No all’accattonaggio ad Alessandria

L’accattonaggio da tempo rappresenta, purtroppo, un fenomeno in continua espansione. Molte sono le cause: dalla crisi sociale che sta attanagliando il Paese, tant’è che l’accattonaggio è praticato anche da cittadini italiani che versano in condizioni economiche di estrema povertà, all’invasione di extracomunitari che non trovando, come del tutto prevedibile, un lavoro, cercano di sopravvivere chiedendo l’elemosina.

Un fenomeno che però ha raggiunto ormai livelli di guardia per cui, come già detto, un numero sempre più elevato di persone si dedica a questa attività molte volte importunando in maniera ossessiva la gente.

Non esiste una normativa nazionale che regoli tale fenomeno per cui i comuni possono e devono gestire autonomamente il modo di affrontare il fenomeno. Così ha fatto il Comune di Alessandria che ha inserito un nuovo articolo, il 52 bis, nel regolamento di Polizia Municipale avente lo scopo di disciplinare il cosiddetto accattonaggio molesto.

In linea di principio un provvedimento, più volte auspicato dalla Lega nord, che potrebbe anche essere condiviso come principi ispiratori, ma che contiene alcuni punti sui quali credo vada aperta una discussione.
Innanzitutto si parla di accattonaggio “molesto”, il che vuol dire che chi lo pratica deve essere colto sul fatto dall’agente di Polizia Municipale mentre “molesta” una persona o dovrà essere la persona stessa a denunciare di essere stata molestata con tutte la immaginabili difficoltà a dimostrare il fatto. Altro punto dolente è il numero limitato di agenti di cui dispone la Polizia Municipale di Alessandria per cui sarà molto complicato controllare le sempre più numerose zone della città ove l’accattonaggio viene effettuato.
Sarebbe invece utile creare in ogni quartiere un Centro per la sicurezza con la presenza di forze dell’ordine e di polizia urbana che si occuperanno di raccogliere le segnalazioni dei residenti e potranno intervenire prontamente. Nel provvedimento della Giunta alessandrina si fa riferimento alle sanzioni da comminare agli accattoni che svolgono la loro “attività” davanti a chiese, ospedali, cimiteri.

Giusto, solo che ci si dimentica di quella schiera di persone, tutte provenienti dal centro Africa, che stazionano regolarmente davanti ai centri commerciali. Queste persone non vanno punite? Sarebbe inoltre auspicabile l’inserimento della sanzione accessoria della confisca del denaro che costituisce il prodotto della violazione e di quanto agevoli la commissione dell’illecito, il foglio di via per gli accattoni molesti che comporti l’allontanamento dal territorio comunale per un periodo di almeno tre anni.

Siamo concordi che va posta in essere una politica di prevenzione del fenomeno, ma siamo altresì convinti che una rigorosa azione repressiva otterrebbe risultati ancora maggiori. Non possiamo infatti ignorare che queste persone sono manovrate da organizzazioni malavitose che spesso le sfruttano impunemente. E’ indubbio che per stroncare il fenomeno occorre arrivare e tagliare la testa della piovra ma è altrettanto utile tagliare i tentacoli in modo da renderla inoffensiva.

Per dire stop all’accattonaggio molesto occorre dire stop al buonismo, alla tolleranza, ai privilegi in favore di chi non vuole integrarsi ed adeguarsi alle regole della convivenza civile. Argomenti, questi, che vanno pesati nel modo giusto, se non dimenticati, quando si parla della sicurezza dei cittadini. Il senso quindi è quello di colpire il fenomeno,in particolare se sono interessati dei minori, dei disabili o degli animali spesso tenuti per ore in condizioni di sofferenza, senza se e senza ma. I Sindaci sono il primo presidio del territorio ed è quindi loro dovere e missione prevenire e contrastare il degrado e l’illegalità.

Roberto Sarti
Presidente Gruppo Lega Nord Comune di Alessandria