A chi domanda perchè continuare a parlare di amianto, la risposta e semplice: “perchè il
problema è ben lungi da essere risolto”.
Inoltre contrariamente a quanto probabilmente molti pensano, la questione amianto non
riguarda solo alcune zone del Paese e in particolare Casale Monferrato, dove nel tempo ci
sono state migliaia di vittime e stando alle stime degli epidemiologici il picco malvagio, come scrive una brava giornalista che da anni segue questa tragedia, pare destinato a crescere
sino al 2020/2025, ma anche Alessandria.
Solo pochi giorni fa la cronaca cittadina di un importante quotidiano nazionale riportava la
notizia di un ennesima vittima del mesotelioma, un killer causato dall’amianto, una giovane
donna di soli 28 anni che risiedeva nella nostra città.
Il mesotelioma pleurico è una forma maligna di tumore della pleura particolarmente aggressiva. I pazienti vengono quasi sempre trattati con radioterapia abbinata a chemioterapia e quando possibile, si ricorre anche alla terapia chirurgica che consiste nella rimozione della massa tumorale. Terapie che risultano però praticamente inefficaci nella stragrande maggioranza dei casi, dato che le conseguenze sono infauste per molti pazienti che muoiono dopo 6-7 mesi dalla diagnosi.
Secondo alcune fonti solo a Casale Monferrato ci sono stati sinora oltre 1500 morti, ma i numeri molto probabilmente sono in difetto, dato che tutti quelli che sono morti prima della metà degli anni sessanta sono stati archiviati senza una diagnosi esplicita. Anche se già allora gli scienziati sapevano che l’amianto uccideva, però non se ne parlava, perchè c’era un interesse diffuso a mantenere il silenzio.
Ma cosa si sta facendo in proposito? A Casale Monferrato anche perchè maggiormente colpita da questa tragedia si è sviluppata una particolare attenzione nei confronti dell’amianto e da quanto risulta si sta provvedendo con accortezza e incisività alle bonifiche delle coperture e dei rivestimenti in Eternit.
Ad Alessandria, durante la precedente Amministrazione sono state effettuate operazioni di rimozione delle coperture in Eternit presso diversi edifici pubblici (anche se ne rimangono
ancora alcuni) ma anche in taluni edifici privati (piazza Bellotti, via Pochettini e spalto
Borgoglio) mentre in altri casi sempre segnalati la coperture non sono state ancora rimosse, come in via Maggiori, via 1821, corso Acqui, ecc. e in via Parini dove si afferma che le stesse per ora non costituiscono un pericolo.
Le verifiche sulle coperture in Eternit vengono effettuate dai tecnici dell’Arpa con una
relazione che definisce il livello di pericolosità: livello 1 il più basso monitorare ogni anno, livello 2 medio monitorare ogni anno e sgomberare dopo 2/3/4 anni, livello 3 il più alto
sgomberare entro 90 giorni, successivamente è compito dell’Amministrazione Comunale effettuare la relativa ordinanza e verificarne l’esecutività.
Questi casi rappresentano però solo una minima parte dell’amianto esistente in città, perciò
sarebbe opportuno che l’Amministrazione Comunale effettuasse un censimento per definire le dimensioni del problema e la relativa localizzazione, alfine di definire le possibili linee di intervento per ogni singolo caso, in base alla gravità accertata al momento delle opportune verifiche da parte degli enti preposti.