Comunicatore (o comunicatrice?) di professione, Nadia Biancato è la titolare di “S.H.E. Nadia Biancato Comunica”, realtà che si occupa di uffici stampa per aziende e enti. E’ socia fondatrice di Zonta Club Alessandria, club di servizio nato in città nel 2000, di cui è stata Presidente dal 2002 al 2004, per poi essere nominata in diversi ruoli a livello di Distretto. Nel 2010 è stata eletta Vice Governor del Distretto 30 e nel 2012 Governor. Nel giugno 2014 è stata eletta Direttore Internazionale di Zonta International, carica che conserverà fino a giugno 2016. Nel 2003 ha fondato Confagricoltura Donna, associazione femminile di Confagricoltura che dal livelllo locale ha assunto negli anni rilevanza nazionale. E’ anche socia fondatrice e vice presidente di A.D.I.S.C.O., Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale. Accanto all’impegno sociale, adora leggere e viaggiare. Non ha figli ma un nipote quindicenne che adora, Ricky. Con i bambini e i ragazzi ha un feeling speciale: per questo nel 1992 ha lanciato un programma di didattica nelle scuole che è ancora proposto oggi, anche se in altra forma: “Scatta il verde vieni in campagna” di Agriturist, di cui è stata la più giovane Segretaria d’Italia. Ama i gatti, ma uno alla volta, meglio se neri o rossi. Ha visto tutti i film di Robert Redford. Ama le canzoni di Aznavour e manco a dirlo la sua preferita è “SHE”. Buona lettura!
1) Nadia, partiamo subito da Zonta. Che cosa ti ha spinto ad impegnarti in questa associazione?
Zonta è un Club nato nel 1919 negli Stati Uniti e già allora la fondatrice, una giornalista come me, Marian de Forest, aveva in mente un network di donne impegnate nel lavoro, accomunate da un ideale semplice: migliorare la condizione della donna. I diritti delle donne non sono rispettati oggi come allora e quindi c’è bisogno di persone come me che si dedicano per eliminare la violenza domestica, creare opportunità di studio, garantire l’assistenza sanitaria per sconfiggere malattie che rendono impossibile la vita. Zonta International ha una serie di programmi al riguardo, che cambiano o si rafforzano ogni due anni. Zonta nel scegliere i suoi programmi individua progetti che altri non hanno ancora preso in considerazione o di cui nessuno vuole più occuparsi: è successo per il microcredito di Nigeria, succede per l’eliminazione dell’AIDS in Rwanda. Ma l’impegno non è solo così lontano… anche a livello locale Zonta dimostra un’attenzione particolare per le donne e le loro esigenze.
2) Tu sei una donna imprenditrice, e immagino che lavorando con enti e aziende ti capiti spesso di stare in ambienti prettamente maschili. E’ stato difficile per te farti accettare e rispettare, o almeno su questo punto la famigerata “parità” è stata raggiunta?
Ho iniziato a lavorare mentre studiavo. A 19 anni entrai in un’organizzazione i cui capi erano tutti uomini. Non ho mai avuto alcun problema a farmi accettare, ma soprattutto rispettare. La carriera da dipendente è stata veloce per me, passo dopo passo, basata solo ed esclusivamente sul riconoscimento delle mie capacità professionali. Da libera professionista non mi sono neppure mai posta il problema. E’ sicuramente più semplice. Gli uomini, e a volte anche alcune donne, tendono a prevaricare chi non ha una personalità. Io ne ho da vendere… ed è per questo che da sempre mi impegno per dar voce, per difendere e sostenere chi ha difficoltà ad affermare i propri diritti, anche sul luogo di lavoro. Essere Zontiana vuol dire esserlo sempre, non solo durante gli incontri Zonta. Ognuno di noi dovrebbe chiedersi ogni giorno cosa ha fatto per rendere migliore il mondo in cui vive. Nel rapporto uomo-donna l’autostima di quest’ultima è determinante. L’autostima non è solo una chiave del successo, è quel requisito che ti difende in caso di discriminazioni o abusi. Molte donne non hanno sufficiente autostima e questo le rende vulnerabili.
3) Recentemente sei stata eletta Direttore Internazionale di Zonta International. Quali responsabilità comporta questa carica, e che cosa cambierà nella tua vita?
A livello internazionale vengono eletti 7 direttori, ciascuno ha sue specifiche competenze oltre a quelle di programmazione e indirizzo per i Club e i Distretti. Io ho la responsabilità come “liaison” di due Distretti e un Comitato. Liaison significa dare voce a chi rappresento all’interno del Board internazionale, ma anche assistenza e supporto. I Distretti sono il 9 che comprende California, Utah (vedi che Robert Redford c’entra sempre!), Arizona e Isole Hawai, e il 27 che invece è qui in Europa e comprende un terzo della Francia, il Belgio e il Lussemburgo, i land a nord della Germania (quelli con le città più grandi come Berlino, Amburgo, ecc.), la Polonia e l’Ucraina. Il Comitato di cui mi occupo è quello dei Club giovanili. E’ un impegno piuttosto significativo: ogni giorno dedico almeno un paio d’ore a Zonta, poi ci sono i viaggi, come il prossimo a Copenhagen per la riunione del Board Internazionale, o quello a Ginevra per assistere al Forum del Comitato Statuts of Women delle Nazioni Unite. Un quarto del mio tempo, per due anni sarà per Zonta.
4) Parliamo adesso dei tuoi interessi, viaggi e lettura. Ci racconti qual è stato il luogo più significativo che hai visitato? E quale libro consiglieresti all’amica più cara?
Per turismo vado spesso in Francia. Là trovo quello che qui manca: l’organizzazione turistica. Tutto funziona bene perché ogni cittadino è coinvolto nell’orgoglio nazionale di preservare le tradizioni, di proporre il territorio e le città in modo impeccabile. Ovunque in Francia ti trovi a casa. Ovunque in Francia trovi paesi ordinati, con i servizi in regola. Non puoi non visitare il tal luogo o provare il tal prodotto: la segnaletica ti presenta tutto quanto hanno da proporre in quel luogo o a qualche chilometro. Gli uffici turistici sono una realtà: il piccolo villaggio di 300 anime ha l’ufficio turistico provvisto di tutto quel che serve, al pari di una città di 300.000 abitanti. La Francia ha risorse autentiche come le nostre, ma sa valorizzarle. Potrei raccontare di altri viaggi, di luoghi che non esistono più come li ho visti io (i Dodici Apostoli in Australia, faraglioni bellissimi da togliere il fiato) e di luoghi che vorrei rivedere presto, come l’ex Jugoslavia e il Giappone.
Il libro che consiglierei ad una amica… è difficile. Leggo un libro ogni due giorni e potrei passarglieli tutti se avesse voglia di leggere. “Ave Mary” di Michela Murgia è l’unico libro che un’amica ha consigliato a me. Direi che posso senz’altro consigliarlo a mia volta. Ma posso consigliare anche i libri di Simonetta Agnello Hornby, si leggono d’un fiato. Un momento, ti sto parlando solo di libri scritti da donne, non vorrei si equivocasse. Cambiamo direzione: suggerisco tutti i libri di Georges Simenon e di Daniel Pennac.
5) Ultima domanda… Dal tuo punto di osservazione, come vedi il tessuto socio-economico della nostra città? Siamo davvero messi così male?
Questa è una città che meriterebbe molto di più. Ma bisognerebbe ripartire da zero o almeno da dopo il ’45 e affidarla a politici ed a responsabili dei settori economici vitali ben diversi da quelli che abbiamo avuto e abbiamo. Si è sperperato, dilapidato e fatto in modo che ciascuno guardasse ai fatti propri, con il risultato che oggi le idee scarseggiano, le attività commerciali passano ai cinesi, si perdono treni e si vorrebbe trasformare il teatro civico in una succursale di Eataly. Non vorrei infierire oltre…