Occorre dare risposte adeguate alla crescente domanda di sicurezza dei cittadini.
La criminalità e i problemi che questa comporta in termini di vittime, feriti e danni economici alle imprese e ai cittadini, oltre al relativo disagio sociale è sempre esistita.
In passato però era un problema prevalentemente concentrato nelle grandi città ovunque sul territorio nazionale ma da tempo si è diffuso anche nelle piccole e medie città di provincia.
Negli ultimi tempi questo preoccupante fenomeno è in aumento e a tale proposito sarebbe un errore ritenere che sia solamente dovuto alla situazione di crisi che da tempo sta imperversando sul nostro Paese dato che le motivazioni sono anche altre.
Ci sono ad esempio i pendolari del crimine anche provenienti da altri Paesi, favoriti dalla libera circolazione in Europa, oppure la massiccia immigrazione soprattutto clandestina che ha portato nel nostro Paese anche persone che non lavorando per mantenersi sono quasi obbligate a delinquere. C’è poi la questione della nostra legislazione in materia che rispetto ad altri Paesi (soprattutto quelli anglosassoni) è eccessivamente permissiva e pertanto agevola la criminalità di ogni genere.
Ed inoltre i continui tagli di risorse alle forze dell’ordine che stanno creando non pochi problemi nel controllo del territorio e della sicurezza dei cittadini.
In materia di criminalità la situazione di Alessandria è pessima, secondo un indagine recentemente pubblicata su Il sole 24 Ore, relativa alla classifica dei reati per provincia, nel 2013 la nostra città (su 106 capoluoghi di provincia) vanta una posizione poco invidiabile, nella classifica generale di tutti i reati è infatti al 36° posto, con un incremento del +4,2% sul 2012 (la media nazionale è +2,6%).
Nel dettaglio per tipo di reato la situazione della città è la seguente: Furti nelle abitazioni 10° posto +2,8%, Borseggi 34° posto +4,1%, Truffe e frodi 37° posto +25,9%, Rapine 40° posto +24,3%. Questi sono dati relativi al 2013 (in incremento sul 2012) che si spera migliorino nel 2014, dato che il nuovo questore (ideatore del poliziotto di quartiere) è un convinto assertore della necessità di presidiare il territorio e, a tale proposito, da quando è arrivato ne ha potenziato il controllo.
Ma per contrastare efficacemente la criminalità è necessario che ci sia un unione di intenti con un coordinamento e un impegno maggiore da parte di tutte le forze dell’ordine, Polizia Municipale compresa che da anni e diversamente dal passato non ha più fra i propri compiti l’operatività diretta sulle strade.
A questo si aggiunge il fatto che le 70 telecamere che sorvegliavano le zone centrali della città non sono più in funzione.
Occorre pertanto che il Prefetto prenda finalmente atto che la situazione della criminalità in Alessandria è aumentata (come si evince chiaramente dai dati del Ministero dell’Interno) e conseguentemente convochi un tavolo sulla questione sicurezza.
Allo stesso dovranno partecipare i vari rappresentanti delle forze dell’ordine e il Sindaco (che è anche Presidente della Provincia) allo scopo di definire gli strumenti più idonei (come l’utilizzo degli operatori delle agenzie di vigilanza notturna, il ripristino delle telecamere, ecc.) per dare risposte alla crescente domanda di sicurezza dei cittadini.
Considerando che per i motivi sopracitati la situazione in prospettiva non potrà che peggiorare, sottovalutare la situazione oggi e non fare nulla, sarebbe un errore che potrebbe comportare ulteriori e gravi conseguenze in futuro.
Pier Carlo Lava