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Chi lo cantava accompagnando uno dei cavalli di battaglia de I Camaleonti, chi lo celebrava impazzendo per Leif Garrett, chi per Enzo Avallone, il povero Truciolo ballerino campano che a Fantastico danzava cantando ‘Tu che ti chiami Africa…’ rivolgendosi alla allora piccola figlia di Dario Argento, senza rendersi conto che stava sbagliando continente… anzi nome.
Il viso d’angelo ha sempre, in qualche modo, attratto piccoli e grandi fans.
E questa settimana in ‘T Rex Sound’, spulciando nel mio archivio di vinili vetusti ma indistruttibili, ho ritrovato un paio di album di uno di quei visi d’angelo che negli anni ’70 fecero impazzire milioni di fans scatenate ed arrapatissime: Peter Frampton!
Non una carriera troppo fastosa per l’allora efebica star britannica accompagnata da un rock molto pop, alla portata di tutti, con un suono inconfondibile definito effetto ‘Talking Guitar’ utilizzato soprattutto nelle esibizioni dal vivo (nel video di apertura dell’articolo sulle note di uno dei suoi successi più importanti Show me the way), una trovata originale per usare uno speciale distorsore che generava un suono accattivante.
Da rocker il suo meglio lo sfoderava sul palco. Fu un talento precoce , già a dieci anni si esibiva sul palco. Meglio del ‘Ragazzo di oggi’, scusate, ormai di ieri, Luis Miguel. E meglio di lui solo Nikka Costa. Dopo l’esperienza con gli Humble Pie fondò giovanissimo una band chiamata I Camel. Un gruppo che viaggiava verso i concerti in Duna, l’unica macchina che si ribaltava in parcheggio, e componenti della band che facevano parte, negli anni ’70, di un noto Dream Team, I ‘Gobbi Trotters’, che annoveravano in organico anche Giorgio Chinaglia e Giulio Andreotti!
I due album che possiedo sono sicuramente i suoi lavori discografici più importanti, nel suo periodo artistico migliore nel biennio ’75-’76, ‘Frampton’ e la super raccolta ‘Frampton Comes Alive’ che, ad oggi, rimane il ‘Live’ più venduto di sempre: quasi 20 milioni di copie vendute! Sono stati gli anni in cui sfornò i suoi due singoli più noti: Show me the way e Baby I love your way di cui, nel 1994, uscì una versione di discreto successo degli statunitensi Big Mountain. Nome della band che ha un suono che ci riporta ad uno degli ultimi Capi del nostro Governo, ‘Big Monti’. Big, ricorderete, anche per le dimensioni delle tassazioni e delle richieste economiche agli italiani. Aveva creato un sistema di tassazione geniale nella sua semplicità, poi portato avanti dai suoi successori… ‘Quanto guadagni’? ‘Mandaceli’! Mi ricordo, quando sedeva sulla poltrona più importante di Palazzo Chigi, che le Poste decisero di inserire la sua foto su nuovi francobolli, poi ritirati perché la gente sputava sul lato sbagliato…
Peter Frampton è stato forse più presente nei registri matrimoniali che nelle classifiche. Sposato ben quattro volte. Possibile che non ci sia mai stato un amico, un parente, un collega che gli abbia ricordato quel famoso aforisma: ‘Sbagliare è umano, perseverare è diabolico’? In una recente intervista Frampton ha dichiarato di essere anche molto devoto e di aver compiuto con le sue mogli in passato diversi viaggi a Lourdes. Al suo ritorno la solita risposta rassegnata: ’Nessun miracolo, sono ritornato con lei’.
Non un mare di hits da ricordare per il nostro viso d’angelo ma è sempre un piacere, soprattutto viaggiando, riascoltarlo. Ti aiuta nella guida spensierata e ad andare moderatamente con i giri del motore. A parte che io non corro mai in macchina anche perché di solito sono seduto. Riascoltando ‘Baby I love your way’ qualche sera fa è emersa in me anche un po’ di malinconia. Emozioni, suggestioni che si riaccendono e, che grazie a ‘T Rex Sound’, cerco e spero di condividere con alcuni di voi rimembrando artisti, canzoni e tanti ricordi legate ad esse, a quei periodi di vita che ci appartengono e che, di tanto in tanto, amiamo riportare in noi. Pensate che ieri ho visto un manager con il cellulare entrare in una cabina telefonica e piangere di nostalgia…