Giovani Democratici: “Il diritto allo studio in salsa padana, quale meritocrazia?”

UNIVERSITA'Il diritto allo studio è una delle conquiste più importanti riconosciute all’interno della nostra Carta costituzionale e è un pilatro fondamentale dell’azione politica dei Giovani Democratici della provincia di Alessandria e del Piemonte espressa al meglio dal rapporto di collaborazione avviato con l’Assessore regionale Monica Cerutti.

Questa sensibilità al tema da parte della giunta Chiamparino conferma nuovamente l’impegno, preso in campagna elettorale, di aumentare le borse di studio, andando incontro al grave calo nelle domande di iscrizione all’università, in moltissimi casi per motivi economici delle famiglie, le quali non vedono più realizzarsi quel sogno, tipico delle generazioni passate, di un avvenire migliore per i propri figli.

A fronte di questi dati, scomodare il merito per coprire tagli di risorse, come annunciano dai lidi padani, non è onesto intellettualmente, per non dire iperburocratico: non esiste una media ponderata valida per tutti, per cui ogni corso di studio ha dovuto provvedere a elaborare la propria media con conseguenze perverse e esclusive dal punto di vista reddituale degli studenti più meritevoli.

Colpire la posizione dell’Assessore Cerutti di voler estendere il beneficio della borsa di studio a prescindere dalla media, a criteri di crediti richiesti e situazione reddituale invariati, non è un elemento di battaglia politica bensì un’ipocrisia.

Noi, all’inganno della “meritocrazia facile” stile Michael Young, presentata come metodo per suscitare egoismi e competizioni fra meno abbienti, preferiamo gli ideali sanciti dalla nostra Costituzione:”[…] La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso […]”. Lo strumento del concorso ha l’onere della valutazione delle capacità.

Non siamo ingenui e purtroppo sappiamo bene che oggi, in situazioni di recessione, l’ultima parola vada ai freddi numeri di bilancio, ma vogliamo lavorare direttamente e indirettamente dimostrando la nostra risolutezza e la fermezza sul tema. Il modello premiante è quello che non lascia indietro nessuno e che accelera sul diritto allo studio universitario come insegna quello emiliano-romagnolo. Nel processo di razionalizzazione che avvolge tutta la pubblica amministrazione chiediamo alle istituzioni lo sforzo di allocare le risorse di cui disponeva il fondo relativo nel 2009, di circa 24 milioni di euro, questione richiesta peraltro dai rettori dei tre atenei piemontesi su “La Stampa” due mesi fa.

Luca Beccaria
responsabile provinciale università e saperi GD Alessandria

Sara Patelli
responsabile provinciale cultura e diritti GD Alessandria