Si avvicina la tornata elettorale “di secondo grado” in cui si eleggeranno i sindaci delle grandi aree metropolitane e i consigli provvisori delle ex Province che vanno verso lo smantellamento: fatto che priverà anche una provincia come quella alessandrina di un importante strumento di governo e coordinamento territoriale.
Ci auguriamo in ogni caso che in Provincia di Alessandria si possa riunire un dignitoso centrosinistra nei suoi giusti confini e non si abbiano, da parte del “partitone” della Nazione, tentazioni sconce. Il popolo è poco avvisato perché naturalmente non è coinvolto: questa tornata elettorale riguarderà essenzialmente gli equilibri interni del ceto politico. Ma non è un caso che le spinte verso le “larghe intese” nelle elezioni di secondo grado per le province e le città metropolitane che si registrano un po’ in tutta Italia e soprattutto in Piemonte ci raccontano come ogni volta che viene meno il necessario controllo rappresentato dal voto popolare la classe politica, in questo caso
addirittura un numero ristretto di eletti, subisca immediatamente il “richiamo della foresta”.
Già il meccanismo di eletti che votano per se stessi e si mettono d’accordo fra di loro è censurabile in sé, e non rispecchia né il dettato costituzionale né la Carta europea delle autonomie locali sottoscritta anche dall’Italia. Ma è tutto l’impianto della confusa e contraddittoria legge Delrio che va rivisto, che complessivamente combinata con l’Italicum e con la riforma del Senato mette pesantemente in discussione la partecipazione popolare e ci porta inesorabilmente da una Repubblica con tutti i suoi numerosi difetti ma almeno fatta da eletti dal popolo in base alla volontà del popolo, a una Repubblica plebiscitaria di nominati dove il controllo popolare non conterà in realtà più nulla.
Si aggiunga che la riforma Delrio crea una formidabile disparità fra i cittadini che vivono in poche grandi aree metropolitane, che gestiranno la grande partita dei fondi strutturali europei, e il resto del territorio, corrispondente alla maggioranza della popolazione italiana, che vivrà in contesti di serie B o C, che rischiano il degrado e l’irrilevanza, con meno risorse e meno strumenti a disposizione per lo sviluppo. Registriamo intanto positivamente che il sindaco di Milano Giuliano Pisapia si è recentemente schierato a favore di un meccanismo di elezione popolare, da trovare nelle confuse linee della legge o rimettendola in discussione. E attendiamo e sollecitiamo altre prese di posizione in tal senso.
Come SEL ci impegneremo con ogni mezzo a nostra disposizione per il ritorno al voto popolare nelle autonomie locali di secondo grado e a tutti i livelli amministrativi e politici.
Sinistra Ecologia Libertà – Federazione Provinciale di Alessandria