Certo che perdere l’80 per cento delle tessere è un colpo terribile.
Non essere quasi più rappresentati in Provincia e in Comune, in un momento nel quale i due Enti sono sottoposti a tensioni economico/politiche mai registrate, potrebbe innescare, in una organizzazione seria, dibattiti e discussioni, che certamente porterebbero a valide conclusioni. Forse anche alle dimissioni di chi non ha avuto la capacità e la responsabilità di prevenire la diaspora.
Nella Uil Enti Locali di Alessandria invece si punta il dito lontano alla ricerca di colpevoli perché è più facile allontanare da sé i sospetti piuttosto che attivare un dibattito costruttivo.
Da due anni è in atto la fuga di nomi importanti per gli incarichi che ricoprivano. Lo scorso anno un membro “storico” della segreteria aveva abdicato sbattendo la porta; e alle pesanti accuse lanciate in Direttivo non c’è mai stata risposta da parte degli accusati, diciamo, di scarso rispetto delle regole.
Ora i segretari aziendali della Provincia e del Comune abbandonano, dopo decenni di militanza, la Uil Enti Locali seguiti da numerosi lavoratori. Perché non è cosa ordinaria accorgersi che la Segreteria non rispetta le regole dello Statuto.
I responsabili Uil della Provincia e del Comune avevano scritto il 18 aprile una relazione alle Segreterie – Territoriale, Regionale e Nazionale – con la quale denunciavano la situazione “anomala” della Uil Enti Locali di Alessandria.
Per tale denuncia il congresso, che avrebbe dovuto svolgersi il 28 aprile, era
stato sospeso e fissato poi al 23 di maggio.
Chiunque al loro posto, nel preparare le nuove assemblee pre congressuali sui luoghi di lavoro, sapendo di essere sotto osservazione, avrebbe agito con oculatezza e soprattutto rispettando le regole. Loro (la Segreteria), sentendosi inattaccabili, non hanno neppure convocato le assemblee (cooperative e comuni) con il risultato che i delegati al congresso provinciale non sono stati eletti dai lavoratori, ma “nominati” dalla Segreteria.
La forte opposizione nata in questi mesi per merito di alcuni militanti, volta a suscitare discussione e partecipazione è stata vista dalla vecchia classe dirigente come un atto di ribellione. In fondo si voleva soltanto partecipare e dare il proprio contributo.
Nella Uil Enti Locali non si comunica perché si ha paura del confronto.
Alla scarsa forza intellettuale loro sopperiscono con la disaffezione di chi per anni è stato ad ascoltare e non gli è mai stato permesso di parlare o porre dei dubbi.
Chi scrive negli ultimi anni ha partecipato a Direttivi nei quali la presenza degli aventi diritto era ridotta ad un terzo e già solo questo doveva essere un motivo di dimissioni.
Se la Uil Enti Locali non è più un luogo di democrazia e dibattito allora ha perso la sua ragione di vita.
Se questo è l’unico modo per ripartire, per il bene del Sindacato auspichiamo che aumentino quelli che decidono di uscire da questa Uil Enti Locali.
Azzeriamo questa classe dirigente. Non c’è altro modo.
Giuseppe Scafaro
Rsu Provincia di Alessandria
Già segretario aziendale Uil Fpl