni al Conservatorio Vivaldi ed è stato ancora più bello di quanto pensassi. Non solo ho imparato il canto lirico, ma anche la cultura e la vita italiana. Ho capito che per studiare l’Opera italiana non basta solo cantare bene. Insieme allo studio del canto, tante sono le cose da capire e apprendere. Io ho avuto docenti (soprattutto il mio maestro Riccardo Ristori) e amici che mi hanno insegnato, aiutato, capito e aspettato con pazienza!
Marta: Tra soddisfazioni e momenti neri, per me questo periodo di vita all’interno del Conservatorio è stato senza dubbio istruttivo, e non mi riferisco solo all’evidente ambito musicale. Noi studenti a “doppia scuola” abbiamo sempre dovuto fare i conti con l’obbligo di avere meno tempo libero rispetto agli altri ragazzi, e quelli di noi che in qualche modo sono arrivati alla fine del loro percorso hanno capito a loro spese che oltre al talento contano molto il lavoro e la volontà di riuscire a produrre qualcosa di bello da presentare. Spesso la figura dell’artista è idealizzata dalle persone esterne a questo mondo, noi abbiamo imparato che al di là del fascino romantico del musicista ci sono ore di studio in cui tutto si può dire tranne che il pezzo stia riuscendo bene. Il momento divertente, a mio parere, viene poi quando il brano è acquisito. Tutto quel che sta nel mezzo è quello che il Conservatorio insegna: dedizione, passione, desiderio di rifinire bene qualcosa di bello e che merita di non essere snaturato. Penso che sia stata un’esperienza che mi ha arricchita molto più delle altre esperienze scolastiche che ho fatto.
Dario: L’esperienza è stata positiva, sia sotto l’aspetto didattico-musicale che umano. Soprattutto durante il Biennio, ho avuto la possibilità di approfondire certi argomenti entrando più nello specifico, in particolare per quel che riguarda lo strumento Voce e l’improvvisazione. Devo ammettere che non sempre è stato facile conciliare lo studio e il lavoro, soprattutto nell’ultimo periodo. Fortunatamente volontà e determinazione han sempre fatto da padroni. Senza dubbio, se sono riuscito a conseguire questo mio obiettivo, è anche grazie ai miei insegnanti, che giorno dopo giorno hanno saputo stimolarmi e guidarmi in questo lungo cammino. Un ‘esperienza preziosa, di cui vado fiero e che mi ha certamente cambiato.
Lorenzo: Ho scoperto un linguaggio musicale affascinante grazie agli insegnanti e agli altri studenti che hanno saputo stimolarmi. Sono cresciuto molto a livello musicale e a livello umano. Forse quest’ultimo aspetto è il più importante perché poi ingloba tutto il resto, anche l’aspetto musicale. Stare a contatto con un certo tipo di ambiente ti arricchisce perché ti permette di conoscere situazioni e persone, ti mette alla prova, ti crea tensione, ti dà soddisfazioni e ti mette in contatto con lati personali prima sconosciuti.
3) Sogni nel cassetto?
Fabio: Il mio più grande sogno è diventare insegnante.
Luca: Avere la possibilità di intraprendere sempre strade nuove, di migliorarmi sempre, di viaggiare. Ho fame di conoscenza, del mondo e di me: solo così un artista ha qualcosa da dire.
Hyebin: Il mio sogno è quello di continuare a cantare senza mai perdere la fiducia!
Marta: Domanda difficile. L’unica vera certezza che ho al momento per il mio futuro è che fino a che mi sarà possibile vorrò rimanere in campo artistico. Penso che l’arte sia veramente qualcosa di eccezionale,l’unica delle discipline umane che dal nulla può creare emozione. E’ nostro dovere morale, verso noi stessi e verso gli altri, almeno provare ad emozionarci e far emozionare con quello che amiamo e possediamo.
Dario: Sono davvero tanti, un augurio però me lo posso fare? Mi auguro di riuscire sempre a trovare la voglia e la curiosità in quel che faccio e che la mia ricerca artistica e il mio cammino spirituale possano non concludersi mai.
Lorenzo: Aver sempre entusiasmo nel suonare e nel vivere in questo mondo artistico. Trovare un mio equilibrio in questo ambiente: noi musicisti siamo eterni frustrati. Poter suonare un po’ di più in Italia e, perché no, anche all’estero.
In attesa di sentirli suonare venerdì, facciamo loro in nostri migliori auguri per un futuro ricco di soddisfazioni e di musica.
Alla serata sarà presente il nuovo Presidente del Conservatorio Vivaldi, Roberto Livraghi, seduto accanto al Presidente uscente (dopo 6 anni di operato) Piergiacomo Guala, in un ideale passaggio del testimone.
Il Direttore del Conservatorio Angela Colombo, insieme al vicedirettore e ad alcuni docenti presenterà l’attività didattica e artistica e le novità di questo nuovo anno.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.
Per tutte le informazioni sugli eventi e le proposte del Conservatorio consultate il sito www.conservatoriovivaldi.it o la pagina Facebook “Conservatorio Vivaldi”!
Debora Pessot