La Lega Nord di Alessandria non parteciperà alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Provinciale indette con le nuove regole previste dalla legge Delrio. Le motivazioni sono state esposte giovedì 18 in una conferenza stampa indetta presso la sede provinciale del Carroccio.
Il segretario provinciale Riccardo Molinari (nella foto) ha spiegato che dopo aver consultato sindaci ed amministratori leghisti della Provincia di Alessandria, per la maggior parte rappresentanti di piccoli comuni, la volontà unanime è stata quella di astenersi da una competizione elettorale figlia di una politica che crea diseguaglianze fra i cittadini e che soprattutto li priva del diritto di voto sull’onda emotiva di un risparmio che non ci sarà.
Le prossime consultazioni infatti saranno di secondo livello, cioè non saranno i cittadini a votare il Presidente ed i consiglieri provinciali, ma i sindaci e gli amministratori. Questi, voteranno non secondo il principio “una testa un voto”, ma con un voto ponderato in base alla popolazione del comune che rappresentano con un forte squilibrio di peso elettorale a favore dei centri zona.
“Siamo stati gli unici a contestare da subito la legge Delrio ed il progetto sbandierato dal Pd di cancellazione delle Province, ben sapendo che oltre ad un danno per il territorio si trattava anche di una presa in giro nei confronti dei cittadini” – ha commentato Molinari – “le Province infatti restano, ma a decidere da chi verranno governate saranno non più gli elettori, ma il Pd, che forte storicamente di un maggior consenso nei centri più grandi grazie al sistema del voto ponderato potrà cambiare gli equilibri politici anche di quelle aree geografiche dove col suffragio universale non avrebbe mai vinto. E’ stupefacente che la discussione su chi amministrerà un territorio non sia piú fatta fra la gente ma nelle varie segreterie politiche del Pd, sono situazioni che vediamo in Cina o che ci fanno ricordare l’Urss, dove c’è o c’era il Partito unico di Stato”.
Nel corso della conferenza il segretario Molinari ha aggiunto: “I nostri amministratori locali si sentono giustamente insultati da un sistema che fa contare meno il voto, e quindi i cittadini, di un territorio marginale rispetto a quello di un centro più grande e questo sentimento è ampiamente diffuso anche fra i sindaci non leghisti che proprio ieri hanno manifestato a Roma contro il prossimo capitolo di questa saga degli orrori amministrativi: l’accorpamento forzato dei piccoli comuni per raggiungere i 15000 abitanti, altro pallino fisso del Pd. Per questo abbiamo deciso di continuare a contestare duramente questa pseudo-riforma, a nostro avviso incostituzionale e su cui pendono dei ricorsi presso la Suprema Corte, mantenendo una posizione coerente e non prendendo parte a queste finte elezioni dove tutto é già stato deciso alle spalle dei cittadini”.
In merito alla mancata partecipazione della Lega alla lista di centrodestra presentata da Forza Italia Molinari ha risposto che il partito di Berlusconi sta avendo un atteggiamento ambiguo tanto a Roma dove un po’ fa opposizione a Renzi e un po’ lo sostiene, quanto sul territorio visto che per queste elezioni in diverse province Forza Italia si presenta assieme al Pd in “listoni” unitari: “viviamo un momento in cui la gente è confusa e distante dalla Politica, qui sono in ballo valori fondamentali per noi come la difesa delle autonomie locali, la sopravvivenza delle aree montane ed principi basilari della democrazia, non ci possono essere posizioni ibride, nessuno le capirebbe, o si sta da una parte o dall’altra. Noi con questo Pd e con il progetto politico di Renzi non abbiamo nulla a che fare, siamo agli antipodi ed oggi lo rimarchiamo nettamente con questa presa di posizione”.