Job act, articolo 18, emergenza lavoro sul territorio, incontri locali e partecipazione a manifestazioni nazionali da organizzare. L’autunno caldissimo di Tonino Paparatto, da alcuni mesi segretario generale della Camera del Lavoro di Alessandria, non solo è già cominciato, ma si annuncia sempre più frenetico. Lui però non perde l’aplomb e il sorriso: “Siamo una bella squadra, strutturata per reggere a questo ed altro”. Il riferimento è, in particolare, alla nuova segreteria provinciale della Cgil, che ha visto la luce nei giorni scorsi, e che soddisfa pienamente il segretario: “Abbiamo ringiovanito e rinnovato, nella continuità. E oggi so di poter contare su un team di alto livello, e mi riferisco naturalmente non solo ai membri della segreteria”. I mesi ‘dell’orientamento’ e del rodaggio per Paparatto sembrano finiti: arrivato ad Alessandria più per spirito di servizio che per ambizione personale (“non sono un carrierista, credo si capisca conoscendomi un poco”), il nuovo segretario della Camera del Lavoro, percorrendo il tratto di strada tra via Cavour e i portici di Palazzo Rosso, saluta con cordialità volti noti della vita cittadina, e persone qualunque, forse iscritte alla Cgil o forse no. Segno evidente di ‘alessandrinità’, se non del tutto acquisita, in via di conquista. Impossibile, naturalmente, in queste settimane non parlare con lui di scenario nazionale, tra atteggiamento ‘muscolare’ del premier Matteo Renzi, job act e articolo 18. Ma proviamo anche a ‘tastare il polso’ del territorio, per capire qual è lo stato dell’arte in diverse direzioni.
Segretario, mettiamo subito ‘i piedi nel piatto’, e parliamo di articolo 18. E’ davvero solo un simbolo, un rito, un tabù, e l’ultima frontiera del sindacato ‘vecchio stampo’?
Facciamo un passo indietro prima: nell’impostazione del Job Act, come il nostro premier ama chiamare l’insieme delle normative che dovrebbero modificare, si spera in meglio, il nostro mercato del lavoro, fino a qualche settimana fa di articolo 18 proprio non si parlava. E lo stesso Renzi neanche tantissimo tempo aveva definito l’articolo 18 un falso problema,
sottolineando come appunto nessun imprenditore in realtà lo vivesse come tale. E allora che è successo? Probabilmente, ma lo dico da cittadino che osserva, prima ancora che da sindacalista, ci ha portati sin qui la tecnica comunicativa del premier, che lo costringe al continuo ‘rilancio’ per spostare l’attenzione rispetto a progetti precedenti non realizzati, o di impatto socio economico molto modesto come nel caso degli 80 euro…
Nel dibattito mediatico però, in cui Renzi primeggia potendo anche contare su un ‘fuoco amico’ di grande potenza, i sindacati, e la Cgil in particolare, vengono descritti come il vecchio, e le armate renziane invece….
Attenzione però, perché campare di soli annunci e di buona stampa aiuta nel breve, ma le persone poi vivono nel mondo reale, e sperimentano la realtà sulla loro pelle. La Cgil, che non certamente immune da difetti e che nel tempo può aver anche commesso degli errori, sta però a contatto quotidiano con il popolo vero: milioni e milioni di lavoratori, e purtroppo sempre più anche milioni di disoccupati, per non dire della fascia ‘grigia’ del precariato, che è ancora più vasta. E questi Renzi non li incanta, come non credo seduca più neanche alcuni imprenditori, da quel che sento in giro.
Ma concretamente che farete? Lo sciopero generale può essere ancora uno strumento efficace, o è davvero usurato?
Intanto quel che faremo dipenderà credo dalle scelte e dall’atteggiamento del governo, proprio in queste ore. Al momento è stata fissata una manifestazione di tutta la Cgil a Roma, per sabato 25 ottobre. E proprio in previsione di quell’iniziativa, che ci vedrà tutti mobilitati, faremo un ‘attivo’, come lo chiamiamo noi in sindacato, ossia una riunione di tutti i delegati della provincia il 15 ottobre qui ad Alessandria, all’Ambra. Lì metteremo a punto tutti i dettagli della manifestazione di Roma, che vedrà partire dal Piemonte almeno 10 mila persone. Sullo sciopero generale, dico che rimane uno strumento importante, ma da utilizzare con saggezza, e con adeguata preparazione. E’ un fatto che non siamo più negli anni Settanta: il mondo del lavoro è cambiato, e oggi non esiste più un solo strumento adatto a tutti i contesti. L’errore più banale che può fare un sindacato è proclamare lo sciopero con leggerezza, quasi come catarsi: mentre bisogna pensare in primis all’efficacia, rispetto agli obiettivi da raggiungere: che sono sempre gli stessi, ossia la salvaguardia dei diritti dei lavoratori.
Rispetto ai temi nazionali del Job Act, il rapporto con Cisl e Uil qual è?
Ottimo mi pare. E’ vero che l’iniziativa del 25 ottobre è solo nostra, ma Cisl e Uil ne stanno mettendo a punto altre, e poi da novembre ci saranno anche momenti condivisi. Non mi sembra proprio che, su questo fronte, ci siano motivi per preoccuparsi. I sindacati sono uniti, a livello nazionale e ancor più qui ad Alessandria, dove con Ferraris (Cisl) e Gregori mi consulto costantemente.
Veniamo appunto a casa nostra, segretario Paparatto. Lei ormai un po’ che aria tira in città e nel resto della provincia l’ha capito. Quali sono le priorità della Cgil, per questo autunno-inverno che si annuncia ‘pesante’?
Dobbiamo valorizzare al massimo la nostra presenza capillare sul territorio, non solo ad Alessandria, ma in tutti i principali centri zona. Abbiamo 53 mila iscritti, siamo la seconda Camera del Lavoro in Piemonte dopo Torino. E oggi, per presidiare il territorio, intendo proprio da un lato aprire le nostri sedi, renderle sempre più accoglienti. Ma dall’altro anche uscire, e andare a incontrare i lavoratori, iscritti o no che siano alla Cgil, dove più loro hanno bisogno. C’è una fascia crescente di disagio sociale, di persone che sono senza lavoro, con sussidi insufficienti, e preda di sconforto, o di tentazioni come le slot machine e altre diavolerie. Il compito di un grande sindacato è oggi anche sociale, di dialogo e di incontro. E di interesse per temi importanti, come la sanità: si parla di riorganizzazioni, anche dolorose. Sta a noi vigilare.
Sanità, dice lei. Ma anche trasporti, e altri settori nevralgici, sembrano dipendere in realtà sempre più da una dimensione quantomeno regionale. Da questo punto di vista, la Cgil ha aperto un tavolo con Chiamparino, e vi state confrontando?
In realtà siamo in attesa. Nel programma elettorale di Chiamparino c’erano segnali e aperture importanti, a cui però ora devono seguire i fatti. Non sta a noi chiaramente elaborare progetti di gestione, ma riceverli, esaminarli e replicare cercando di tutelare al meglio i lavoratori dei diversi comparti, ma trattandosi di servizi essenziali come sanità e trasporti direi anche tutti i cittadini. Penso naturalmente a progetti e realtà di casa nostra, come le Terme di Acqui. Un’attività economica fondamentale per quel territorio, in termini di occupazione diretta e indiretta, rispetto alla quale la Regione, ora che ha nominato i nuovi amministratori, deve chiarire meglio intenzioni e progetti.
Nel capoluogo, qual è la vostra posizione rispetto alla preannunciata riorganizzazione delle partecipate di Palazzo Rosso?
Con i colleghi di Cisl e Uil abbiamo incontrato il sindaco ad agosto, e fu incontro per me anche conoscitivo, e comunque interlocutorio. Ci sarebbe dovuto essere secondo appuntamento, a metà settembre, saltato per impegni degli amministratori comunali, per cui siamo in attesa di riaggionarci a breve. E anche lì, sta alla politica presentarci non solo dei disegni strategici generali, ma anche concretamente dei piani industriali che dicano precisamente quali sono le intenzioni sul fronte occupazionale. Sulla carta, quello cosiddetto della grande Amag è progetto certamente ambizioso, e di valore. Ma vogliamo saperne di più, così come vedremo come evolve la situazione legata ad Amiu. Questione di giorni credo. E per i trasporti già abbiamo accennato al fatto che sembra esserci in ballo una riorganizzazione regionale del comparto.
Il teatro invece, chiuso da quattro anni, è un pugno nello stomaco, e un simbolo negativo per la città…..
E’ assolutamente vero, e ci piacerebbe capire se ci sono progetti al riguardo. Ogni tanto si colgono voci, nomi anche eclatanti legati ad un possibile rilancio. Ma a noi comunicazioni ufficiali non ne sono purtroppo mai arrivate.
Guardando al territorio provinciale: nei giorni scorsi anche Cgil, come Cisl e Uil e insieme alle rappresentanze dei costruttori, ha chiesto alle istituzioni maggiori garanzie sul fronte delle ricadute occupazionali per il territorio, legate al Terzo Valico….
E’ assolutamente necessario che ciò accada, e ci aspettiamo da Regione, Provincia e Cociv una risposta chiara al riguardo, con un impegno concreto e verificabile: simili opere, oltre a dover naturalmente essere realizzate in condizioni di ampia sicurezza ambientale e professionale, devono essere un motore, un vòlano per l’economia del territorio.
Sia sincero segretario Paparatto: cosa si aspetta per i prossimi 12 mesi per il mercato del lavoro? E’ ottimista?
Ottimisti bisogna esserlo sempre, ci mancherebbe. Ma anche naturalmente confrontarsi con la realtà, senza negarne la drammaticità. Lo scenario è molto critico: molto dipenderà anche dall’atteggiamento di chi ci governa. La soluzione non è certo mostrare i muscoli, lanciare slogan e indicare all’opinione pubblica i sindacati come il nemico di cui ottenere lo scalpo. Speriamo in un cambio di marcia, e in un atteggiamento di dialogo e confronto, a Roma come ad Alessandria.
Ettore Grassano