Dopo 7 anni di crisi, in Italia oggi vediamo la cancellazione di oltre un milione di posti di lavoro, il raddoppio dei disoccupati, la perdita del 25% delle attività industriali, la crescita al 12,6% delle famiglie in fascia di povertà.
Il Governo Renzi, di fronte a questo, risponde con miliardi regalati a pioggia alle imprese, senza alcun collegamento con la qualità dei processi produttivi e senza distinguere fra rendita, che cresce a dismisura e si concentra nelle mani di pochi, e chi fa investimenti e innovazione. Una manovra che, come hanno già notato molti qualificati economisti, anche di diverse appartenenze politico-sociali, in questo modo non rilancerà la domanda e sarà sicuramente recessiva.
Miliardi sottratti dal governo ai bilanci delle Regioni e degli Enti Locali, apparentemente senza mettere le mani nelle tasche degli Italiani, ma imponendo ad altri di farlo al posto suo. Le Regioni vanno certamente risanate e riformate, gli sprechi vanno colpiti, ma imporre tagli drastici e lineari in un sol colpo equivale ad ammazzarle e non a riformarle, cancellando un altro presidio democratico dopo il pasticcio della riforma delle Province, e a togliere ai cittadini il diritto alla sanità e alla mobilità, non certo a colpire privilegi e parassitismi.
Dopo aver annunciato in ogni dove che avrebbe cambiato la linea dell’austerità europea, in realtà il Governo non fa che proseguire quanto già avviato da Monti, ribadendo alla BCE e alla Commissione Europea il rigido rispetto del 3% di contenimento del deficit e, soprattutto, offrendo lo scalpo dei diritti che i lavoratori si sono conquistati in mezzo secolo di lotte.
La cancellazione del reintegro nel posto di lavoro come previsto dall’art.18 in caso di
licenziamento immotivato, l’introduzione del controllo a distanza dei dipendenti nei luoghi di lavoro e la facoltà di demansionare il lavoratore riducendogli professionalità e salario, non hanno alcuna attinenza con la ripresa dello sviluppo economico e la creazione di nuova occupazione.
Di tutto ciò la destra può essere pienamente soddisfatta. Non altrettanto dovrebbe esserlo, almeno per larga parte, il popolo del PD, con il quale proseguiamo a dialogare e a confrontarci anche in Piemonte.
La posta in gioco è troppo importante, per cui, oltre alla nostra attività di opposizione in Parlamento, oltre alla nostra azione nelle amministrazioni locali a difesa dei servizi pubblici e di sempre più ristretti spazi di democrazia e di partecipazione, noi il 25 ottobre saremo in piazza a Roma a sostenere inmodo convinto la manifestazione della CGIL sul trinomio “LAVORO GIUSTIZIA E LIBERTÀ” che è il titolo opportunamente scelto dalla CGIL e che rende pienamente il senso della mobilitazione.
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTÀ – Federazione Provinciale di Alessandria