Risanare? Sì, ma non nel mio cortile. Per cui no al taglio delle pensioni, e men che meno al blocco degli stipendi pubblici, o a licenziamenti. E non se ne parla neanche di mettere nuove tasse, naturalmente.
In attesa che Renzi incontri i vertici europei, che gli ribadiranno ‘taglia dove vuoi, a casa tua arrangiati, ma i conti devono tornare”, siamo alla fine, ormai delle solite comiche estive. Un’estate surreale, anche dal punto di visto climatico, e che tanti italiani hanno vissuto con serena rassegnazione: come chi sa che uno Tsunami è in arrivo, ma non ha idea di dove rifugiarsi, e quindi attende gli eventi con ineluttabilità quasi incosciente. I più grandi in età nelle confortevoli case al mare o ai monti (tanto, con quel che ci pagano di tasse durante l’anno, è come se andassero in albergo), i giovani precari in vacanze low-cost, e a settembre vada come vada.
Che ci possa essere una significativa inversione di tendenza, rispetto al declino storico che l’Italia ha intrapreso da tempo, probabilmente non ci credono neanche i nostri governanti, ottimisti solo per contratto. E del resto basta dare un’occhiata ad una serie di indicatori (tasso di disoccupazione record, Pil mai così alto, sempre più aziende in chiusura o trasferimento all’estero, parametri europei di rientro sul debito per i prossimi anni assolutamente insostenibili) per capire che oggi il saggio è colui che si attrezza per affrontare il diluvio, non colui che continua a negarlo.
Non che sia in arrivo la fine del mondo, intendiamoci: e basta guardare a cosa succede in diversi punti del pianeta per capire che ad essere messi davvero male non sono gli italiani. E tuttavia continua a sorprenderci l’ipocrisia della ‘narrazione’ da parte della nostra classe dirigente, e pure l’irresponsabilità di una parte preponderante del popolo, che continua a preferire pifferai magici (ieri Silvio, oggi Matteo) ad analisti seri.
Del resto, i media ci mettono del loro: titoli come ‘I robot salveranno i posti di lavoro’ oppure ‘La crisi non ucciderà il ceto medio’ 25 anni li proponeva il settimanale satirico Cuore, mentre nei giorni scorsi campeggiavano sulle pagine di un noto quotidiano piemontese, per dire.
La fansasia italica ci salverà, come sempre? Siamo ancora in attesa di leggere, nei prossimi giorni, questa solenne cazzata sui grandi media di regime, e poi il quadro sarà completo.
Eppure ci piace pensare che ci sia anche chi, senza clamori mediatici, sta già lavorando su come uscirne. E che all’orizzonte possa prima o poi emergere un progetto complessivo e sostenibile, per questo Paese. In cui al momento ci sono soltanto brandelli di corporazioni, grandi e piccole, che cercano di difendere i loro piccoli orti dal diluvio. E, straordinario fenomeno, i più determinati a non mollare (diritti o privilegi, dipende solo dal punto di osservazione) sono i 70/80 enni, invero generazioni che hanno avuto tutto, ma proprio tutto, anche lottando per averlo si intende. I giovani italiani invece, oltre ad essere pochi, rimangono assolutamente un oggetto misterioso e sconosciuto: come se la loro vita futura non li riguardasse.
Intanto il grande timoniere Matteo Renzi non si è sottratto, nei giorni scorsi, alla moda estiva dell’anno, la doccia gelata, naturalmente per solidarietà. Fenomeno su cui la pensiamo esattamente come Enrico Mentana. Mai metafora fu così efficace però, in vista dei rigori autunnali: intuibili i commenti degli italiani!