«Siccome non sono più in grado di garantire un buon livello di professionalità, preferisco non danneggiare “Fuoriprogramma” e lasciare la trasmissione con Fiorello su Radio1»
Marco Baldini
In mezzo a tutte le cose che succedono nel mondo, potrebbe sembrare una notizia futile, di poco conto. Ma la separazione, non si capisce quanto consensuale, tra Fiorello e Baldini ha comunque avuto l’onore della prima pagina del Corriere della Sera (versione on line) per una giornata intera, insieme al Patto del Nazareno e ai disastri provocati dalle alluvioni.
Perché secondo voi Marco abbandona il programma radiofonico condotto con l’inseparabile amico Rosario? La motivazione è quella di non sentirsi più affidabile a causa di vicissitudini legate, come sembra, alla passione (mai sopita) per il gioco d’azzardo. Una brutta bestia, questa, a tratti indomabile, sempre pronta a colpire alle spalle.
Si chiama ludopatia, e la si può contrarre dal lattaio, al bar, nella sala giochi o comodamente da casa, via web. E’ una fonte strepitosa di introiti per pochi (ig)noti e, guarda caso, anche per lo Stato italiano. “Son soldi, ragioniere”, direbbe al ragionier Fantozzi il ragionier Filini, se fosse ancora tra noi. Che poi i fatidici padri di famiglia (ce ne sono ancora? e quanti sono ragionieri?) si sputtanino lo stipendio alle macchinette dello Stato, è un dettaglio di poco conto. Son soldi, e basta.
Certo, Baldini e i padri di famiglia potrebbero fare a meno di scommettere, così come i tossici potrebbero evitare di sniffare o di farsi di qualunque roba. I nostri vecchi avrebbero detto che è una questione di forza di volontà, merce effettivamente rara al giorno d’oggi. Ma la volontà, come il coraggio di don Abbondio, uno da solo non se la può dare, se non ce l’ha.
Nell’era della interconnessione totale, siamo rimasti soli con noi stessi. E non speriamo neanche che venga qualcuno a tirarci fuori dalla pauta, come invece sarebbe ragionevole. Siamo nelle sabbie mobili, e pretendiamo di uscirne da soli. Un po’ come Baldini, che lascia la moglie e l’amico per provare a farcela da solo. E’ più irragionevole questo atteggiamento, che pensare di poter fare “sei” al Superenalotto con una schedina da due euro. E il fatto che ogni tanto qualcuno ci riesca non cambia le cose. Trattasi di eccezione. La regola, purtroppo, è un’altra.