Sarà un inverno-primavera di quelli epocali, per tutta quella parte di Alessandria che comunemente chiamiamo Borgo Rovereto, e Borgo Cittadella. Due interi quartieri destinati, con la realizzazione dei progetti del Pisu (Piano Integrato di Sviluppo Urbano), e l’apertura del nuovo ponte Meier, a cambiare completamente pelle, prospettiva, ambizioni. Che davvero quelle strade possano aspirare a diventare una sorta di ‘ramblas’ in salsa mandrogna è naturalmente tutto da dimostrare, ma già qualche settimana fa, discutendo della genesi e dei contenuti del Pisu con Marco Neri, ‘l’ingegnere capo’ del comune di Alessandria, è emerso come la declinazione urbanistico-architettonica sia solo una delle chiavi di lettura del progetto, che va a ‘incastrarsi’ con altri livelli, forse ancora più rilevanti: da quello dell’integrazione sociale (parliamo di un’area in cui la presenza di cittadini stranieri si aggira attorno al 28% dei residenti) a quello appunto economico/commerciale. “Nessuno di noi si aspetta il miracolo – sorride l’assessore alle Attività Produttive di Palazzo Rosso, Marica Barrera –, ma davvero siamo convinti che il Pisu possa rappresentare una molla, in termini di identità e di orgoglio, anche in termini economici”. Vediamo allora quali saranno, concretamente, i prossimi passi.
Assessore Barrera, mentre i lavori di rifacimento del look delle strade di Borgo Rovereto procedono, in diversi cominciano ad aver voglia di capire, un po’ meglio, quali saranno le nuove opportunità economiche collegate….e anche come fare per beneficiarne.
E lo sapranno presto. Stiamo lavorando alla predisposizione del bando, che sarà presentato alla città certamente prima di Natale: in questa fase però un passaggio essenziale è il confronto con le associazioni di categoria, proprio perché non vogliamo che sia una decisione ‘calata dall’alto’ dalla politica, ma partecipata.
Si parla però di contributi a fondo perduto per attività commerciali, imprenditoriali e di studi professionali già presenti sul territorio, e intenzionate a riqualificarsi. Oppure anche in arrivo ex novo….
E’ così. Metteremo a disposizione circa 270 mila euro a fondo perduto, per aiutare la partenza, o la riqualificazione, di attività economiche che però dovranno avere determinate caratteristiche, contenute nel bando: in primo luogo essere davvero innovative, ossia capaci di guardare al futuro, e anche di inventarlo, in qualche misura….
Quindi no ciabattini, o pizzerie, o bar, e sì a studi di web design, innovazione hi-tech o simili?
Nessuno sarà escluso, o necessariamente incluso, in base al tipo di attività. Semmai il discrimen sarà la capacità di innovare, anche all’interno di attività tradizionali. In Umbria nei mesi scorsi ho visto formule davvero originali: dalla caffetteria/libreria, ai negozi dotati di connessione wireless free per i clienti. L’idea è il borgo antico che si proietta verso il nuovo, verso il futuro.
Parliamo di un’area a forte insediamento di stranieri: per loro ci saranno percorsi particolari dal punto di vista commerciale?
Assolutamente no: nessun privilegio, e naturalmente nessuna discriminazione. Lo spirito del Pisu è proprio questo: muovere verso un’integrazione fisica, culturale, sociale, che passi naturalmente anche attraverso alle attività di tipo economico e lavorativo.
Ci sarà un tetto massimo di finanziamento per singolo progetto o attività?
Sicuramente sì, perché purtroppo possiamo contare su un budget limitato. Ma non siamo ancora in grado di enunciare i parametri, anche se giù abbiamo un’idea: vogliamo che siano anche le associazioni di categoria a darci una loro valutazione decisiva. Certamente il contributo a fondo perduto non potrà superare il 50% delle spese effettivamente sostenute per innovare, e parliamo di investimenti per attrezzature e materiali: non Iva insomma, non tasse arretrate o conti pregressi vari da saldare: questo meglio ribadirlo.
Il tutto entro quando?
Le operazioni dovranno concludersi entro maggio/giugno del 2015, compresa l’erogazione dei contributi da parte nostra: il programma Pisu ha regole precise, uguali in tutte le città. Comunque all’apertura del bando sarà immediatamente operativo uno sportello, di cui daremo naturalmente indirizzo e orari, dove personale qualificato sarà a disposizione per fornire tutte le informazioni di dettaglio, e l’adeguata assistenza.
Assessore, la conclusione dei lavori del Pisu, e l’apertura del nuovo ponte, coincideranno in sostanza anche con la partenza di Expo 2015. Speranze di ricadute economiche non solo in Monferrato, ma ad Alessandria città ce ne sono?
Noi crediamo proprio di sì, e da due anni come amministrazione ci stiamo proprio muovendo nell’ottica dell’integrazione tra politiche di accoglienza culturale ma anche commerciale ed economica. Quindi avere un’area nuova, attraente e qualificata, oltre ad un ponte appena inaugurato e ‘firmato’ da un architetto di fama mondiale come Meier non potrà che essere uno stimolo in più. Senza dimenticare tanti altri motivi per visitare Alessandria: dal Marengo Museum alla Cittadella, dal Museo del Cappello all’offerta musicale e concertistica legata al nostro Conservatorio, ad altro ancora.
Chiudiamo con un flash sul commercio assessore Barrera: in una recente intervista Manuela Ulandi, presidente di Confesercenti Alessandria, indica la programmazione come parola chiave per il 2015: è così? State lavorando in maniera congiunta ad un calendario di eventi e manifestazioni?
Il 2014 è stato per noi una sorta di anno zero, in cui mi pare si siano realizzate tante iniziative importanti, dalla Primavera alessandrina a Gagliaudo tra i mercanti, a tutte le altre che sappiamo. D’accordissimo sulla programmazione naturalmente: aggiungo però che non deve essere solo programmazione di eventi in determinate date, ma la condivisione vera di una progettualità: sapere dove si vuole andare, e come arrivarci insomma. Ben sapendo che anche i commercianti alessandrini, al loro interno, hanno anime, sensibilità ed esigenze diverse, che cambiano di quartiere in quartiere, spesso anche di via in via. Da questo punto di vista l’apporto delle associazioni di categoria è essenziale e strategico: perché non può essere la politica, in questo caso il comune, a ‘calare dall’alto’ soluzioni e progetti, che devono invece essere frutto di elaborazioni e scelte condivise.
Ettore Grassano