La Presidenza e la Direzione Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti esprimono fortissima preoccupazione relativamente alla legge di stabilità e alla legge di bilancio del 2015 con le quali vengono praticamente azzerate le risorse a disposizione dell’Associazione.
Tali risorse servono a garantire a circa un milione di ciechi e ipovedenti italiani servizi essenziali per i quali l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti è delegata dalla Legge dello Stato 1047/1947. I servizi sono innumerevoli e vengono esplicati sia a livello nazionale che a livello territoriale in tutte le province: la formazione professionale, il supporto all’integrazione scolastica, il libro parlato, il servizio di consulenza e di assistenza delle persone anziane, le attività ricreative, sportive, di integrazione e aggiornamento lavorativo e tanti altri aspetti della vita quotidiana che rischiano di deteriorarsi in modo irrimediabile per tante persone già colpite da una condizione di disabilità giudicata gravissima anche dall’organizzazione mondiale della sanità. Alle ripetute richieste di incontro con il Governo non si è ancora avuta una risposta mentre i provvedimenti annunciati potrebbero addirittura compromettere l’esistenza stessa dell’U.I.C.I. che opera da quasi cento anni per la tutela materiale e morale dei ciechi e degli ipovedenti italiani. Emendamenti presentati alla Camera da gruppi di maggioranza e di opposizione, tendenti a ripristinare le condizioni di finanziamento oggi in essere, ancorché insufficienti a garantire un livello di servizi di qualità europea, sono stati giudicati inammissibili e quindi non verranno esaminati né in commissione né in aula.
La Presidenza e la Direzione dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, nel dichiarare lo stato di agitazione permanente dell’intera categoria, chiedono al Governo un impegno chiaro e risolutivo in tempi brevi perché si possa dare continuità e certezza a servizi e attività che riguardano centinaia e centinaia di migliaia di persone su tutto il territorio nazionale.
Si confida, ancora, in un atteggiamento illuminato, clemente e disponibile da parte delle autorità di Governo le quali non possono assumersi la responsabilità di condannare a morte una associazione storica come l’U.I.C.I. soltanto perché viene negato il “via libera” allo stanziamento di poche centinaia di migliaia di euro sufficienti ad assicurare i servizi di cui sopra.
*Presidente Provinciale
UICI di Alessandria