Ci hanno messo solo due ore ad accogliere la richiesta del procuratore generale Francesco Iacovello. La Cassazione ha deciso che sul fronte Eternit è tutto prescritto, dalla condanna a 18 anni per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny ai risarcimenti alle vittime. E, se tanto ci dà tanto, a costoro toccherà pure pagare spese processuali e varie ed eventuali. Attendiamo di saperne di più, e incolleremo qui via via i vari commenti, per avere un quadro esaustivo. Ogni ulteriore affermazione, in questo momento, sarebbe inferiore al necessario.
Una cosa però dobbiamo dirla: in questo Paese è in corso una gravissima escalation di attacchi ai diritti dei più deboli, su tanti fronti diversi. Fino a quando? Fino a che punto si arriverà?
E. G.
Fabio Lavagno (deputato PD):
Come è possibile che alla fine del processo Eternit cada la prescrizione sulle sofferenze delle vittime, sul dolore dei famigliari, sulla la fatica e il valore della lotta all’amianto?
Le sentenze si rispettano, non è detto che si comprendano, pertanto ci limitiamo a considerare che si è perfettamente dato ragione al principio del PG Iacoviello secondo cui giustizia e diritto non coincidono.
Per chi crede nella difesa di leggi e istituzioni, da oggi sarà ancora più difficile la propria azione. Occorre essere estremamente vicini alla costernazione dei famigliari, delle associazioni e di tutti i cittadini che hanno creduto sino all’ultimo in questa battaglia processuale.
Rita Rossa (presidente della Provincia e sindaco del comune di Alessandria):
La Cassazione ha dichiarato prescritto il reato della multinazionale della morte Eternit.
E’ un momento tristissimo. Sono vicina ai familiari delle migliaia di vittime.
I morti non si prescrivono. A volte il diritto non solleva ma ripugna.
Paolo Ferrero (segretario Rifondazione Comunista):
La richiesta di annullamento delle condanne per gli imprenditori criminali dell’Eternit,
i quali hanno ucciso migliaia di lavoratori e cittadini per la pura ricerca del loro profitto, è a tutti gli effetti una istigazione a delinquere. E’ la promessa dell’impunità per gli assassini criminali: purché il reato sia molto grande e fatto da ricchi e potenti. Mancano le parole di fronte ad una richiesta così enorme che dimostra solo che i lavoratori e i cittadini sono carne da macello e che questa giustizia ha con ogni evidenza due pesi e due misure.
Bisogna continuare a lottare e sostenere le ragioni delle famiglie e di tutti i cittadini con forza e determinazione.
Daniele Borioli (senatore PD):
E’ vero, le sentenze vanno rispettate, e conosciute prima di esprimere giudizi. Ma questa decisione della Cassaziine sull’Eternit, per quanto mi riguarda, assesta una ferita mortale alla credibilità’ non solo della giustizia, ma delle nostre istituzioni e di alcuni degli stessi principi costutuzionali che le sorreggono. Se le leggi e i fondamenti giuridici su cui poggia il nostro ordinamento consentono di cancellare, per prescrizione, un atto di giustizia cosi’ inconfutabilmente dovuto a migliaia di persone, al dolore e al sentimento di dignita’ offeso di chi ha visto morire i propri cari e oggi si sente tradito. Faremo tutto quanto ci sara’ possibile, come legislatori, per rimediare a questa enorme ingiustizia. Oggi, come uomo delle istituzioni, provo vergogna. E chiedo perdono a Romana Blasotti, e in lei a tutti coloro che oggi, forse, si sentono un po’ meno figli di questa Patria. Spero che tengano duro, anche con gli occhi bassi, saro’ al loro fianco.
CGIL Camera del Lavoro di Alessandria:
La Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny nel maxiprocesso Eternit. Sono stati annullati anche i risarcimenti per i familiari delle vittime e per le comunità locali che si erano costituite parti civili.
Il Procuratore ha sostenuto l’annullamento in quanto i fatti risalirebbero agli anni ’70 e quindi prescrivibili.
La CGIL-Camera del lavoro di Alessandria ritiene sconcertante la sentenza.
La Camera del lavoro di Alessandria ricorda che le sentenze di primo grado e di appello avevano stabilito che si trattava di ‘disastro ambientale doloso permanente’ e che le cause sono tutt’ora vive ed operanti e continueranno a determinare effetti disastrosi per le persone coinvolte. I lavoratori che, negli anni a venire, perderanno la vita per tumori professionali, non avranno più giustizia. La battaglia per noi non è finita.
La sentenza non è un’assoluzione perché il reato è confermato.
La CGIL è dalla parte dei lavoratori e i cittadini che continuano a richiedere giustizia”.
Luca Gioanola (assessore Ambiente, Ecologia e Bonifica amianto del comune di Casale Monferrato):
Processo Eternit. Reato prescritto, condanna data e rincarata nei primi due gradi di giudizio, ora cancellata! E il disastro ambientale permanente? E la causa di rischio permanente per la salute umana? Come mai allora siamo sito di interesse nazionale per la bonifica dall’amianto? Cosa stiamo bonificando e continuamente progettando di bonificare se intanto dal 1986 non c’è più pericolo?! E chi non ce l’ha fatta e chi sta oggi lottando con la malattia? A cosa era ed è tutt’oggi correlata, se non all’amianto fatto e venduto consapevolmente dalla eternit? Cosa stiamo continuamente bonificando, se non i manufatti di amianto fatti e venduti consapevolmente dalla eternit? Tutte Queste cose e molto altro ancora, non sono e non saranno mai prescritte e cancellate! NOI NON CI STIAMO! Continueremo a lottare.
Alessio Ferraris (segretario regionale Cisl Piemonte):
Un grande dolore. È quello che ho provato ieri sera quando ha appreso la notizia della sentenza Eternit. Sono stato segretario Cisl di Alessandria per parecchio tempo e so quanto sia stato faticoso, soprattutto per i famigliari delle vittime, seguire in questi anni i processi. Conosco le loro sofferenze, le loro attese, la loro speranza di giustizia che purtroppo è stata tradita.
La sentenza di ieri è sconcertante e suscita profonda indignazione. Emerge purtroppo una giustizia a due facce: una formale e l’altra sostanziale. Credo, come molti altri, che in casi così gravi vada assolutamente rivisto l’istituto della prescrizione. Noi non ci fermeremo e proseguiremo la nostra lotta di civiltà e di informazione e continueremo la nostra azione per tutti coloro non compresi nella prescrizione.
Germano Patrucco (responsabile Cia Casale Monferrato):
Il nostro risveglio oggi è stato di grande amarezza; ci sentiamo coinvolti come imprenditori agricoli e come cittadini. Ognuno di noi, in città, ha subito un lutto famigliare o di un conoscente a causa del mesotelioma e il verdetto della Cassazione ci ha spiazzato. Possibile che nei gradi di giudizio precedente non sia emersa la prescrizione? Come mondo agricolo ci sentiamo fortemente coinvolti nel disastro Eternit in quanto la maggior parte delle nostre strutture aziendali sono datate e le loro coperture sono da bonificare, ma non siamo in grado di provvedere da soli alla loro sostituzione a causa dei costi. A Casale è stato censito un milione di metri quadrati da eliminare e il costo dell’operazione è stimato in 70-100 euro al metro quadrato. Le nostre cascine hanno migliaia di metri quadri da sostituire, ci troviamo in una situazione di estrema difficoltà. La Cia di Casale aderisce alla giornata di lutto cittadino dichiarata dal sindaco Titti Palazzetti.
Francesca Frediani (consigliere regionale M5S Piemonte) – Davide Bono (consigliere regionale M5S Piemonte):
Siamo allibiti per la sentenza della Cassazione che ha, di fatto, prescritto un reato gravissimo come il “disastro ambientale corposo e permanente”. Una sentenza che avrebbe potuto “fare scuola” per procedimenti analoghi come l’Ilva di Taranto.
Questa assurda decisione della Cassazione mette in luce tutte le storture del sistema giudiziario italiano che consente ad un personaggio come Schmidheiny di farla franca mentre si sbattono in galera persone accusate di aver incendiato un compressore come sta accadendo nell’ambito del processo agli attivisti No Tav.
La Regione Piemonte ha il dovere di far sentire la propria voce in tutte le sedi giudiziarie in cui saranno trattate vicende relative all’amianto. Chiederemo che l’ente, laddove possibile, si costituisca parte civile nei processi connessi alla questione Eternit. Compresi i procedimenti relativi all’amiantifera di Balangero (TO), la cava di amianto più grande d’europa.
Casale Monferrato (AL) e Balangero (TO) per il nostro territorio rappresentano ferite ancora aperte. E’ giusto che la Regione chieda un adeguato indennizzo. Nel caso in cui fosse ottenuto dovrà essere impiegato in progetti di bonifica dei siti contaminati.
Esprimiamo la nostra vicinanza ai familiari delle vittime, ai malati di patologie indotte dall’esposizione all’amianto ed a tutta la comunità di Casale Monferrato. Vittime prima delle scelte scellerate di un’imprenditoria senza coscienza ed ora di una giustizia ingiusta.
Renato Balduzzi (deputato Scelta Civica – membro del CSM):
Non c’è giustizia senza diritto, ma neanche può esservi davvero diritto senza giustizia. Opporre giustizia a diritto, o diritto a giustizia mi è sempre parso poco saggio, e comunque non consono ad uno Stato costituzionale di diritto degno di questo nome. Nella mia attuale posizione ho l’ovvio dovere di ponderare le mie valutazioni sulle singole decisioni dei magistrati. Ma non posso tacere la straordinaria sofferenza che questa decisione mi ha provocato. Vorrei però dire a quanti hanno condiviso e condividono la lunga battaglia contro l’amianto che essa continua, e continua in almeno tre forme.
In primo luogo la prescrizione fa cessare la possibilità dell’ordinamento di punire le condotte dell’imputato, ma non cancella il fatto di disastro accertato da due pronunce di merito e soprattutto non cancella le gigantesche conseguenze dannose per intere comunità locali, territori, persone. L’applicazione al particolare caso amianto delle regole sulla prescrizione configura allora un vero e proprio diniego di giustizia rilevante ai sensi della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea e della Corte europea dei diritti dell’uomo. La decisione di ultimo grado, interpretando il codice penale così da consentire alla prescrizione di operare per fatti come quello dell’Eternit, ha negato giustizia ai singoli danneggiati, i quali potrebbero chiamare lo Stato a rispondere per questo ulteriore danno subito.
In secondo luogo c’è da chiedersi se lo Stato stesso non possa valutare di agire in autotutela e, anziché aspettare di essere condannato per aver negato giustizia ai suoi cittadini, anticipare un meccanismo di indennizzi alle persone offese che nel processo Eternit hanno chiesto di tenere insieme diritto e giustizia.
In terzo luogo solo dalla lettura delle motivazioni sarà possibile capire se è quali effetti la decisione della Cassazione possa avere rispetto al processo Eternit 2. Come ha saggiamente avvertito il procuratore Guariniello, la battaglia giuridica, morale e civile continua.
Segreterie provinciali PD e Giovani Democratici:
In questo Paese si ragiona molto spesso sull’equilibrio dei poteri dello Stato; quando si parla di magistratura il potere viene persino filtrato in maniera triplice. Quando si arriva al massimo organo della giurisdizione ordinaria come la Corte di Cassazione ci si aspetta una scelta, che non sia solo tale, bensì che rappresenti nel più efficace dei modi quella parità sui piatti della bilancia più sensibile di tutte, la giustizia. Garante prima di questo equilibrio è la legge, questa forza che si sostanzia nel dovere di tutelare e proteggere i cittadini che ogni giorno si impegnano a rispettarla. E protegge, in un certo senso, anche chi non la rispetta, sottraendo i delinquenti alla mercé della piazza. Nella nostra provincia, Casale Monferrato e il casalese in particolare, hanno guardato ai pesi di quella bilancia per più di un ventennio per arrivare ora a scoprire, al netto di molte vittime, con sconcerto e, consentiteci, un riprovevole sentimento di nausea, un istituto giuridico come la prescrizione, che schernisce migliaia di persone e non si mischia al dolore bensì passa indifferente e gelida. Ora aspettiamo il deposito delle motivazioni della Suprema Corte ma, come afferma il Procuratore torinese Guariniello, pare molto grave che il reato non sia stato inteso come un evento che si sviluppa nel tempo: così la sentenza potrebbe aprire scenari inquietanti nei quali, a esempio, nessun fattore cancerogeno diventerebbe mai causa di disastro. Il nostro gruppo di parlamentari del territorio, i nostri consiglieri regionali, gli amministratori e tutti i militanti della nostra provincia continueranno a essere, come è già da tempo, vicini e, in alcuni casi, interessati direttamente a questa battaglia che sta sempre più prendendo un carattere surreale.
Titti Palazzetti (sindaco Casale Monferrato):
Casale Monferrato è morta un’altra volta. Sono ore di sconcerto e di dolore per Casale Monferrato. Siamo di fronte a un enorme e catastrofico fallimento del nostro Paese e della sua capacità di fare giustizia.
Nessuno di noi può concedersi però il lusso di fermarsi, di fare silenzio. Ora bisogna
ripartire, dopo questa profonda amarezza: a Casale Monferrato ogni anno muoiono 50 persone di mesotelioma, perché in troppi cortili e in troppi tetti c’è il polverino. Un prezzo troppo alto, quello che stiamo pagando. Quindi la domanda non è come stiamo, ma cosa possiamo e dobbiamo fare ora.
Sul piano finanziario, poi, è una situazione disastrosa, dobbiamo affrontare il nostro nemico con mezzi economici sempre più ridotti. La nostra battaglia sarà combattuta, però, con sempre più determinazione. In questi primi mesi di lavoro, infatti, con una mobilitazione politica e istituzionale senza precedenti, siamo riusciti a ottenere l’esclusione dei fondi per le bonifiche dal tetto del Patto di stabilità. Questo però non basta. Chiederò dunque di essere ricevuto dal Presidente del Consiglio, insieme con il Ministro dell’Ambiente e la Regione Piemonte, per
concordare nuove iniziative volte a garantire le coperture finanziarie necessarie alla bonifica nei prossimi anni e a valutare ogni possibile ulteriore azione legale.
Oltre alla battaglia sul piano giuridico, sarà intrapresa anche la battaglia politica, insieme ai parlamentari, per fare fronte a questa incresciosa tematica della prescrizione dei reati ambientali. Con questa sentenza non si fa altro che dare una giustificazione alle multinazionali che, arrivate in Italia, possono sfruttare le materie prime e i lavoratori, inquinare, uccidere e restare impuniti.
C’è da sottolineare che Casale Monferrato ha fortemente rifiutato un patto scellerato, quello proposto da Schmidheiny per uscire dal processo, portando 18 milioni di euro nelle casse del Comune. La scelta della città è stata presa perché si è voluto credere nello Stato, per rispettare la memoria delle vittime e perchè 18 milioni erano e sono briciole in confronto al reale impegno finanziario necessario per la bonifica. Proprio alla luce della sentenza di Cassazione siamo convinti di aver fatto la scelta giusta rifiutando quel patto indegno. Accettare ci avrebbe in qualche modo fatto complici di una sentenza vergognosa.
Ora, invece, possiamo continuare a lottare a testa alta, con determinazione, raccogliendo tutte le forze politiche, sociali, imprenditoriali che oggi condividono il nostro stesso sconcerto. Insieme dobbiamo cercare di trasformare la rabbia di queste ore in idee ed energie per strappare la città alla minaccia dell’amianto e riaffermare, fino all’ultimo, il diritto alla vita di ciascuno e il valore supremo della legalità e della convivenza civile.
SEl Alessandria e Casale:
Abbiamo sentito a lungo rassicurazioni sul valore delle parole “diritto” ed “equità delle leggi”, ma come reagire quando il diritto non difende la giustizia, ma i massacri e lo stupro del nostro ambiente?
Questa è la domanda che non solo come SEL, ma come cittadini, oggi ci poniamo.
La sentenza pronunciata ieri dalla Suprema Corte di Cassazione annulla senza rinvio, dichiarando prescritto il reato, la condanna per Stephan Schmidheiny nel processo Eternit, annullando anche i risarcimenti per le vittime.
Con questo atto, oltre 20 anni di impegno e lotta di tutti, siano essi amministratori o cittadini, malati o sani, vittime o spettatori, sono stati cancellati lasciando a coloro che vivono tra le scorie dell’Eternit solo morte, dolore e un grande senso di abbandono da parte delle istituzioni.
Questa lotta è iniziata a Casale Monferrato prima ancora che venissero varate leggi contro l’amianto e la nazione tutta prendesse coscienza di quella che era la mortale nube grigia che il magnate svizzero riversava sulle nostre terre e non può morire a Roma per una sentenza che tutela il patrimonio e non la giustizia.
Chiediamo quindi uno sforzo a tutti i cittadini, sotto l’egida della volontà di giustizia per quello che è un disastro ambientale di portata mondiale, affinché si uniscano alla nostra lotta. Questa decisione non ha distrutto solo una terra, ma vanificherà ogni futura rivendicazione nei confronti di coloro che hanno compiuto disastri ambientali causando morte e distruzione e che potranno avvalersi di questo precedente per essere prosciolti.
Noi non staremo silenziosi, ma pretenderemo posizioni forti e nette del Governo e di coloro che avrebbero dovuto tutelarci e hanno permesso che la giustizia ci venisse negata. Siamo stanchi di promesse e rassicurazioni, ora vogliamo che le tante parole spese divengano fatti! Fatti per porre lenimento alle morti! Fatti per porre argine al dilagare di una morte silenziosa e viscida! Fatti per riacquistare fiducia in un diritto che persegua la giustizia!
L’assemblea pubblica indetta da aFeVa venerdì 21/11 alle ore 17.15 al Salone Tartara di piazza Castello a Casale Monferrato è il primo di una serie di eventi che dovranno continuare fino ad una risposta adeguata alla violenza con cui la nostra terra è stata ingiuriata.