Cristina Bargero, da Casale Monferrato, è deputata Pd da ormai quasi due anni, fa parte della commissione Attività produttive, Commercio e Turismo, e della commissione Finanze,ed è impegnata in prima fila nell’affrontare diverse emergenze che riguardano il nostro territorio: dall’amianto alle recenti alluvioni, per citarne due soltanto. Proviamo a farci raccontare la sua esperienza ‘romana’, e come vede l’evoluzione della difficile situazione del Paese.
On. Bargero, lei è parlamentare ‘di prima nomina’: quali sono le differenze tra fare politica a livello locale e a livello nazionale? E quali difficoltà ha incontrato?
Sia a livello locale che nazionale in questo momento le maggiori difficoltà sono legate da una parte all’impossibilità di trovare una soluzione alle molteplici richieste che arrivano dal territorio, legate alla scarsità di risorse, dall’altro dal distacco che ormai c’è tra istituzioni e cittadini. A livello nazionale poi le maggiori difficoltà sono legate alla possibilità di coniugare le esigenze di tutti i territori e a conciliare il calendario d’aula con la necessità di mantenere rapporti col territorio: il che è essenziale per mostrare che le istituzioni e le politica non sono distanti
Considerando che fino ad ora le diverse leggi sul lavoro non hanno prodotti risultati significativi, ritiene che questa volta con i provvedimenti previsti dal Jobs Act, sia effettivamente possibile creare posti di lavoro e perchè?
Il Jobs Act è un primo passo, occorrono poi politiche industriali. Non credo che il lavoro si crei per legge delega, ma solo riprendendo a fare politiche industriali e togliendo una serie di ostacoli o maggiori costi alle imprese ( burocrazia, costi dell’energia). Il Jobs Act va in questa direzione sia attraverso il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, che sarà la forma privilegiata di contratto di lavoro e godrà di oneri diretti e indiretti più favorevoli rispetto agli altri modelli. I contratti di solidarietà saranno estesi anche alle aziende che attualmente non possono usufruirne (ad esempio le imprese sotto i 15 dipendenti) e potranno essere utilizzati anche per creare nuova occupazione, con la possibilità di una riduzione dell’orario dei dipendenti a fronte di nuove assunzioni.
Che cosa si sta facendo in concreto per combattere seriamente l’evasione fiscale e la corruzione, recuperando così risorse importanti da reinvestire per creare occupazione?
Evasione e corruzione ci costano più di una manovra. La delega fiscale votata alcuni mesi fa va proprio nella direzione di contrasto all’evasione fiscale, e a partire dal 2015 saranno attuati nuovi strumenti, come scontrini telematici in comunicazione diretta ed immediata all’Agenzia delle Entrate, fatture elettroniche e pagamenti tracciabili. È poi stato introdotto l’obbligo di dotarsi del “Pos” per tutti i commercianti e i professionisti.
Sul lato corruzione il governo ha messo in campo l’Autorità contro la corruzione, con a capo Raffaele Cantone che sta riorganizzando complessivamente la struttura.
I sindaci hanno contestato il Ministro Alfano per aver chiesto ai Prefetti di cancellare le trascrizioni delle unioni civili fra i gay: qual è la sua opinione in merito?
Occorre che l’Italia, come gli altri paesi europei, si doti di una legge in materia, ad esempio sul modello delle civil partnership.
Come stanno lavorando i parlamentari del M5S, a suo modo di vedere? Cosa pensa in particolare sulla proposta che prevede l’introduzione del reddito minimo?
Mi pare che i risultati delle elezioni europee di maggio scorso siano il miglior termometro dell’operato dei parlamentari 5 Stelle.
Con alcune limitazioni e considerando le attuali condizioni della finanza pubblica invece l’idea di reddito minimo credo sia da perseguire, come prevede del resto anche il Jobs Act, sul modello di molti altri paesi europei, quali ad esempio la Francia, dove affinché il sostegno non si trasformi in un disincentivo al lavoro, il beneficiario deve dimostrare di cercare attivamente un’occupazione e partecipare a programmi di formazione. Inoltre l’importo del beneficio è modulare: ossia se cresce il reddito da lavoro, diminuisce il sussidio
Perchè i giovani talenti se ne vanno dal nostro Paese? Cosa si dovrebbe fare per riportarli a casa, ed evitare che la fuga continui?
I giovani lasciano l’Italia perché avendo una buona preparazione (merito del nostro sistema formativo) purtroppo non vedono prospettive future nel nostro Paese che da troppi anni stenta a crescere ed ha un mercato da lavoro non in grado di accoglierli e di valorizzarne le qualifiche.
Per riportarli a casa occorre ridare loro opportunità e speranza, investendo e facilitando soprattutto gli spin off universitari, in grado di permettere alla ricerca di concretizzarsi in attività di impresa innovativa, quella che riesce a valorizzare meglio i nostri talenti.
Ma nel contempo ci sono settori quali l’agricoltura e l’agroalimentare di qualità ( e in tal senso il decreto competitività ha già previsto misure di sostegno ai giovani) su cui puntare.
Quali sono le iniziative che ha effettuato sinora in Parlamento, a fronte dei problemi del territorio della provincia di Alessandria, e con quali risultati?
Con il decreto legge 66 siamo riusciti finalmente a permettere alla città di Alessandria di chiudere il dissesto e di consentire ai Commissari dell’Osl di liquidare i primi creditori.
Nel decreto competitività col prestito ponte all’Ilva abbiamo consentito anche allo stabilimento di Novi di poter continuare la propria attività.
Inoltre abbiamo votato una mozione unitaria per la lotta all’amianto in termini di bonifica, indennizzi e ricerca.
E a cosa sta lavorando?
Intendo cercare di promuovere il nostro territorio, grazie anche al riconoscimento Unesco, dal punto di vista turistico e territoriale, e aiutare i centrizona a fare rete per attrarre investimenti. Sto seguendo la vicenda del dissesto idrogeologico, che nella nostra provincia è una vera emergenza, perchè il territorio possa messo essere in sicurezza. A tal fine è stata istituita presso la presidenza del Consiglio una apposita unità di missione. Ora bisogna vigilare perché i fondi arrivino anche nella nostra provincia
Considerando gli enormi problemi esistenti nella provincia di Alessandria, cosa pensa del fatto che nella Giunta della Regione Piemonte non ci sono esponenti del nostro territorio?
Non è certamente un elemento positivo, però il Pd ha due consiglieri regionali che sapranno far valere le esigenze della nostra provincia.
Alessandria è tra le città più inquinate d’Italia a causa del PM10: che cosa si dovrebbe fare per risolvere il problema, o quantomeno ridurlo?
Un nuovo piano integrato del traffico e un piano di mobilità sostenibile con un conseguente potenziamento di tutte le forme di mobilità alternative all’auto e di trasporto pubblico.
Nel contempo una capillare azione di spazzamento delle strade, che aiuterebbe a rimuovere parte delle PM10.