Da oggi anche l’Italia ha il suo Ken Follett. O almeno così si spera. Già, perché con la sua Abbazia dei cento peccati, Marcello Simoni si avvicina, e non poco, al maestro britannico del romanzo thriller-storico. Ma se Follett predilige, eccezion fatta per il monumentale I pilastri della terra e il suo sequel Mondo senza fine, tematiche più contemporanee, Simoni ci trasporta in un Medio Evo rievocato con grande lucidità storica.
Siamo nel lontano agosto del 1346. Una leggera nebbia mattutina si alza su un campo di battaglia intriso di sangue e cosparso dei corpi di fanti e cavalieri. Lì, tra le rovine dell’esercito francese, si staglia, gravemente ferito ad una gamba, Maynard de Rocheblanche. Gli ultimi sussurri di un cavaliere morente, lo porteranno ad entrare in possesso di una misteriosa quanto antica pergamena. L’enigma da decifrare al suo interno lo porterà alla caccia di una preziosa reliquia: il Lapis exilii. Parte da qui l’intreccio di inganni abilmente costruito da Simoni. Ma Maynard de Rocheblanche, non è l’unico a rimanere coinvolto nella ricerca della “pietra dell’esilio”. In un lungo pellegrinaggio da Reims sino a Ferrara, il cavaliere francese coinvolgerà e verrà coinvolto, suo malgrado, in intrighi mortali. Dalla sorella Eudeline, al pittore Gualtiero, dall’abate Andrea per arrivare agli alti porporati vicini alla famiglia degli Este, saranno questi i protagonisti di un romanzo avvincente senza… finale.
L’abbazia dei cento peccati, infatti, non è che l’inizio di una saga che accompagnerà il lettore per molte ore piacevoli tra intrighi e credenze medievali. L’inizio è promettente, e Simoni di certo non lascerà a bocca asciutta il proprio pubblico.
TITOLO: L’abbazia dei cento peccati – Codice millenarius saga
EDITORE: Newton Compton
PAGINE: 333 pg.
PREZZO: 9.90 €